Fra la via Aurelia e il Mississippi . Sei racconti «in blues»

Titolo: Fra la via Aurelia e il Mississippi. Sei racconti «in blues»
Autore: Marco Di Grazia
Editore: Augh!
Collana: Tomahawk
Pagine: 176
Prezzo: € 13,00
Uscita: 29 giugno 2018
Recensione
Come si intuisce dal titolo si tratta, in questo caso, di un libro di racconti dedicati al blues sotto varie forme e punti di vista. Ciò che colpisce subito di tutti e sei è il particolarissimo stile narrativo. Marco Di Grazia ha una penna molto incisiva, una terminologia forte in alcuni passaggi, come per dare un senso, secondo me, di contraltare alla malinconica, ma assolutamente emotivamente intensa e profonda musica del blues. I personaggi sono davvero molto ben caratterizzati, alcuni un po’ rozzi e con modi di fare a volte eccessivi, ma ciò cattura maggiormente l’attenzione del lettore, provocandogli come una scossa e invogliandolo a continuare nella lettura, incuriosendolo.
Tra i sei racconti ci sono, come sempre, quelli che più mi hanno colpito e quelli che invece non mi sono piaciuti particolarmente. Alcuni li ho trovati eccessivi, altri invece molto profondi, costruttivi e con un loro importante messaggio. Sia nel bene che nel male, comunque, posso affermare che l’autore è riuscito a scuotermi provocando dentro di me delle reazioni e sono del parere che quando ciò succede è un punto a favore dello scrittore. Inoltre è bello che sia stato dato spazio alla forma musicale del blues che non sempre ha la sua giusta visibilità, in questo caso viene trasmessa al lettore la forte passione per questa musica, come se fosse qualcosa che nasce all’interno di sé senza la quale non si può vivere, come un fuoco che arde dentro.
Alcuni personaggi hanno un proprio carattere davvero ben marcato che provoca nel lettore o simpatia o antipatia, altri, anche se di secondo piano, riescono comunque a farsi strada ed a ritagliarsi un loro spazio nelle varie narrazioni. Tutti sono, a mio avviso, parte importantissima delle storie. Ogni racconto ha una sua particolare atmosfera, c’è quella più radiosa e sonora e quella più cupe e malinconica.
Infine vorrei segnalare le interessanti citazioni che aprono ogni racconto e regalando un tocco in più.
“Fra la via Aurelia e il Mississippi” è un libro adatto indubbiamente a chi ama i racconti, il blues e a chi vuole leggere qualcosa di molto particolare che lasci il segno.
Concludo con un passaggio che è presente sulla quarta di copertina:
“Aveva la musica nel sangue, Buddy Lee Dawkins, e sapeva che il suo riscatto non poteva che passare da lì, dalla musica, dalle sue dita che scivolavano sulle corde della chitarra, dalla sua bocca che mordeva e baciava l’armonica facendola gemere e ululare, dalla sua voce che intonava canti di sofferenza e morte, di amore e passione, di viaggi e fughe.”
Trama
Raccolta di racconti in larga parte ambientati là dove il più importante genere musicale del ventesimo secolo è nato: il Delta del Mississippi. Si tratta di sei storie che narrano di musicisti, viaggi, leggende, anime vendute al diavolo, sogni, assoli, omicidi, misteri, incidenti, razzismo e tanto altro. La via Aurelia e il Mississippi si uniscono attraverso le vicende dei protagonisti: il sinistro Fatty Abe Freeman di Guitar Spring Blues; la campagna toscana votata al blues di Lo chiamavamo Strogoff; le vite bruciate in fretta di Martha Rae e Harpo Johnny Boy; la guerra di Buddy Lee Dawkins in Tombolo Blues e il lussurioso treno che attraversa il Midwest di Honky tonk train. E poi la musica e i suoi eroi, dai grandi maestri del Delta Blues, Robert Johnson, Son House, Charley Patton, alla magica chitarra di Stevie Ray Vaughan.
Ciao, buongiorno, sono Marco Di Grazia, l’autore del libro qui recensito “Fra la via Aurelia e il Mississippi”. Volevo ringraziarti per la recensione, che mi è piaciuta e ho già condiviso sulla mia pagina facebook.
Grazie. 🙂
Marco Di Grazia
Grazie a te per il tuo commento e di avermi condiviso!!!
quando c’è di mezzo musica blues, jazz o la musica in generale…… i racconti prendono anima. Dalla lettura della tua recensione….. penso che sia così anche in questo libro.
E’ esattamente così. La musica regala anche un certo fascino in più