Titolo: Alibel – La Malastriga
Autori: Gabriele Clima – Francesca Tarabelli
Casa Editrice: Il battello a vapore
Pagine: 301
Prezzo: Euro 16,50
Anno di uscita: 2021
Recensione a cura di acquaevento19
Ben ha quasi tredici anni, si è appena trasferito a Roma insieme ai genitori perché la madre deve sottoporsi a cure frequenti all’ospedale. Ama i corvi e sa moltissimo su di loro. Il trasloco per lui è particolarmente difficoltoso, perché è autistico e fatica ad adattarsi ai cambiamenti. Lo aiuterà l’amicizia con Alibel, la vicina di casa che vive con la nonna adottiva e che lo accoglie subito calorosamente.
I due diventano inseparabili e Alibel accompagna Ben alla scoperta dei luoghi che ama nella sua città. Incontrano il corvo Circe e poi la Malastriga, che abita in una casupola sulle sponde del Tevere e alterna la propria identità a quella della Malastorta, mutando voce e atteggiamento. Con l’aiuto della Malastriga, Alibel imparerà a evocare visioni che la collegano al diciassettesimo secolo e che diventano via via sempre più spaventose:
“…intorno non c’era più la casa, ma una piazza vuota, che una pioggia finissima e costante bagnava senza rumore. Era freddo, novembre forse, un freddo umido che entrava nelle ossa. Non si udiva un suono, solo un’eco di voci indistinte, come il ricordo di eventi lontani”.
Alibel e Ben sono contornati da personaggi secondari ben delineati, come il padre e la madre di Ben, rispettivamente uno scrittore a volte perso nel proprio mondo creativo e una donna fragile, ma forte della filosofia che insegna e su cui fa affidamento. La nonna di Alibel, Costanza, con i suoi modi aristocratici e la memoria che vacilla davanti alle domande scomode, è misteriosa come la “coda di pavone”, la medicina che assumono sialei che la nipote ogni mattina.
Gli interrogativi che sorgono mentre la storia si dipana sono tanti, troppi per trovare tutti una risposta. Infatti, questo è il primo volume di una trilogia che promette di essere davvero appassionante! Il libro si rivolge ai ragazzi a partire dagli undici anni, ma risulta piacevole anche per un adulto. La trama è scorrevole e diventa coinvolgente a metà, quando gli indizi si sommano. Inoltre, permette di scoprire angoli di Roma lontani dalle rotte frequentate abitualmente dai turisti. Un romanzo che consiglierei anche a chi è interessato al tema dell’autismo, trattato in modo competente e non retorico, attraverso episodi che fanno parte della quotidianità di Ben. Mi ha colpita il suo desiderio di partecipare alle visite della madre in ospedale:
“- Non venire, Ben, non è una cosa bella. Ben fu contento di non averlo ascoltato. (…) era bello condividere con loro un momento da cui di solito lui era escluso. Lo faceva sentire parte di qualcosa, della sua famiglia”.
Ben affronta la malattia della madre con razionalità e, nel farlo, la aiuta a guardare al futuro senza timore. Lui, il figlio da proteggere, si tramuta nel suo supporto, avviandosi verso la vita adulta con naturalezza e fiducia.