Titolo: Fa sempre 11
Autore: Roberta Barbi
Editore: Scatole Parlanti
Collana: Voci
Pagine: 186
Prezzo: € 15,00
Uscita: 1 giugno 2021
Recensione
Roberta Barbi, con il suo libro “Fa sempre 11”, pubblicato dalla casa editrice “Scatole Parlanti”, ci propone una storia che ha la capacità di intrattenerci, di incuriosirci e ci presenta almeno tre personaggi interessanti. Infatti, le protagoniste Chiara, Monica ed Adele hanno i loro caratteri ben delineati e parecchio definiti, tanto da permettere al lettore di appassionarsi alla vicenda che è ricca anche di colpi di scena.
La scrittura dell’autrice è semplice, scorrevole e calibrata. Tutto è ben congeniato tanto da riuscire a non far perdere il filo del discorso, inoltre si resta ammaliati dalla narrazione.
“Fa sempre 11”, infatti, si legge velocemente e con grande piacere. Inoltre, ho trovato stimolante il fatto del numero 11 che, in un modo o nell’altro, ritorna spesso durante l’intera storia.
Altro punto interessante è l’evolversi delle personalità riguardanti le tre donne. Tra loro, forse, quella che, dal mio punto di vista, trasmette maggior tenerezza è Adele. Per quanto riguarda Chiara e Monica, le loro storie personali risultano maggiormente avvincenti, ogni tanto sono pure avvolte nel mistero.
Infatti, piano, piano, nel corso del romanzo, Roberta Barbi stuzzica la nostra curiosità con nuovi dettagli ed elementi delle loro vite. Durante la lettura si sorride pure, ci sono infatti anche passaggi ricchi di ironia, ma non mancano i momenti più tristi emotivamente che ci portano a riflettere e possono provocare qualche lacrima.
Oltre a tutto ciò è una storia che cresce nel corso dei capitoli, grazie ai nuovi avvenimenti ed al mutare delle tre protagoniste, anche a causa delle diverse scelte che ognuna di loro compie.
La tematica dell’amicizia, che cresce e si rafforza nel corso del romanzo, è assolutamente importante, centrale e dimostra il suo valore per vari motivi. Gli imprevisti che accadono nel corso della storia aggiungono ritmo e danno una sferzata di avventura in più.
Oltre a tutto ciò, è davvero meritevole di segnalazione la citazione del titolo di un libro che, chissà, forse è un punto di riferimento: “Il fu Mattia Pascal” di Luigi Pirandello. Ho trovato assolutamente azzeccato il suo inserimento nel contesto di “Fa sempre 11”.
La copertina merita pure un accenno, infatti la trovo meravigliosa ed affascinante, ci regala quelle sensazioni di mistero e di magia che invogliano a immergersi tra le pagine.
A questo punto non mi rimane altro, prima di proporvi l’incipit del romanzo, di consigliarvi la lettura di questo libro perché racconta una storia coinvolgente, possiede un pizzico di mistero e ha tre protagoniste alle quali ci si lega e meritano la nostra attenzione.
“Al di sopra di tutto, immobile, il cielo indefinito di una sporca mattina di gennaio. A Chiara l’aggrovigliarsi e sciogliersi della linea dell’orizzonte ricordava il gomitolo di lana con cui giocava il gattino che le avevano regalato quando era piccola. Si accorse di sorridere mentre le dita stringevano i bordi stondati della carta d’identità nuova di zecca che riposava nella tasca destra del suo cappotto, accanto al biglietto di sola andata. Si rese conto che in effetti anche la sua esistenza era come la linea che la velocità del treno faceva arrotolare e srotolare di continuo.
Estrasse dalla tasca la carta d’identità e la scrutò aggrottando le sopracciglia. Anche se poco più grande di un francobollo e sbiadita come la carta copiativa degli scontrini, la fotografia sul documento mostrava chiaramente i cambiamenti che aveva operato su di sé prima di partire: i capelli più corti e lisci, all’orientale, illuminati da mèches, e le lenti a contatto che avevano mandato in pensione gli occhiali e le avevano dipinto le iridi di una vaga sfumatura verde.
Non c’era stato il tempo per trasformazioni più definitive. Eppure, a un esame più attento della fototessera, era sempre lei, anche se adesso si chiamava Chiara ed era una donna single. Il tatuaggio, quello sì che se lo sarebbe concesso prima o poi: aveva scelto il disegno di un’araba fenice, il mitologico uccello di fuoco che rinasce dalle proprie ceneri…”
Trama
È davvero possibile cambiare vita e dare un taglio netto al passato? Chiara a quarant’anni suonati pensa di sì, quindi abbandona Roma, la sua famiglia e un lavoro da giornalista in cui non si riconosce più. Per ricominciare da capo sceglie un paesino di montagna dove trova impiego come receptionist in un albergo e una casa dal panorama mozzafiato, nonché due persone che diventano per lei fondamentali: Monica, una milanese divorziata in fuga dai sensi di colpa, e Adele, una montanara ruvida ma molto materna. La nuova identità, però, porta con sé pure i tanti rimorsi lasciati alle spalle, facendo sentire Chiara una donna senza più punti di riferimento. Finché una minaccia arriverà anche su quei monti isolati: un incontro casuale e uno strano incidente d’auto le faranno capire che non si può fuggire dal proprio passato, non importa quanto lontano si provi a scappare.