Il carico da undici

Titolo: Il carico da undici

Autrice: Patrizia Violi

Editore: Salani

Collana: Le Stanze

Pagine: 347

Prezzo: € 18,00

Uscita: 18 giugno 2024

Trama

Imola, 1979. Lenin Aldrovandi ha molti progetti per il suo futuro, ma nessuno di questi prevede di faticare troppo. Bello come Paul Newman, sta tentando con poca fortuna di entrare nel mondo dello spettacolo. Intanto, per sbarcare il lunario, gestisce il bar di una casa di cura per anziani, dove tra un caffè e un’acqua tonica continua a coltivare i suoi sogni di grandezza. Fin quando un giorno, senza nessuna avvertenza, scompare nel nulla. Che sia fuggito con una delle tante donne che se lo mangiano con gli occhi? O c’entra il fantomatico business che, diceva, presto gli avrebbe spalancato le porte del successo?

Negli stessi giorni un’altra notizia tiene banco in città: in uno degli angoli più reconditi di una cava di gesso, è stato trovato il corpo senza vita di una ragazza. Ai tavoli dei bar e tra le bancarelle del mercato, subito si scatenano le teorie più fantasiose sull’identità della vittima, su come sia stata uccisa e perché. Spetterà al maresciallo Ponti – che nella quiete della provincia sperava di aver trovato anche la propria – il difficile compito di cercare il bandolo della matassa e capire cosa leghi quell’omicidio con la scomparsa di Lenin Aldrovandi e con i troppi piccoli segreti di un’intera comunità. Raccontando i misteri, i colpi di genio e i sogni infranti della vita di provincia, Patrizia Violi mette in scena le inquietudini di un’Italia che – oggi come allora – per tenere il passo della modernità ricorre alla propria innata, pirotecnica passione per le scorciatoie.

Incipit prima pagina

“In piazza la confusione assordante dei giorni di mercato.
Il crocicchio di strade sotto la torre dell’Orologio era, come al solito, stracolmo di gente. Le massaie che facevano la spesa, i vecchi fermi con la bicicletta a mano per vedere un po’ di vita. Poi capannelli di agricoltori, tirati a lucido con il vestito della festa, scesi in città per gestire gli affari. Urlavano e gesticolavano per discutere la compravendita delle bestie e dei prodotti della terra.
I giorni di mercato giustificavano la presenza dei quattro bar nei rispettivi angoli della piazza: anche la mattina gli accordi si concludevano meglio davanti a un bicchiere di Sangiovese.
Il banco della frutta di Verdura, l’ambulante di cui nessuno ricordava più il vero nome e tutti chiamavano così per la sua professione, era in posizione strategica: sulla destra, all’inizio del mercato, proprio davanti al bar Milano. Per Verdura gli affari andavano a gonfie vele, aveva sempre la fila di massaie davanti alla bancarella.
Non solo perché offriva frutta e ortaggi di qualità ma anche perché era simpatico, prodigo di pareri e consigli su ogni argomento. Conosceva tutti ed era in grado di dispensare preziose pillole di saggezza, mimetizzate fra un cespo di lattuga e un mazzetto di prezzemolo…”

Biografia

Patrizia Violi è giornalista culturale e collabora con la Lettura e altre testate del Corriere della Sera, occupandosi di libri, di attualità e
di costume. Questo è il suo primo noir.

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