Intervista all’autore: Alessandro De Roma

Buongiorno,

ho il piacere di proporvi una nuova intervista. Il protagonista è Alessandro De Roma, autore del libro “Grande terra sommersa” pubblicato da “Fandango libri”.

Se voi leggere anche la mia recensione, puoi cliccare tranquillamente qui.

Intervista

1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “Grande terra sommersa”?

Dopo due romanzi molto intimi, pubblicati per Einaudi, avevo voglia di scrivere un romanzo dove la trama fosse molto importante. Uno di quei libri che hai voglia di leggere d’inverno sotto le coperte per sapere cosa accadrà ai personaggi. E così mi sono messo a raccontare la vita di un bambino che tocca il fondo a undici anni e cerca di costruire da capo il suo amore per la vita. Ho pensato di costruirgli una strada piena di incontri e di scoperte.

2 – Mi descriveresti il tuo romanzo con tre parole?

L’avventura esistenziale di un bambino.

3 – Un pregio e un difetto di Pietro, di Luca e Laura?

Pietro ha paura di vivere ma sa trovare nel fondo della sua anima il coraggio di mettersi in pericolo, e finisce per vedere negli altri il meglio che hanno da offrire. Luca è affascinante e ambiguo, come lo sono tutti gli amori impossibili; Laura è misteriosa e crudele.

4 –Una particolarità del libro che ritieni importante e a cui tieni?

È ambientato in gran parte in un luogo che credo meriterebbe di essere più conosciuto: con una natura meravigliosa. San Leonardo de Siete Fuentes. Perfino il nome è bellissimo. Malinconico e splendente al tempo stesso. Uno scenario perfetto per raccontare delle storie.

5 –Come è avvenuta la scelta del titolo e della particolare copertina?

È il titolo originale col quale il romanzo è nato. Viene dal gioco che Pietro e sua madre fanno ogni volta che si tuffano in mare: prima del tuffo, bisogna immaginare mondi straordinari laggiù nei fondali: mai tuffarsi senza prima evocare la meraviglia. L’attesa della bellezza è ancora più importante dell’incontro con la bellezza stessa.

La copertina è venuta molto dopo: una fantastica intuizione della casa editrice. L’autrice è una bravissima artista: Marina Marcolin.

6 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?

Il personaggio di nonna Sircana, che tutti i lettori stanno amando molto, l’ho immaginato come un omaggio a una mia zia morta negli anni Ottanta. Una di quelle donne che non si facevano intimidire da nulla: non più giovanissima, viaggiava con le amiche anche oltre la cortina di ferro. Ricordo una volta che si arrampicò fino al balcone al primo piano perché si era dimenticata le chiavi di casa. Ecco, il genere di incontro di cui il mio Pietro aveva bisogno per rinascere.

7 –Scaletta sì o scaletta no e come ti sei organizzato per la stesura?

Ho sempre un’idea forte da cui partire e spesso ho anche il finale del libro in mente. Poi ci sono alcuni episodi cruciali, eventi o scene che, fin dall’inizio, so che dovranno esserci necessariamente prima o poi. Dopo di che faccio decine di scalette, che adatto di volta in volta al modo in cui il romanzo sta prendendo forma.

8 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?

Curioso, riflessivo, organizzato (ma questa è spesso apparenza, perché succede che poi cambio tutto e prendo decisioni drastiche, quasi come se seguissi un’illuminazione improvvisa).

9 – Quali sono le tue passioni e hobby?

Amo viaggiare, studiare le lingue, camminare. La natura. Gli alberi. Le spiagge deserte. Ma anche scoprire  a piedi una città nuova. E ovviamente la letteratura. Scrivere purtroppo toglie molto tempo alla lettura. Vorrei poter leggere ancora di più. E poi adoro cucinare con la radio accesa. Andare al cinema. Avrei bisogno di giornate più lunghe per fare tutte queste cose. Ahimè. E molte altre.

10 – Infine una curiosità: qual è stato l’ultimo libro che hai comprato e/o letto?

Ho letto “Adeu” di Ignazio Caruso. Un autore che non conoscevo e che mi ha molto stupito. H ascritto una distopia ambientata ad Alghero. Vorrei citare anche un libro che ho letto qualche mese fa e che ho trovato straordinario: “Il giovane Mungo” di Douglas Stuart.

Biografia

Alessandro De Roma è nato in Sardegna nel 1970 dove insegna storia e filosofia nei licei. Ha esordito per Il Maestrale nel 2007 con il romanzo “Vita e morte di Ludovico Lauter” (Premio Dessí; Premio Vigevano Opera Prima; Finalista Premio Viareggio Opera Prima). Ha poi pubblicato  “La fine dei giorni” (Il Maestrale 2008), “Il primo passo nel bosco” (Il Maestrale 2010), “Quando tutto tace” (Bompiani 2011), “La mia maledizione” (Einaudi 2014), “Nessuno resta solo” (Einaudi 2021) E “Grande terra sommersa” (Fandango Libri 2023). “Vita e morte di Ludovico Lauter”, “La fine dei giorni” e “La mia Maledizione” sono stati tradotti in Francia per Gallimard.

Grazie di aver partecipato all’intervista.

Ciao

Gabrio

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