Titolo: L’Arco di Traiano
Sottotitolo: Un libro di pietra
Autrice: Aglaia McClintock
Editore: Mauvais Livres
Pagine: 112
Prezzo: € 19,00
Uscita: 7 dicembre 2024
Illustratore: Gaetano Cantone
Trama
Uno dei monumenti più belli dell’arte romana, l’Arco di Traiano, non si trova a Roma bensì a Benevento, importante snodo carovaniero della Via Appia, la strada che portava a Brindisi e apriva Roma all’Oriente. Per bizzarria della storia o forse per calcolo non possediamo né una biografia né uno scritto di Traiano, ma solo encomi così eccessivi da apparire fuorvianti. In queste pagine si propone la lettura dei pannelli decorativi dell’Arco quasi come fossero un libro di pietra, che custodisce la cifra stessa che l’imperatore volle dare al suo regno. Il racconto inizia con l’investitura di Traiano affiancato nel suo viaggio da tre grandi “eroi” del passato, gli unici ad essersi spinti in Oriente vittoriosamente prima di lui: Ercole, Dioniso e Alessandro Magno. Quest’ultimo, la cui figura intera è qui individuata per la prima volta, consente di comprendere il modello di sovranità cui Traiano si ispirava. L’Arco è una biografia di Traiano e allo stesso tempo l’elogio del buon governo.
Incipit premessa
“Ogni imperatore che si rispetti ha lasciato un segno nel bene o nel male. Che sia apoteosi o damnatio memoriae, un particolare episodio, un’impesa o un’opera monumentale che lo ha consegnato ai posteri: la fondazione di un nuovo assetto di governo, una nuova città, una conquista, una sconfitta, persino uno scandalo, una destituzione, un assassinio, un’opera letteraria, un palazzo sfarzoso, un anfiteatro, un incendio e così via. I faraoni lasciarono le piramidi. Di Alessandro Magno resta il sogno che l’impero potesse estendersi fino all’Oriente.
Di Traiano, colto sovrano e indefettibile soldato, restano città, infrastrutture, opere d’arte che raccontavano le sue gesta, ma niente che possa coniugarsi all’idea di potere assoluto che era stata appannaggio degli imperatori che lo avevano preceduto e lo avrebbero seguito. Il suo programma politico pan-mediterraneo e di ampio respiro resta tuttavia leggibile, anche se non sul supporto scrittorio su cui saremmo tentati di immaginarlo. Gli scritti di Traiano sono andati perduti, gli scrittori coevi sono stati reticenti circa le sue imprese e i resoconti del suo regno sono molto tardi…”
Incipit
La Via Appia, via delle genti
“117 d.C. L’Impero Romano ha raggiunto la sua massima estensione territoriale sotto Traiano, il primo imperatore a non essere nato in Italia, ma in una provincia, in Hispania nella città di Italica, l’odierna Siviglia. L’importante rete viaria realizzata dai Romani era stata uno dei motori dell’espansione. Lunghe strade lastricate collegavano le più lontane province con la capitale dell’impero. Tra esse vi era, la Via Appia, una strada diritta che portava da Roma fino al porto di Brindisi passando attraverso Benevento. Iniziata nel IV secolo a.C., la regina viarum, come veniva chiamata, proiettava l’Urbs verso la Grecia e il vicino Oriente. La metafora che meglio descrive questa strada è quella di un fiume che mette in contatto culture diverse: la romana, l’osca, la sannita, la greca, la giudaica, persino l’egizia. Descriverla unicamente come la grande arteria militare e commerciale su cui passavano le legioni per conquistare il mondo non è sbagliato, ma fa perdere di vista molto altro: il viavai di genti che la percorreva e che nei suoi pressi stabiliva grandi o piccoli insediamenti…”
Fascetta di Pablo Echaurren
Biografia autrice
Aglaia McClintock, giurista e storica, insegna Istituzioni e Storia del Diritto Romano nell’Università del Sannio dove è Garante degli Studenti. Fa parte del Direttivo del Centro di Antropologia del Mondo Antico ed è Life Member di Clare Hall, Cambridge University. È consulente scientifico dell’Accademia di Santa Sofia di Benevento.
Della sua produzione si ricordano le monografie Servi della pena. Condannati a morte nella Roma Imperiale (Napoli, ESI 2010), Contributi allo studio della follia in diritto romano I (Napoli, Jovene, 2020), La ricchezza femminile e la lex Voconia (Napoli, Jovene, 2022) e per Il Mulino la cura di Giuristi nati. Diritto romano e antropologia (2016) e Storia Mitica del Diritto Romano (2020). La sua prima monografia Servi della pena ha ricevuto il Premio Speciale «Furio Diaz» della Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno.
Biografia illustratore
Gaetano Cantone, architetto, artista e graphic designer, autorevole rappresentante del «neo-ba- rocco», affianca alla sua attività artistica quella di saggista e scrittore. Nel 1998 ha fondato e presiede tuttora l’Istituto italiano per lo studio e lo sviluppo del territorio. Ha allestito e coordinato mostre collettive e personali. Tra i suoi ultimi saggi ricordiamo Iconografia e civiltà urbana nella modernità (Morcone, Scripta Manent, 2022).