Sorgenti

Titolo: Sorgenti

Autrice: Marie-Hélène Lafon

Editore: Fazi

Collana: Le strade

Pagine: 109

Prezzo: € 16,00

Uscita: 26 agosto 2025

Traduzione: Antonella Conti

Recensione

“Sorgenti” è il nuovo romanzo di Marie-Hélène Lafon, pubblicato da “Fazi Editore”. In Francia è stato accolto con enorme calore ed è stato un bestseller, inoltre è in corso di pubblicazione in otto paesi.

Il libro è molto basso, sono poco più di cento pagine, ma la storia è densa di momenti interessanti e significativi. Praticamente non ci sono dialoghi e ciò, magari, può spaventare chi non ama questo genere di scrittura, ma vi assicuro che scorre davvero bene ed appassiona. Inoltre, il font è buono, quindi permette alla nostra vista di leggere senza problemi.

La storia non è delle più allegre, si affronta il tema del patriarcato, del marito violento verso la moglie, ma non si descrive quasi mai la situazione e neppure le azioni scrivendo tutto nero su bianco; infatti, spesso lo si capisce dalle frasi scritte, dai passaggi vari, lo si intuisce tra le righe, dalle azioni dei personaggi.

“Sorgenti” è un romanzo denso e cupo, con molta sofferenza al suo interno che arriva al lettore perché la si percepisce chiaramente anche senza necessità di spiegare certe orribili azioni.

L’autrice ha diviso il suo lavoro in tre parti o, meglio, in tre periodi: sabato 10 e domenica 11 giugno 1967; domenica 19 maggio 1974 (giorno molto importante per un avvenimento che cambierà parecchio la situazione); giovedì 28 ottobre 2021 che è la sezione più breve, ma ugualmente potente e ricca di informazioni e notizie attinenti i personaggi del libro.

La scrittura di Marie-Hélène Lafon è parecchio incisiva, forte, ma nel modo giusto, a tratti l’ho trovata fredda, ma ciò perché penso sia per il tema trattato. Tutto è avvolto in un’atmosfera in cui la tensione è parecchio palpabile , “si taglia con un coltello”.

La voce narrante ci fa arrivare tutta la sua sofferenza iniziale e ciò che ha dovuto sopportare. Oltre a lei ci sono i suoi figli e ci racconta anche delle tre persone che lavorano nella loro fattoria: un vaccaro, un garzone e una domestica. Veniamo così a conoscenza delle loro vite e dei rapporti all’interno della casa, dei loro ruoli. Oltre a loro ci sono alcuni parenti stretti tra sorelle e zii, che hanno intuito la situazione difficile che sta vivendo la protagonista, ma …

“Sorgenti” è un libro forte, intenso e profondo che fa riflettere e anche arrabbiare, e pure molto, ma lo si legge girando una pagina dopo l’altra con frenesia ed interesse.

Se l’argomento non vi spaventa, ve lo consiglio, pur non essendoci dialoghi lo si divora.

Qui sotto l’incipit:

“Lui dorme sulla panca. Lei non si muove, il corpo inchiodato alla sedia, le bambine e Gilles sono nel cortile. Sono usciti subito dopo mangiato, sanno che non bisogna far rumore quando lui dorme sulla panca. Claire si è chiusa le due porte alle spalle, la porta della cucina e quella del corridoio. La tavola non è sparecchiata, ci penserà più tardi lei, quando lui avrà finito la siesta. In giardino c’è un bucato steso ad asciugare, Nicole lo ha appeso alla corda prima di andarsene, bisognerà raccoglierlo, stirarlo, metterlo a posto, preparare i vestiti dei bambini per domattina, e anche i loro, e lucidare le scarpe. È contenta di scendere a trovare i genitori, vorrebbe essere contenta, staranno da lei, a casa dei suoi, potranno ridere e parlare a voce alta, lui non alzerà la cresta; a casa dei suoi non alza mai la cresta, mangia e sta zitto…”

Trama

Un sabato di giugno del 1967, in una bella fattoria del Cantal, una donna attende di poter sparecchiare la tavola. Deve aspettare, perché il marito sta facendo la sua siesta quotidiana sulla panca della cucina e lei sa che s’infurierebbe al minimo rumore. I tre bambini della coppia giocano in giardino, anche loro nel più riguardoso silenzio per non svegliare il padre. Ma lei, la madre, non sarà sorpresa quando l’uomo si sveglierà e le domanderà senza guardarla cosa stia aspettando per sgombrare la tavola.

Il silenzio obbligato lascia spazio ai pensieri, ma nemmeno a se stessa è facile spiegare come mai sia rimasta per otto anni accanto a un marito che la picchia quasi tutti i sabati, che la denigra e la insulta fino a farle introiettare l’obbrobriosa immagine di sé che lui le rimanda. Eppure la parola “divorzio” le è insopportabile, così come l’idea di vendere la fattoria…

Ma l’indomani, la domenica, sarà un giorno di respiro: andranno tutti dai genitori di lei, come fanno ogni mese. È qui che il suo silenzio verrà finalmente rotto dalle parole di vita e di rivolta che le saliranno per la prima volta alla gola. E il ciclo di sofferenza a cui tutta la famiglia sembra condannata avrà, forse, fine.

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