Titolo: Ciliegie di gioia
Sottotitolo: Una biografia che brucia
Autore: Adriano Ferro
Editore: Pathos Edizioni
Pagine: 126
Prezzo: € 15,00
Uscita: 20 ottobre 2023
Recensione
Adriano Ferro ci propone il suo libro dal titolo “Ciliegie di gioia” pubblicato da “Pathos Edizioni”. Il sottotitolo ci fornisce maggiori dettagli: “Una biografia che brucia”. Leggendolo ci si accorge che è davvero così. Il romanzo è autobiografico e, in effetti, è molto schietto, toccante e forte. L’autore non gira intorno alle parole, ma usa veramente bene la penna per raccontarci la sua dura e difficile esperienza di vita giovanile. La quarta di copertina è toccante ed illuminante:
“Alcuni demoni tornano sempre a bussare alla nostra porta per riscuotere. Bussano, a volte così tanto forte da darmi l’impressione di voler sfondare il portone della mia anima”
Ovviamente la lettura non è indicata a tutti, infatti le persone più sensibili e quelle che si scandalizzano facilmente è meglio, forse, per esempio, che lo evitino. Tutti gli altri troveranno passaggi intensi sui quali riflettere.
Le tematiche sono attuali ed importanti, infatti questa biografia così vera serve per aprire ulteriormente gli occhi a chi di dovere per fare in modo che si agisca per evitare ulteriori sofferenze ad altre persone.
Quella di Adriano Ferro è una testimonianza, sincera che scrive, sì in modo “tagliente e spietato, a volte anche veramente crudele”, ma pure col cuore e sicuramente per un motivo costruttivo.
Lo scrittore non usa la penna per spiazzare il lettore, per scandalizzarlo, ma, a mio parere, se utilizza un determinato linguaggio è per attirare maggiormente l’attenzione, è come un megafono per richiedere considerazione e aiuto e non per mettersi in mostra.
“Ciliegie di gioia” è breve, ma terribilmente intenso, a tratti malinconico e triste per diversi motivi, nonostante ciò, si legge con trasporto e non si resta indifferenti, ma anzi tocca parecchie corde delle nostre emozioni.
Adriano Ferro mette a nudo la sua vita e la sua sofferenza, per fare in modo che non tocchi ad altri passare ciò che è stato costretto a sopportare lui. Indubbiamente, ciò che ha subito e le decisioni che ha preso, hanno lasciato delle ferite e pure profonde, certi passaggi feriscono anche noi che leggiamo. Si percepiscono le sue sensazioni, le sue emozioni.
La sua scelta di trasferirsi dal sud Italia a Milano, se da una parte è per lui libertà, dall’altra è tristezza e solitudine, è come essere costretto a cambiare vita per sopravvivere. Il titolo scelto, però, lancia un po’ di ottimismo infatti usa, nonostante tutto, la parola “gioia”.
Questa biografia così triste è una testimonianza toccante che deve servire per migliorare la vita a molte persone e ad evitare, a tanti, di dover sopportare una sofferenza come la sua.
Concludo con l’incipit:
“Il sole d’agosto ardeva, era domenica e come ogni fine settimana la famiglia si riuniva in spiaggia a far “bagar”. In quegli anni, tutte le estati, in riva al mare, c’era la pasta al formo, i “beccafico” (tipico piatto siculo a base di alici e cipolle) e “u pani cunzato” (il pane condito con pomodori, tonno e spezie). Non mancavano mai i “muluni friscu” (anguria fresca) e bevande di tutti i generi. “U picciriddu” se ne stava in disparte a costruire il suo castello di sabbia e la mamma si preoccupava di cospargerlo di crema solare, era troppo delicato con la sua pelle chiara, con quei boccoli castani sulle spalle e quei grandi occhi neri. Una differenza enorme rispetto al fratello che si accingeva, con il padre, ad andare a caccia subacquea con quella baldanza da tipico macho siciliano che lo distingueva…”
Trama
Un libro spietato e tagliente, crudele e senza peli sulla lingua ma caratterizzato da una grande qualità: la verità nuda e cruda. Un’autobiografia senza censure o quasi, una confessione a cuore aperto del lungo, periglioso e tortuoso percorso di vita che ha portato l’autore, con tutte le sue scelte a essere la persona che è oggi.