Colpo gobbo

Titolo: Colpo gobbo

Autore: Franz Bartelt

Editore: Prehistorica

Collana: Ombre lunghe

Pagine: 198

Prezzo: € 17,00

Uscita: 8 marzo 2024

Traduzione: Giuseppe Girimonti Greco, Ezio Sinigaglia

Recensione

La casa editrice “Prehistorica” ci propone “Colpo gobbo”, scritto da Franz Bartelt, nato in Francia nel 1949, autore di una quarantina di libri tra poesie, opere teatrali, novelle e romanzi. Quello che ho letto rientra nell’ultima categoria e, già da ora, vi confesso che vale la pena dedicargli del tempo. Infatti, la sua penna, che è molto ironica, piacevolissima, ha la capacità di conquistarvi immediatamente e di tenervi tra le sue pagine con grande piacere e curiosità.

Leggere “Colpo gobbo” è riuscire a staccare dalla quotidianità e dai propri pensieri e problemi. Gli ingredienti che ne hanno fatto un romanzo assai particolare sono diversi. La scrittura è davvero ben curata ed elegante, ha uno stile suo, tutto particolare, che lo contraddistingue.

Ho amato questo romanzo perché ha saputo trasmettermi molto, è stato in grado di farmi trascorrere delle ore davvero piacevoli senza farmi pesare il tempo che passava.

All’interno di “Colpo gobbo” si trovano, a mio avviso, vari generi che rendono il libro vario, fresco e mai monotono.

La storia ha un bel ritmo vissuto (solo raramente un calo), ha una dose di adrenalina e riesce a sorprendere il lettore, senza mai essere prevedibile. Si spazia dal rapporto del protagonista con sua moglie, per la quale i soldi sono importanti per essere felici, spostandosi poi in un’altra parte dove lui avrà una situazione più nera e delicata, dalla quale gli sarà molto difficile evadere; infatti, dovrà affrontare diversi problemi ed imprevisti, in cui l’arte del dialogo prima e della persuasione poi, giocheranno un ruolo davvero importante.

Durante la lettura ho incontrato passaggi che ho sottolineato perché mi hanno colpito:

“Il suo problema è che lei non riesce neanche a concepire che si possa essere al tempo stesso poveri e felici. È convinta che amare un dottore sia più semplice. Più di una volta mi ha rimproverato di non aver fatto medicina…”

All’interni ci sono passaggi un filo discutibili, perché molto schietti e coloriti, ma anche passaggi seri sui quali poter riflettere parecchio. Come potete intuire “Colpo gobbo” ha dalla sua la capacità di sorprendere il lettore.

Indubbiamente la parte forte del romanzo è la meravigliosa scrittura di Franz Bartelt che conquista fin da subito. Infatti, si percepisce la sua grande capacità con la penna, oltre alla sua disinvoltura nello scrivere, si sente molto a suo agio e non teme le critiche. Tutto è narrato con molta scioltezza, infatti sa passare dai momenti più ironici e particolari, a quelli maggiormente seri e riflessivi, nulla è prevedibile.

Oltre a tutto ciò, la copertina è splendida, la carta è di pregio, è stato tradotto da ben due traduttore e ogni dettaglio è assai ben curato.

“Colpo gobbo”, con i suoi vari colpi di scena, saprà conquistarvi, magari a qualcuno farà ogni tanto storcere il naso, e apprezzerete la scrittura, oltre alla vicenda varia, dinamica e molto originale. All’interno il confine tra ironia e commedia nera va di pari passo, passandosi la palla come due giocatori.

Ed ora vi propongo l’inizio:

“Eccolo lì, l’idiota! Sbronzo marcio. Attorniato da un branco di ubriachi ancora più fatti di lui. Non l’avevo mai visto, in città. Ho chiesto a Coso chi fosse. Non ne sapeva niente neanche lui. Ho ordinato un’altra birra. Quello si vantava. Della sua grana: non parlava d’altro. E doveva averne, visto che pagava da bere, un giro dopo l’altro, cavando di tasca manciate di banconote. Gli spiccioli di resto non li raccattava. Faceva il gradasso, quel coglione. Ah, che coglione!

Mi ha detto Coso che quello era già ubriaco quando era entrato. Che avesse appena preso lo stipendio? Beveva vino bianco con gazzosa. Di tanto in tanto si alzava in piedi e sparava qualche cazzata. C’è cazzata e cazzata. Le sue erano cazzate dei tempi andati. Non ci si capiva un’acca. Certe storie del lenzuolo di sotto, che è quello che si prende tutto. Chissà cosa voleva dire. Ricadeva sulla sedia, come un sacco. E ricominciava a parlare dei suoi soldi…”

Trama

Pur non disdegnando l’alcol il bizzarro protagonista di questa storia non è un poco di buono; è un “tipo di sinistra” in fondo, “che ai soldi non bada mica” – dice. Certo, le ferme convinzioni di questo filosofo da bancone sono messe a dura prova questa sera, la sera in cui, in una bettola, incontra “l’idiota” (un altro?): un tipo “sbronzo marcio”, che si vanta di possedere un sacco di grana.

È dal torbido – del malto e dell’animo umano – che Franz Bartelt (già premio Goncourt) attinge, in questo romanzo dalle tinte ambrate ma che l’ironia e uno spiccato gusto per l’iperbole impediscono di aderire completamente al genere noir; un fuoco d’artificio piuttosto, una barzelletta sporca forse, una fiaba nera tesa a suscitare sorpresa, umorismo e terrore.

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