Intervista all’autrice: Antonella Brugnola

Buongiorno lettrici e lettori !!!

Questa settimana ho il piacere di proporvi l’intervista con protagonista Antonella Brugnola che insieme a Silvia Ghezzi sono le due autrice del libro “Mettere a reddito la propria casa” edito “Flaccovio Editore”

Per leggere il mio articolo sul blog vi basta cliccare qui.

Intervista

1 – Come è nata l’idea di scrivere il vostro libro “Mettere a reddito la propria casa”?

L’idea di scrivere un nuovo libro con Silvia Ghezzi è mia. Infatti, dopo aver pubblicato un primo manuale nel 2018 su come diventare Superhost Airbnb, ho proposto a Silvia di scriverne insieme un secondo per raccontare le nostre storie di successo, ovvero chi gestisce una casa in Home sharing con un progetto familiare (io) a cui lei ha fatto seguire il racconto del suo business di gestione di case, con l’apertura della agenzia di property management Case Ospitali.

Rispetto agli USA, patria dell’home sharing e Airbnb, in Italia il fenomeno è recente e non ci sono tanti libri in italiano sul tema, anzi la mia storia di Superhost che spiega tutti i passi resta ancora l’unica in un libro accessibile a tutti, senza segreti e molto pratico. Anche la storia di Silvia non è mai stata raccontata così, una storia imprenditoriale italiana scritta sotto forma di manuale operativo.

2 – Mi descriveresti il vostro libro con tre aggettivi?

teorico-pratico-operativo = senza fronzoli, è una lettura che va dritta al nocciolo, che spiega, insegna, suggerisce, esemplifica.

E’ una lettura consigliata a chi vuole iniziare gli affitti turistico come leva per mettere a reddito un immobile altrimenti improduttivo. Oppure per chi è curioso di scoprire un mondo che non conosce dal lato host, chi vuole trarre reddito da una casa in modo alternativo al 4+4, con un maggiore controllo e cura della casa e magari scopre come Silvia una grande passione e ne fa un nuovo lavoro. Questo è un “nuovo lavoro” perché legato alla sharing economy

3 – Quando è nata e come la tua passione per l’home sharing?

Direi che è nata all’inizio del 2014, quando la mia inquilina con affitto tradizionale 4+4 terminò la breve esperienza in casa mia e io mi trovai di nuovo daccapo. Ero molto sfiduciata, finché non conobbi Airbnb, suggerita da una collega, come marketplace alternativo per affittare le case.

In realtà, scoprire Airbnb è stato per me entrare in un mondo di case vacanza (quindi molto suggestivo), di host da tutto il mondo e che mi appassionò subito moltissimo. La community è stata una altra leva che mi ha “stregato”: sapere che potevi parlare dei tuoi problemi o dubbi sulla piattaforma e trovare sempre un tuo pari, molto esperto che ti rispondeva con grande generosità, mi stupì.

4 – Puoi spiegarci, in poche parole, che cosa si intende per “home sharing”?

Home sharing vuol dire condividere la casa, perché inizialmente era nato così, mettendo a disposizione una stanza della propria casa in cui si viveva. La condivisione è l’utilizzo in comune di una risorsa o di uno  spazio. In senso  più  ampio  si riferisce all’uso congiunto o alternato nel tempo  di un bene finito, come una residenza o una autovettura. Diciamo di condividere la casa quando conviviamo con gli ospiti, ma anche quando affittiamo la casa alternativamente a più persone senza viverci, per un tempo limitato.

Basta pensare al car sharing, il bike sharing per capire come questa modalità di può intendere anche per un intero appartamento. A questo punto occorre definire chi è l’host, che è una persona che gestisce da sola un appartamento o parte di esso di cui ha disponibilità e lo dà in affitto ai turisti  per periodi di tempo limitati nella durata, ma frequenti nella rotazione. L’host si occupa personalmente di accogliere gli ospiti, fare le pulizie tra un cambio e l’altro, instaurando una comunicazione personale ed offrendo informazioni pratiche sul vicinato e sulla città.

5 – Quale tocco personale aggiungi in questa attività?

Io effettuo tutti i check in personalmente perché mi piace “consegnare” la casa agli ospiti e raccontare bene tutte le caratteristiche del quartiere in cui vivo e loro vivranno per qualche giorno come cittadini temporanei. Ho preparato io un bel “Manuale della casa” – un quadernone a loro disposizione – con tutte le informazioni che servono per stare bene in casa e nel quartiere. È in due lingue, alcune pagine sono tradotte in cinese, perché ho avuto spesso ospiti cinesi che conoscevano poco l’inglese. Ho messo a disposizione libri e guide in inglese e francese, su Milano e Lombardia.

6 – Puoi anticiparci se hai in progetto un altro libro?

Per ora non penso a un terzo libro, è un progetto molto impegnativo, per ora mi voglio dedicare alla formazione, con corsi appositi per insegnare alle persone come me ad affittare una casa con l’home sharing e continuare a fare questo con la mia seconda casa, ora che il turismo ripartirà.

7 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?

Energetica, programmatrice, trascinatrice

8 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul vostro libro?

Verso giugno 2014, il primo anno di Airbnb, il flusso delle prenotazioni aumentò un po’. Arrivò una famiglia dall’India, madre, padre, tre figli in scala dai sette ai tredici anni. Al check-in il marito si rivolse al mio, dopo averci salutato e la moglie chiese di andare a sdraiarsi sul letto perché era molto stanca. I ragazzi, vivacissimi, vollero fare subito un selfie con me e poi decisi di far vedere a loro la casa, mentre i due uomini sbrigavano la compilazione dei documenti.

Ricordo un check-in un po’ movimentato e chiassoso perché i ragazzi si fermavano spesso tra di loro a parlare e indicare le cose. Due oggetti attrassero la loro attenzione più di ogni altra: la ragazza era assorbita dal capire cosa era un blocchetto di post-it rosa e il più piccolo dei tre in bagno mi chiese cosa fosse il bidet. “What’s that for?” a che serve? Bene, non mi ero preparata alla risposta ma fui comunque pronta. Mimai il gesto di lavarsi un piede dentro il bidet e la mia risposta “It is for washing your feet” (è per lavarti i piedi) lo accontentò mentre io tiravo un sospiro di sollievo. Fare l’host vuol dire diventare bravi a risolvere con stile situazioni imbarazzanti!

9 – Quali sono i tuoi autori e libri preferiti: puoi citarmene un paio?

Adoro Nicolò Ammaniti per il suo stile dissacrante e un po’ horror; il suo libro più bello è “Io non ho paura”, di cui ho apprezzato anche il film. Poi mi piace molto Alice Avallone e il suo ultimo libro “Datastories”, che sto leggendo ora.

10 – Infine una curiosità: qual è stato l’ultimo libro che hai comprato e/o letto?

Io amo leggere manuali e libri di marketing e comunicazione. Ho comprato e letto da poco “Community economy. Persone che trasformano mercati e organizzazioni” di Marta Mainieri, molto interessante perché ultimamente mi interessano le community e come gestirle efficacemente.

abrugnola@mediawip.com

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Antonella Brugnola | Facebook

Antonella Brugnola e Silvia Ghezzi

Biografia

Antonella Brugnola è una appassionata host dal 2014 e gestisce questo progetto come alternativa agli affitti classici della seconda casa a Milano. È socia fondatrice dell’Associazione OspitaMI e fornisce aiuto e consulenza a chi vuole diventare un host a 5 stelle, agli esordienti, a chi vuole investire nel settore della ricettività extralberghiera e nel turismo della sua città. Ha alle spalle centinaia di soggiorni di ospiti da tutto il mondo e conferma il titolo di Superhost Airbnb da 5 anni di fila. Da gennaio 2021 è membro dell’Host Advisory Board di Airbnb, in rappresentanza degli host italiani.

Obiettivo di Antonella è diffondere la pratica dell’home sharing come forma di sviluppo del turismo responsabile e della microimprenditorialità, ovvero come progetto familiare per mettere a reddito una casa in modo nuovo rispetto agli affitti tradizionali.

Antonella aiuta a risolvere i dubbi relativi alla gestione di un affitto turistico per accogliere con soddisfazione e ama promuovere così l’italianità all’estero perché ha una lunga esperienza sul campo. Si tiene costantemente aggiornata sulle novità del settore e i nuovi trend del mercato del turismo, grazie all’appartenenza ad un network di esperti, l’Associazione OspitaMI e la scuola di formazione “Vivere di Turismo Business School” di Danilo Beltrante.

Ispirandoti all’esperienza di Antonella, migliorerai la comprensione delle dinamiche dell’home sharing per avere ospiti contenti, ottenere recensioni a 5 stelle che si tradurranno in più prenotazioni e più guadagno.

Ti ringrazio di aver risposto alle domande.

A presto

Gabrio

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