Titolo: La fabbricante di stelle
Autrice: Mélissa Da Costa
Editore: Rizzoli
Collana: Le narrative
Pagine: 202
Prezzo: € 15,00
Uscita: 8 aprile 2025
Traduzione: Elena Cappellini
Recensione
“La fabbricante di stelle” è il nuovo delicato ed intenso romanzo di Mélissa Da Costa, pubblicato dalla casa editrice “Rizzoli”. Qui sul blog trovate altre recensioni di alcuni suoi libri.
L’ho letto con alte aspettative e sono state mantenute, seppure nel corso delle pagine mi ha aperto delle ferite
Protagonisti principali sono una famiglia: la madre Clarisse, il padre e loro figlio Arthur, poi ci sono i nonni e la dolcissima zia Cassie, sorella della madre.
La storia non è assolutamente allegra e divertente, ma riesce a tenere i lettori incollati alle pagine, seppure ogni tanto con gli occhi lucidi. E’ una vicenda che, a mio avviso, può essere vista anche di formazione, del ruolo dei genitori in una situazione molto particolare e difficile da affrontare; infatti, in quel caso non si è mai preparati a come informare i propri figli, specialmente se piccoli. Se da una parte Arthur sembra accogliere il racconto della madre, man mano che si procede nella vicenda gli sorgono dei dubbi.
Non voglio anticiparvi molto per non rovinarvi la sorpresa, ma vi assicuro che è un libro da leggere e da godersi pagina dopo pagina.
“La fabbricante di stelle” vede i capitoli che si alternano tra passato e presente. C’è molto da imparare da questo romanzo, in alcuni punti scalda il cuore, in altri fa versare lacrime. Inoltre l’autrice Mélissa Da Costa affronta diversi argomenti, secondo me, molto importanti per esempio le bugie “bianche”, il dire o non dire la verità su un fatto grave, come comportarsi nel frattempo, cosa fare e cosa non fare, che cosa dire e su cosa tacere.
Io ho sottolineato diversi passaggi, in alcuni ho rivisto purtroppo la mia situazione di alcuni anni fa e non è stato piacevole. Circa il dire o non dire, io la risposta ce l’ho perché ci sono passato, ma mi rendo conto che, in questo caso, si sta facendo riferimento ad un bambino piccolo e quindi tutto si complica.
“La fabbricante di stelle” è un libro dolce e molto gradevole che fa capire ciò che conta di più nella vita, regala ricche e profonde emozioni e racconta anche i rapporti familiari, ad un certo punto, infatti, si racconta di quelli tra padre e figlio che si complicano notevolmente.
Ci sono scene commoventi che conquistano e diventano indimenticabili. Da una favola narrata dalla madre per difendere il figlio e non farlo soffrire, si arriva poi a capire il suo grande affetto. Essere genitori, indubbiamente, è il compito più difficile, specialmente in questo caso narrato.
“La fabbricante di stelle” ci insegna a non sprecare i momenti belli, a godersi i propri genitori, che anche loro sono umani e quindi possono sbagliare, ma non sempre è facile per nessuno in situazioni così drammatiche.
Il grande merito di Mélissa Da Costa è quello di non essere caduta nella lacrima facile, non era questo il suo intento, infatti ha reso la vicenda, in alcuni momenti, anche piacevole, ci sono stati attimi di serenità e di pace, di benessere. Purtroppo però la vita, a volte, si dimostra crudele e non sempre si può risolvere il problema.
Vi consiglio caldamente di leggere “La fabbricante di stelle” perché sono certo che vi conquisterà con la sua delicatezza, profondità d’animo e per la scrittura dell’autrice che è limpida, poetica e magica.
Qui sotto vi propongo l’incipit del secondo capitolo:
“Era stato un tardo pomeriggio strano. Papà era venuto a prendermi a scuola, la mamma non aveva potuto. Fuori pioveva. Mi ero premurato di lasciare le scarpe tutte infangate all’ingresso, ma papà non si era congratulato con me. A differenza della mamma non notava mai questo tipo di dettagli. Siccome pioveva, non potevo fare merenda in giardino, sulla mia montagnola.
Così mi ero seduto sul tappeto del soggiorno, quello verde scuro, morbidissimo, quello su cui normalmente non avevamo il permesso di mangiare. Ma, come dicevo, la mamma non c’era e papà non prestava molta attenzione a queste cose. Sgranocchiavo la mia barretta al cioccolato sul tappeto del soggiorno e papà era in piedi davanti alla finestra da un’eternità…”
Trama
Arthur ha cinque anni quando sua madre Clarisse gli rivela un gran segreto: tra non molto dovrà partire per un lungo viaggio con destinazione Urano. E lì, racconta Clarisse, sul pianeta ghiacciato dalle ventisette lune, popolato da lumache con il guscio azzurro che mangiano niveo prezzemolo polare, da alberi-cervo con sonore campanelle appese ai rami e da tante altre creature straordinarie, proprio lei avrà il compito di disegnare le stelle che notte dopo notte illuminano l’universo.
Molti anni dopo Arthur, ormai adulto, aspetta che la sua compagna dia alla luce la loro prima figlia, e si trova a ripensare alla madre e a quella favola. Lui ovviamente sa che l’universo magico così ben descritto da Clarisse è stato l’espediente che la donna ha voluto usare per spiegare al figlio un imminente distacco, definitivo e tragico. Una bugia meravigliosa che ha permesso a un bambino di sognare e di immaginare, invece di dover soltanto guardare negli occhi la realtà, almeno per un po’ di tempo. E solo in quel momento Arthur comprenderà davvero il gesto di sua madre.