Travolti da un atomico destino

Titolo: Travolti da un atomico destino

Sottotitolo: Perché non ci fidiamo del nucleare

Autore: Silvia Kuna Ballero

Editore: Chiarelettere

Collana: Reverse

Pagine: 256

Prezzo: € 17,90

Uscita: 1° giugno 2022

“La parola alla scienza per vederci finalmente chiaro sul nucleare”

Trama

Il nucleare ci salverà o ci distruggerà? L’energia atomica è da sempre oggetto di mitologie, false credenze, mistificazioni. I mostri radioattivi e le lande contaminate protagonisti di tanta letteratura e cinematografia pervadono il nostro immaginario sul nucleare fin dal periodo della Guerra fredda e, nel tempo, a tali paure se ne sono aggiunte altre più concrete che rispondono ai nomi di Černobyl, Fukushima, Zaporižžja.

Di fronte a nuove, stringenti problematiche come la crisi climatica ed energetica o all’emergere di minacciosi conflitti, conosciamo l’impatto della normale operatività di una centrale sulla salute dei lavoratori e della popolazione che vive in prossimità? Siamo in grado di soppesare lucidamente vantaggi e svantaggi della costruzione di una centrale in Europa o dell’insediamento di un deposito permanente per le scorie radioattive sul nostro territorio? Di accettare o escludere il nucleare come parte del mix energetico? Perché ci preoccupiamo per le centrali, ma non per l’impiego del nucleare in medicina o nella ricerca?

Nello stile della più brillante e accurata divulgazione scientifica, l’autrice ripercorre gli sviluppi del nucleare militare e civile, ci racconta da vicino Černobyl e le reali cause e conseguenze di altri gravi incidenti, affronta la spinosa questione dei rifiuti tossici e, dati alla mano, ci aiuta a discernere tra vecchie e nuove inquietudini, prospettive realistiche e false speranze generate dall’atomo. Continuiamo pure a divertirci con i mostri mutanti della fiction, ci dice, ma liberiamoci da ogni altra fantascientifica paura o aspettativa. La tecnologia nucleare richiede responsabilità.

«Un approccio scientifico rigoroso, senza trascurare gli aspetti sociali e comunicativi che hanno contribuito a definire le nostre inquietudini. Questo libro è uno strumento prezioso

per costruirsi una migliore consapevolezza sul nucleare»

Beatrice Mautino

Biografia

Silvia Kuna Ballero, astrofisica di forma­zione, divide il suo tempo tra l’insegnamen­to di matematica e fisica e la comunicazione scientifica da freelance sui temi dei rappor­ti tra la scienza e le sue rappresentazioni, con particolare attenzione per l’esplorazio­ne spaziale e la storia dell’energia nucleare.

Dal 2015 fa parte dell’associazione culturale Scientificast. Ha collaborato a progetti di didattica e comunicazione della scienza per Rizzoli Education, Airc e Radio3 Scienza, e ha scritto per riviste come “Vice” Italia, “Il Tascabile”, “Le Scienze” e “Mind”.

Prologo

C’è stato un periodo piuttosto lungo della mia infanzia genovese in cui in famiglia ci servivamo spesso di un negozio di fotografia che noleggiava videocassette. La scelta era limitata e si prendeva quello che c’era, tra cui un film del 1987 con Matthew Broderick e Helen Hunt dal titolo Fuga dal futuro. Danger Zone che pescava a suo modo dal terrore post Černobyl per le radiazioni. Nell’ambito di una missione militare top secret, un gruppo di scienziati si serviva di minireattori nucleari per irradiare mortalmente degli amabili scimpanzé. Radioattività usata per sperimentare sugli animali a scopo bellico: la quintessenza del male.

Incipit

L’energia nucleare e la radioattività non hanno sempre avuto cattiva fama. Oggi la parola «radiazione» suscita timore e allarme, ma di per sé significa energia che si diffonde nello spazio, che può scaldare, stimolare processi chimici e fisici e dare la vita. Solo quando è troppa questa energia può farci del male. Si chiamano «radiazioni ionizzanti» quelle che trasportano tanta energia da strappare elettroni alla materia, un processo che, se avviene nei tessuti del nostro corpo, può appunto danneggiarli.

Fu il ventiquattrenne Johann Wilhelm Ritter, fisico, chimico e filosofo romantico tedesco, a scoprire nel 1801 le prime radiazioni ionizzanti, osservando al di là della banda violetta dello spettro di luce quelli che chiamò «raggi deossidanti» per la loro capacità di accelerare alcune reazioni chimi che nella materia: altro non erano se non i raggi ultravioletti di alta energia oggi classificati come raggi Uvc.

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