Tre vivi, tre morti

Titolo: Tre vivi, tre morti

Autore: Ruska Jorjoliani

Editore: Voland

Collana: Amazzoni

Pagine: 200

Prezzo: € 16,00

Uscita: 5 marzo 2020

Recensione

Per il mese di aprile, per il progetto #Ragazzitralepagine insieme ad altre persone, abbiamo letto una nuova uscita del catalogo “Voland”. Conosco la casa editrice per alcuni suoi libri molto interessanti e scritti assolutamente bene. Purtroppo non è il caso di questo romanzo di Ruska Jorjoliani. Le motivazioni per cui boccio “Tre vivi, tre morti” sono molteplici.

Prima di tutto perché è parecchio faticoso seguire la storia. Infatti è troppo confusa, mescolata, si salta da una parte all’altra e non si riesce ad intuire che cosa stia raccontando. Ho trovato molta difficoltà durante tutte le 200 pagine. Inoltre, anche a livello stilistico, non ho gradito la scrittura dell’autrice.

Mi dispiace assai criticare così duramente questo libro, ma veramente è stato molto pesante leggerlo ed arrivare alla fine. Probabilmente ci saranno lettori che avranno letto con piacere questo romanzo gradendolo, ma non è il mio caso e mi dispiace.

Durante i vari capitoli mi sono imbattuto in troppi passaggi che non ho gradito. Uno per tutti:

 “Il lombrico continuò a strisciare verso un orizzonte bianco e infinito”

 Ebbene, io mi sono rivisto in quel lombrico, nel senso che ho strisciato per arrivare alla fine del libro.

Anche i personaggi li ho trovati ridicoli e patetici. Mi hanno trasmesso molta tristezza, solitudine e hanno dimostrato tutta la loro incapacità di prendersi le proprie responsabilità. L’atmosfera che ho respirato durante la lettura è stata indubbiamente molto tesa e di grande freddezza.

“Tre vivi, tre morti” non mi ha provocato nessuna emozione e nessuna sensazione positiva, ma solo tanta desolazione ed irritazione.

I due protagonisti Modesto e Aurora sono sposati, ma entrambi con un amante e ciò fa notare subito la loro reciproca insicurezza e l’incapacità di prendere delle decisioni circa la loro vita. L’autrice descrive la loro quotidianità che risulta, a mio avviso di immensa noia e solitudine interiore, nonostante tutto.

È un vero peccato perché la trama di “Tre vivi, tre morti” mi aveva catturato ed invogliato a leggerlo, infatti, sembrava veramente molto interessante ed appassionante, ma purtroppo si è rivelato l’esatto opposto. Probabilmente non è il libro adatto ai miei gusti ed al mio palato, forse occorre una seconda lettura (ma anche no grazie) o forse l’averlo scritto in questo modo è per farne la sua peculiarità e per contraddistinguerlo dagli altri romanzi.

Concludo affermando che “Tre vivi, tre morti” non è stata la mia lettura preferita, mi dispiace, ma non mi è piaciuto, non sono riuscito a capirlo, ad entrare nella storia, non mi ha coinvolto, a momenti morivo anche io (per la noia).

Spero che, comunque, qualcuno di voi possa apprezzarlo e, nel caso, vi invito a farmi sapere un vostro parere. Infatti, ho espresso, solo il mio sincero pensiero, ma sappiamo bene che ognuno di noi ha i propri gusti, quindi sicuramente ci sarà chi amerà “Tre vivi, tre morti”.

Trama

Un romanzo familiare dalle venature noir, dove quella nascosta sotto il tappeto è polvere da sparo, dove tenersi stretta un’esistenza banale si rivela meno semplice che premere il grilletto. E dove storie e passati si intrecciano. Firenze, fine anni ’50. Modesto e Aurora sono sposati, fanno gli insegnanti, hanno entrambi l’amante.

Si sono conosciuti in un giorno storico, quando Aurora assieme a molte altre italiane ha espresso il suo voto per la prima volta. Ora condividono una quotidianità fatta di cinema del lunedì, battute al vetriolo e perdite d’equilibrio. Finché una lettera non turba la loro placida routine: qualcuno sa di un “fattaccio” che riguarda Modesto, e che lui pensava sepolto nel passato…

Fra Russia e Abruzzo, primi anni ’40. Guerino è un giovane soldato, ha un padre vedovo e infiacchito, uno zio spavaldo e fascista. Scampato all’assideramento nella steppa, al rientro in patria si unisce alle milizie repubblichine. Con gli alleati ormai alle porte di Roma, sembra finire per sempre dalla parte sbagliata della Storia…

 

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