Vite mie

Titolo: Vite mie

Autore: Yari Selvetella

Editore: Mondadori

Collana: Scrittori italiani e stranieri

Pagine: 251

Prezzo: € 18,50

Uscita: 11 ottobre 2022

Recensione

“Vite mie” è il titolo del nuovo romanzo di Yari Selvetella (giornalista e autore televisivo), pubblicato da “Mondadori”.

La trama invoglia alla lettura, ma è quando si comincia ad immergersi tra le pagine che si nota come il libro sia qualcosa di particolare e di diverso dal solito. All’interno troviamo nove parti ed ognuna di queste è divisa in tanti paragrafi, più o meno lunghi, che trattano determinati argomenti, che si rifanno alla sezione nella quale si trovano. Tutto ciò, a mio avviso, è particolare, interessante ed originale. Infatti, l’autore è assolutamente molto bravo a scrivere, tanto che la sua penna scorre sulle pagine in tutta libertà, senza nessun tipo di timore.

Yari Selvetella è assai sciolto e sicuro nel raccontarci, con precisione, la storia presente all’interno del suo romanzo che ha come protagonista Claudio Perizio. Tutto è molto schietto, assai originale, oserei quasi dire che potrebbe essere un libro di racconti legati tra di loro.

Lo scrittore, infatti, affronta moltissimi argomenti che il lettore si gusta grazie al meraviglioso e particolare stile narrativo. Inizialmente potrebbe sembrare tutto un po’ lento e strano, ma vi assicuro che, una volta entrati in sintonia con la vicenda, “Vite mie” si trasforma in un libro che conquista ed invoglia a continuare spediti

Mi hanno colpito parecchio le precise e dettagliate descrizioni che si trovano al suo interno, inoltre, secondo me, si nota la sua grande bravura nello scrivere, perché riesce a tenere viva l’attenzione del lettore proponendo un libro con pochissimi dialoghi. Nonostante ciò, infatti, il ritmo è sempre molto spedito e vivace, tanto che la storia scorre come un fiume in piena, ricca di dettagli e anche di informazioni varie.

Tra i vari paragrafi che ho apprezzato parecchio, ci sono quelli in cui ci presenta, singolarmente, i vari figli, dandoci, in tal modo, la possibilità di conoscerli meglio e di farci un’idea. Ma in genere è così per tutto il romanzo, si diventa come suoi amici, o conoscenti, che lo seguono da fuori. Ciò è merito, indubbiamente della capacità di Yari Selvatella di scrivere in modo affascinante e coinvolgente.

Una volta che si capisce la particolarità del libro, lo si apprezza, ma per quanto riguarda la scrittura, quella la si adora fin dalle prime pagine. A me ha conquistato.

Vi regalo una anticipazione, che non è uno spoiler: il titolo è come viene chiamata una delle nove parti del romanzo ed è pure una tra quelle che più ho apprezzato.

Durante la lettura ho respirato atmosfere di vario genere, da quella malinconica, a quella di speranza, da quella invasa dalla voglia di farcela ad andare avanti, a quella della memoria tornando con i ricordi al passato.

“Vite mie” è un romanzo complesso, magari non per tutti, ma che riesce a trasmettere tanto al lettore, a coinvolgerlo anche emotivamente, specialmente in alcuni passaggi che non vi anticipo.

Si piange, si sorride, si spera… insomma si provano emozioni a 360 gradi come la vita con i suoi momenti positivi e negativi, le sue conquiste, le sue sconfitte e delusioni, le sue speranze i suoi sogni. Si parla di famiglia, di voglia di casa, di vita passata e di molto altro. “Vite mie” è un libro ricco di temi e ricco di spunti sui quali riflettere e confrontarsi.

E a proposito di case, concludo con passaggio che le riguarda, mentre per l’incipit, la biografia e altro, potete andare a leggere l’articolo presente nel blog.

“I criteri di selezione di una casa sono la radiografia di una storia famigliare. La casa che scegli, e anzitutto se puoi sceglierla o meno, racconta da dove provieni, chi ti credi di essere, le priorità che vuoi importi, gli azzardi sul destino dei figli. Agata e io siamo nati proletari, viviamo da piccoloborghesi, ci diamo qualche aria da intellettuali per il fatto che lei è una sociologa e io un giornalista, e per puro caso viviamo nel cuore del centro storico di Roma, al Colosseo, in un palazzo di primari, concertisti, attori, ex mogli di prefetti, imprenditori figli di imprenditori, cittadini svizzeri, ministri di passaggio, affaristi di vario tipo. Non che la loro dislocazione geografica, qui in città, sia stata meno casuale, sin dalla nascita, o più meritevole della nostra…”

Trama

Amare non è sufficiente, bisogna sapere come si fa. Talvolta una vita non basta a impararlo per bene, oppure l’abilità coltivata negli anni si dissolve misteriosamente e non rimane altro che un senso di inadeguatezza e di nostalgia. Serve più di una vita, a Claudio Prizio, per poter sentire che sta davvero ricominciando da capo. Gli serve, anzitutto, cercare sé stesso negli altri.

Claudio chiede riparo, come ha sempre fatto, alla famiglia, ma anche gli equilibri domestici si stanno ormai modificando. La sua è una famiglia particolare e al tempo stesso normalissima, che custodisce grandi dolori, legami insoliti e momenti di autentica felicità. Tutti devono trovare la forza di lasciar andare il passato: la sua compagna Agata, i suoi quattro figli – due dei quali ormai adulti – e soprattutto lui.

Claudio cerca sé stesso in casa, ma anche nella sua città: Roma è così prodiga di incontri che finisce per stordirlo in un vortice di coincidenze. Da qualche tempo, infatti, Claudio non fa che ravvisare somiglianze tra sé e le persone in cui si imbatte: un guidatore distratto che quasi lo investe al semaforo, un rocker attempato, un agente immobiliare, una donna che si è rifugiata in campagna. I suoi simili sono specchi, ma anziché aiutarlo a comprendere la propria identità, sembrano avvilupparlo in un gioco di riflessi senza scampo.

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