Titolo: Velluto e piume
Autrice: Rossella Ghigliotti
Editore: Scatole Parlanti
Collana: Voci
Pagine: 224
Prezzo: € 18,00
Uscita: 9 aprile 2025
Recensione
“Velluto e piume” è il nuovo romanzo di Rossella Ghigliotti, pubblicato dalla casa editrice “Scatole Parlanti”.
La copertina è molto particolare e la breve trama riesce subito ad incuriosire il lettore. Una particolarità che ho notato è nei titoli dei capitoli che sono sicuramente curiosi e singolari.
La storia, nel suo dipanarsi, è malinconica e a volte un po’ triste, ma anche incisiva con momenti di grande energia da parte della protagonista Ana, una ragazza ventenne da cui traspirano vari sentimenti e anche una certa dose di fragilità. Inoltre, c’è un velo di mistero che invoglia il lettore a continuare nella lettura, pagina dopo pagina, per capire maggiormente che cosa accadrà, per saperne di più sulla ragazza e anche su sua madre Caterina, oltre del gabbiano che troviamo già nella trama.
Caterina, indubbiamente, è stata una madre assolutamente particolare, sia per il suo carattere, sia per come ha svolto il ruolo a lei assegnato con la nascita della figlia. A volte ho provato parecchia tenerezza per Ana, oltre che commozione.
“Velluto e piume” è un romanzo che va letto lentamente, per gustare tutta la vicenda narrata, oltre a cercare di capire, tra le righe, che cosa l’autrice vuole trasmettere ai suoi lettori. Inoltre, è un libro fatto di ricordi che ritornano, che affiorano e si avvinghiano nella mente.
Nel romanzo si alternano momenti duri con momenti più profondi e dolci, passaggi che fanno riflettere e che invitano a scoprire maggiormente la storia, e altri che commuovono.
Caterina purtroppo è una persona parecchio fredda, distaccata, quasi non adatta a essere madre, inoltre è spesso arrabbiata e di cattivo umore; infatti, Ana ne paga un po’ le conseguenze. Per sua fortuna ci sono i suoi nonni. Sua madre quando lei nasce si rende conto di non essere adatta a ricoprire quel ruolo. A peggiorare la situazione è un altro personaggio, Marcello, il marito e padre di Ana, che abbandona la famiglia per un’altra donna, anche a causa del carattere di Caterina, dei suoi atteggiamenti e per il fatto di sentirsi trascurato.
Successivamente ci sono degli avvenimenti che non voglio anticiparvi per non rovinarvi la lettura, ma che sono dei veri colpi di scena, non piacevoli per la povera Ana, che dovrà superare altri dolori e situazioni drammatiche.
“Velluto e piume” è sì un romanzo parecchio triste, ma a mio avviso anche di formazione. Tutti questi eventi dimostrano pure il carattere di Ana, il suo modo di affrontare le situazioni così tragiche che la vita le ha riservato.
Rossella Ghigliotti racconta, con parecchia bravura, la storia di questa famiglia e tutte le sventure che avvengono, ma lo fa in modo delicato e profondo, senza esaltare le tragedie, ma con grande cautela e sensibilità. Si percepiscono forti emozioni, sia nella storia, sia da parte dell’autrice nello scrivere questo romanzo.
Se siete persone molto sensibili, forse non è la lettura per voi, ma è indubbiamente un libro delicato, umano e con una intensità che coinvolge e commuove, un romanzo che merita di essere letto.
Il libro inizia con un’intensa e profonda “nota dell’autrice”
Qui sotto, invece, vi propongo l’incipit del prologo:
“Camminava lentamente, trascinando le gambe ossute, le spalle curve, gli occhi a cercare con la dovizia di un geologo le crepe nell’asfalto. La incuriosivano quelle ferite nel terreno, che non avevano mai essudato, testimoni della resilienza della strada al tempo.
Lei era cemento. Caspita, se lo era. Coperta di vecchie piaghe che si erano cicatrizzate nell’istante in cui erano apparse. Ma era veramente così? No, non lo era. Capace di sopravvivere al dolore della carne, vulnerabile a quello della mente, era preda di quel sangue non esondato, circoscritto nei confini dei tagli e rimasto nel suo corpo, grumo denso e pulsante, trombo dei suoi sentimenti. Abbarbicato in una vena, ora vivo, il dolore silenziato a lungo, fossilizzato, iniziò a martellarla. Per quale motivo il male che si portava dentro rivendicava così tardi il diritto di toglierle il respiro?
Trama
Muggia, 1983. Ana, ventenne, passeggia sul lungomare e ripercorre il proprio passato. Attraverso il suo sguardo e quello della madre Caterina, emerge una storia di fragilità, debolezze e inganni. Cosa si cela dietro i sentimenti della donna? E quale misterioso legame unisce Ana al gabbiano e al cormorano che la seguono, portando con sé ricordi e colpe passate? Un viaggio singolare negli oscuri meandri della psiche, una storia tesa, amara e una possibilità di riconciliazione.