A tempo di tango. Scacco matto a Buenos Aires

Titolo:  A tempo di tango

Sottotitolo: Scacco matto a Buenos Aires

Autore: Mario Abbati

Editore: Bookabook

Pagine: 428

Prezzo: € 16,00

Uscita: 25 giugno 2020

Recensione

“A tempo di tango. Scacco matto a Buenos Aires” è il nuovo romanzo di Mario Abbati che questa volta è firmato da “Bookabook”. Il libro è abbastanza corposo, appassionante e ricco di storie.

È un’avvincente avventura composta da tre parti. La prima si svolge a Roma, la seconda a Buenos Aires, mentre la terza dal titolo “Lo spazio degli eventi”. Onestamente ho apprezzato maggiormente la seconda perché l’ho trovata più appassionante, più movimentata e molto più carica nel ritmo. Quella ambientata a Roma ho inizialmente faticato a leggerla e a mantenere concentrata la mia attenzione, seppure, comunque, ho trovato diversi passaggi interessanti.

I protagonisti non sono solo esseri umani, ma, per esempio, lo è anche un gioco che si ricollega agli scacchi e si chiama “Pangioco”, ideato da Xul Solar.  Personalmente non sono un appassionato di scacchi, ma indubbiamente ho nutrito grande curiosità per quanto ho letto in “A tempo di tango. Scacco matto a Buenos Aires”, infatti ne sono rimasto affascinato.

 

Proseguendo troviamo come protagonista, ovviamente, anche Buenos Aires in cui si svolge la seconda parte del libro e i dialoghi sono conditi da parole in lingua che, se da una parte arricchiscono e rendono tutto più realistico e vero, dall’altra, a mio avviso, forse rallentano il ritmo. Quanto ho appena affermato è, comunque, una mia osservazione e specialmente un mio limite.

Un fatto molto curioso è che i capitoli di questa sezione sono numerati con parole non più in italiano, ma della lingua del posto. Infatti dopo il capitolo “dieci” ci troviamo catapultati nel capitolo “once”. Una mossa astuta che trovo costruttiva perché ci fa piombare subito in un altro luogo e quindi entriamo immediatamente nel vivo della situazione.

Come sapete mi piace molto anche dare importanza a queste situazioni grafiche e alle idee nuove che, a volte, incontro durante la lettura dei libri. Per esempio la prima volta che mi trovai tra le mani un libro proprio di “Bookabook”, apprezzai il fatto che una loro caratteristica è avere il titolo del romanzo su ogni lato della pagina destra.

Tornando “A tempo di tango. Scacco matto a Buenos Aires”, man, mano che si procede nella lettura acquista maggiore ritmo e maggiore enfasi. All’interno del romanzo Mario Abbati utilizza anche molte descrizioni, spesso assai dettagliate, che rendono possibile, al lettore, immaginare la scena, il luogo o l’oggetto che di cui si parla. Dal mio punto di vista esse mi sono sembrate molto ben realizzate e, forse, con una marcia in più rispetto ai dialoghi, ciò anche perché mi sono parse maggiormente numerose.

Lo stile di scrittura è molto ben costruito e organizzato, si nota lo studio che c’è stato dietro. Il risultato finale è un romanzo abbastanza scorrevole ed indicato, in particolare, a chi ama il genere ed è appassionato dei temi principali: scacchi, qui nella particolare versione del “Pangioco” , di  Buenos Aires, di tango, oltre a un po’ di intrighi e di misteri. Un libro che potrei descrivere come: giocoso, musicale ed tutto in movimento, con una spruzzata di esoterismo e di tarocchi.

Concludo col passaggio presente in quarta di copertina:

“Il tango è come il tempo. Il pavimento è il passato, il soffitto è il futuro. Chi balla sta in mezzo, fa da ponte tra passato e futuro. O ci lasciamo dominare dal pavimento, ossia concentriamo il nostro stile di ballo su passi e figure; oppure assecondiamo il filo della musica che ci solleva verso il soffitto.”

Trama

Il Tempo che governa i passi del tango e il corso ordinato degli eventi, all’improvviso, inizia a prendersi gioco del maestro di ballo Toni de Mastrangelo: la sua vita perde ritmo e logica, trascinandolo in una caotica partita a scacchi di cui lui non conosce le regole.

La sua fidanzata, la sua auto, la sua scuola di tango danno infatti segni di cedimento sospettosamente sincronizzati, spingendolo a trovare finalmente il coraggio di volare verso il luogo mitico per ogni tanghèro: Buenos Aires. Bussola disorientata di questo viaggio è il Pangioco, una versione alternativa degli scacchi creata dal misterioso artista argentino Xul Solar, amico intimo di Borges, e acquistata per caso da Toni.

Da questo strano gioco il protagonista verrà trascinato in una sequela di inganni, pericoli e rivelazioni, insieme a collezionisti di tarocchi, un poeta postavanguardista, una conturbante massaggiatrice, un gatto psicologo e un maestro di tango che non balla.

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