I santi d’argento

Titolo: I santi d’argento

Autore: Giancarlo Piacci

Editore: Salani

Collana: Le stanze

Pagine: 335

Prezzo: € 16,00

Uscita: 13 settembre 2022

Recensione

“Salani” ci propone il primo romanzo di Giancarlo Piacci dal titolo “I santi d’argento”.

Ѐ indubbiamente un noir, vero e puro, che attira fin dalla trama e, a mio avviso, incuriosisce il lettore. Infatti all’interno deve essere svelato il mistero circa la morte di un ragazzo e le eventuali motivazioni.

Il pezzo forte del romanzo, secondo me, sono le descrizioni molto ben dettagliate che ci permettono di immaginare ogni singola scena ed azione. Tutto ciò è importante specialmente quando si tratta di un libro di questo genere. Al suo interno c’è mistero, azione, intrigo e molti elementi vincenti del genere noir.

Il protagonista, Vincenzo, l’ho trovato carismatico ed interessante, ben descritto e sicuramente, da lettore, l’ho seguito con interesse, nel corso delle pagine e dei vari capitoli.

Per quanto riguarda i dialoghi, a volte, sono con una leggera cadenza in dialetto che, se da una parte potrebbe dare fastidio a qualcuno, dall’altra bisogna ammettere che donano colore e schiettezza alla storia ed ai personaggi.

Oltre a Vincenzo, secondo me, è da tenere d’occhio anche Rosario che, con la sua presenza, ha movimentato e reso ancora più interessante la storia. A me, il suo personaggio, è piaciuto molto.

Nel corso del libro si svolgono indagini e si viene a conoscenza di indizi e di particolari interessanti che, comunque, come tutti sappiamo, sono sempre da confermare da parte di chi vuole arrivare alla soluzione finale.

“I santi d’argento” è un noir avvincente ed è in grado di intrattenere il suo pubblico con grande capacità e ricchezza di colpi di scena, infatti è una lettura che non annoia, ma fa scaturire, in chi legge, la voglia di saperne di più sull’assassinio e sulle motivazioni.

Lo svolgersi dei fatti è ben descritto e, a mio avviso, ci sono pure dei momenti di introspezione che rendono il romanzo psicologicamente ancora più appassionante. Infatti ci sono dei passaggi che ho apprezzato parecchio e mi è capitata addirittura una pagina intera che, personalmente, ho trovato meravigliosa, già quella merita la lettura del libro. Spettacolare, l’ho riletta due volte per assaporare al meglio tutto ciò che c’è scritto.

La penna di Giancarlo Piacci è ben dosata e precisa, si sofferma nei punti che ritiene più importanti e queste sue scelte fanno in modo di rendere il romanzo avvincente, oltre che avventuroso. Nulla è eccessivo, neppure il leggero dialetto che, a volte, capita. Tutto ha un suo colore che rientra perfettamente nel noir. Ci sono momenti più oscuri di altri, passaggi profondi, riflessioni e molto altro ancora, inoltre è da apprezzare che, a mio parere, niente è prevedibile e scontato e ciò rende ancora più interessante la lettura de “I santi d’argento”.

Qui sotto vi propongo l’incipit e, se vi piace il genere, vi consiglio la lettura del libro perché merita, ne resterete affascinati.

“Si dice che gli animali avvertano le sciagure in anticipo. Brividi e smania a cui non sanno dare nome e ragione gli attraversano il corpo. Si concentrano per annusare quell’aria che graffia le narici. Per ore belano, gracidano, nitriscono. La preoccupazione esce dal corpo incontrollata, in un coro di versi disperati. Si strofinano sulla terra in preda a un prurito irrisolvibile che pulsa sotto la pelle. Niente di tutto ciò è però in grado di decifrare quella sensazione di pericolo che corre lungo la loro spina dorsale.

Possono salvare le città starnazzando in Campidoglio o mettere in salvo gli abitanti di un condominio abbaiando al balcone prima che la terra tremi. Quello che non possono fare è salvare loro stessi. Il cervo non sente la freccia quando sta per spaccargli il cuore. La rana non sente vibrare la gola quando una berlina arriva a tutta velocità sul tratto di strada che sta attraversando. Chiunque abbia stabilito che gli animali sentano arrivare le sciagure in anticipo, dunque, non è onesto poiché omette di proposito che saranno solo gli esseri umani a beneficiare della premonizione…”

Trama

Chi cerca di dimenticare il passato è condannato a riviverlo in eterno, e non c’è luogo dove si possa rifugiare. È il destino di Vincenzo, che da dieci anni si è nascosto in una casetta sul porticciolo di Bacoli, a trenta chilometri da Napoli, lontano da qualunque luogo o persona potesse ricordargli chi è stato e cosa ha fatto. Ma incubi e allucinazioni non hanno smesso di tormentarlo; né l’amicizia di Antonio, un pescatore che se l’è preso a cuore come un figlio, basta a lenire il suo dolore. È pazzo, dicono di lui… e potrebbero pure avere ragione.

Una mattina, mentre beve un caffè al bar, un uomo gli si avvicina. È un avvocato, spiega, e lo manda Giovanni Testa, amico di vecchia data, in carcere da anni, verso il quale Vincenzo ha un antico debito morale. Il figlio di Giovanni è morto qualche giorno prima, si è lanciato dal tetto di una chiesa. La moglie lo aveva lasciato, si mormora in giro, ultimamente stava male, era depresso. Ma il padre non crede al suicidio e chiede a Vincenzo di tornare in città, di indagare per conto suo. E così, dopo aver cercato per tanto tempo di scappare dalla verità, sarà costretto a rincorrerla e a sbatterci contro.

Con un personaggio che porta un elemento di novità nel panorama del noir italiano, Giancarlo Piacci scava nell’anima di Napoli e delle sue esistenze sgualcite per raccontare non solo le contraddizioni invisibili ma soprattutto quelle che abbiamo sotto agli occhi e ci ostiniamo a ignorare.

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