Intervista alle autrici: Laura Fantappiè e Roberta Zoncheddu

Buongiorno lettrici e lettori,

l’intervista di oggi è molto particolare, sia per le risposte importanti, ma anche per il fatto che è doppia, infatti sono due le autrici che rispondono alle mie domande, riguardanti il loro libro “Vite sospese” pubblicato da “Scatole Parlanti”: Laura Fantappiè e Roberta Zoncheddu

Se volete anche recuperare la mia recensione, vi basta cliccare qui.

1-Chi sono Laura Fantappiè e Roberta Zoncheddu e che tipo di scrittrici siete? 

Laura Fantappiè è tante cose: è una mamma, una moglie, una medical writer ma soprattutto è una donna che nella sua vita ha deciso di essere felice e di lottare ogni giorno per cambiare quelle circostanze che la separano dai suoi sogni. Più che una scrittrice mi definirei una comunicatrice: mi piace trasmettere emozioni, storie di vita, avventure, sperando che lascino qualcosa nel cuore di chi le legge.

Roberta Zoncheddu ha sempre vissuto con la consapevolezza che il nostro destino ci porta sempre dove dobbiamo stare, ha rincorso i suoi Sogni credendoci fortemente. Nella scrittura ha sempre cercato di lasciare un Emozione nel lettore.

2– Come è nata l’idea di scrivere il vostro libro “Vite sospese”?

LF: Nella primavera del 2021 durante la mia seconda gravidanza mi ammalo di una grave forma di Covid che mi porta ad affrontare la difficile esperienza della terapia intensiva. Tornata a casa dopo 3 mesi di lotta, conosco quasi per caso Roberta su un gruppo social di sopravvissuti a gravi forme di Covid. Due esperienze molto simili le nostre. Scatta subito la scintilla e l’idea nata da Roberta di raccontare le nostre storie in un libro per trasmettere speranza a molte persone che stanno combattendo le loro battaglie della vita.

RZ: “Vite sospese”, nasce dopo che io e Laura ci siamo conosciute su un gruppo di Facebook chiamato “Noi sopravissuti al covid”, ognuno di noi raccontava la sua storia, io e Laura ci siamo trovate subito per la similitudine di esse, siamo diventate amiche, e abbiamo voluto dare un senso a tutto quello che ci è successo, da qui è nata la nostra esigenza di raccontare la nostra storia, per dare speranza a chi come noi ha vissuto, vive, o vivrà un momento di grande dolore e paura.

3 – Ci descrivereste il vostro romanzo con tre aggettivi?

LF: Forte, vero, illuminato

RZ: Intenso, Emotivo, Implacabile

4 – Ci raccontate un po’ delle due protagoniste del libro, che essendo una storia vera siete voi due?

LF: Siamo due mamme accumunate da un destino comune. Entrambe abbiamo contratto una grave forma di Covid durante la nostra gravidanza. Ma siamo anche due donne che ogni volta si sostengono l’una con l’altra nelle situazioni difficili e che hanno deciso dal profondo del loro cuore di andare oltre le circostanze e trasmettere speranza alle tante persone che soffrono.

RZ: La storia mia e di Laura si intreccia in tutto, ci siamo ammalate di una grave forma di Covid nel 2021 nell’ultimo tratto della nostra gravidanza, ben presto siamo finite in Rianimazione attaccate alla speranza di poter tornare a casa vive e insieme ai nostri due bimbi nati prematuri per salvarci. Tutto ciò, la nostra storia, voglia essere un faro di speranza per tutti.

5 – Come vi siete organizzate per la stesura a quattro mani?

LF: La stesura del libro è stata la parte più magica e affascinante della nostra amicizia.

Abbiamo deciso di scriverci davvero ogni singola lettera. Ho iniziato io scrivendone una a Roberta in cui raccontavo l’inizio della mia avventura. Lei l’ha letta e poi mi ha risposto e così via fino a completare l’intero libro. Ogni volta un’emozione: aspettavo con ansia la sua prossima lettera per commuovermi ogni volta. Ancora oggi quando leggo il libro non riesco a trattenere le lacrime.

RZ: La stesura del libro è stata bellissima, perché tutto è venuto naturale, abbiamo iniziato a scambiarci delle lettere, dove ci raccontavamo cosa ci succedeva. Scandiva le nostre giornate, ci faceva unire sempre di più, e ad ogni lettera sentivamo che un pezzo di noi, della nostra storia, tutto prendeva forma, ci ha fatto capire quanta strada avevamo fatto, questa è stata la nostra forza.

6 – Come avete trovato la forza per reagire in quel terribile momento e che consigli dareste a chi si trova a combattere con la sofferenza?

LF: Non è stato facile. C’è stato un momento in ospedale in cui ho avuto la chiara sensazione che non ce l’avrei fatta e ho mandato un messaggio con le ultime raccomandazioni a mio marito. Sapevo che non c’era più tempo e dovevo dirgli le ultime cose. Poi il buio e il silenzio di 42 giorni di coma. In quei momenti mi hanno aiutato le molte persone che erano vicine a me col cuore (non potevano entrare in ospedale a causa delle restrizioni Covid) e il pensiero dei miei figli. Dovevo lottare e tornare per loro!

Non è mai facile dare consigli alle persone che soffrono perché ognuno ha la sua storia e il suo cammino da percorrere. Però mi sento di dire loro di non arrendersi mai perché l’inverno si trasforma sempre in primavera: noi ne siamo un esempio.

RZ: La parte più dura di tutto il nostro percorso è stato lottare contro qualcosa che non sapevamo cosa fosse, ma soprattutto se ci avesse lasciato in vita, se ci avrebbe permesso di tornare a casa dai nostri mariti e figli, io l’avevo vissuto anche come infermiera prima della mia gravidanza, il nostro obbiettivo è stato La Famiglia, ed è a loro che abbiamo donato ogni singolo pensiero per tornare.

Il vero consiglio è che anche se la paura sarà più forte, bisogna andare oltre di essa, e vedere quanto di bello c’è dietro quel muro, anche se fa male, anche se ti blocca, tu devi essere più forte.

7 – Ci sono progetti di solidarietà e altri eventi legati al vostro romanzo?

LF: Ci consideriamo due miracolate: la vita ci ha fatto un dono e abbiamo deciso di ricambiare questa enorme possibilità che ci è stata data avviando alcuni progetti di solidarietà. In particolare, uno di questi è rivolto alle terapie intensive neonatali e prevede la donazione di piccoli dou dou a forma di polpetto che aiutano i neonati nella loro ripresa. Sono realizzati da splendide volontarie che ci aiutano nel progetto.

RZ: Si, durante la stesura del libro, abbiamo trovato un progetto a sostegno delle Terapie Intensive Neonatali dal nome Octupus Theraphy, noi ci occupiamo di donare un po’ di pace e sollievo ai piccoli guerrieri che lottano in quei reparti attraverso questi piccoli polipetti fatti a mano da splendide persone che ci supportano.

E inoltre vorremmo fondare una Onlus per appoggiare progetti di solidarietà e donazione.

8 – Come è nata la vostra amicizia e riuscite a incontrarvi spesso con entrambe le famiglie?

LF: Io e Roberta ci sentiamo ogni giorno via messaggio. Siamo sempre vicine l’una all’altra soprattutto nei momenti difficili, e ce ne sono stati. Non riusciamo a incontrarci di persona molto spesso a causa dei numerosi impegni che abbiamo. Ma siamo sempre connesse col cuore: io la chiamo mia sorella d’anima e ormai non saprei vivere senza di lei.

RZ: La nostra amicizia è pura, vera, qualcosa di viscerale, perché prima di conoscersi di persona noi abbiamo aperto la nostra anima una all’altra e insieme siamo supporto nella quotidianità, nelle cose belle e in quelle brutte. Laura è parte di me, è una sorella, gli voglio un mondo di bene, a lei a tutta la sua famiglia. Vedersi tutti insieme a volte è più complicato, più che altri per i rispettivi impegni, ma appena possiamo ci organizziamo e stiamo tutti insieme, eventi di presentazione libro a parte.

9 – Come ti descriveresti con tre aggettivi e quali passioni/hobby hai nel tempo libero?

LF: Felice, determinata, empatica.

Nel tempo libero mi piace praticare yoga e trascorrere delle splendide giornate insieme alla mia famiglia.

RZ: Sognatrice, Forte, Idealista

Nel tempo libero mi piace sempre scrivere, leggere, viaggiare e stare con la mia famiglia.

10 – Infine una curiosità: qual è stato l‘ultimo libro che hai comprato e/o letto?

LF: “Le parole sono finestre oppure muri” di Rosenberg

RZ: “Io so che ci sei” di Paola Barbato

Biografie

Laura Fantappiè

Nata a Firenze nel 1982, sviluppa fin da subito la passione per la scienza e per la comunicazione.

Ottiene un PhD in biologia molecolare presso la Novartis di Siena e dopo aver girato per anni l’Italia conosce Mattia, suo futuro marito e padre dei suoi due figli, Tommaso e Giordano.

Dopo l’esperienza col Covid e la scrittura di “Vite Sospese” decide di trasformare la sua vita e rincorrere le sue passioni che la portano ad intraprendere l’affascinante carriera di Medical Writer nel mondo della comunicazione.

Roberta Zoncheddu

Roberta nasce a Fucecchio nel 1983, cresce con tante passioni tra cui l’arte, la scrittura, ma ha una parte razionale che si lega con l’arte medica, si laurea nel 2012 a Pisa in Infermieristica, e si trasferisce in Liguria l’anno dopo, dopo aver conosciuto Matteo, il suo futuro marito, dove ha poi iniziato subito a lavorare come infermiera.

Negli anni Roberta vince molti concorsi letterari nazionali e internazionali, e poi nel 2011 pubblica il suo primo libro dal titolo “Sul filo del tradimento” edito da Rupe Mutevole edizioni.

Nel 2022 esce “Vite Sospese”, edito da Scatole Parlanti, scritto insieme a Laura Fantappiè, in cui ci mettiamo dentro tutto ciò siamo.

Vi ringrazio di aver risposto alle mie domande!

Alla prossima!!!
Gabrio

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