I segreti del giovedì sera

Titolo:  I segreti del giovedì sera

Autore: Elvira Seminara

Editore: Einaudi

Collana: I coralli

Pagine: 191

Prezzo: € 16,50

Uscita: 7 luglio 2020

Oggi vi propongo questo libro che ho scoperto sulla pagina Instagram della casa editrice e ho deciso di correre e comprare. La copertina è stupenda, spettacolare, ma è la trama e la scrittura della scrittrice, almeno così di si dice, e comunque sfogliandolo in libreria, leggendo alcuni passaggi che mi hanno totalmente convinto. Quindi ecco qui sotto la trama e ciò che troverete sulle alette del libro.

Spero di invogliare anche voi l’acquisto e la lettura.

Trama

Sophia Miriam Olivia Cesare Pietro Mauro sono amici, e hanno vite ordinarie sino al momento in cui scoprono che il tempo sta per scadere: fra poco non avranno più cinquant’anni come si raccontavano, e usciranno per sempre dall’età di mezzo per entrare in un territorio nuovo.

Rabbiosi, vivranno questa soglia labile e miracolosa saltandoci sopra come in una giostra, decisi a non scendere sin che dura il fiato – o il vino. È in questo giorno che non può finire, e si prolunga e gira vorticosamente, che i protagonisti si trasformano e si rivelano, tra le cene del venerdì, ansiolitici e appuntamenti, dentro una società che si scompone sotto i piedi.

Le loro chiacchiere, i loro amori che nascono o franano, fanno attrito con la zona buia del nostro tempo che emerge a sprazzi, nell’evocazione di uno sbarco negato, di un corteo di disabili, di Notre-Dame che brucia.

Un dialogo inesauribile, il loro, impudico, che ci vede tutti coinvolti, nella stessa giostra, nella stessa risata o nella stessa paura: congedarsi senza preavviso dall’unica e vera giovinezza assegnata senza aver capito cosa ci aspetta.

Un turbine di vita e di parole tra Woody Allen e Il declino dell’impero americano.

Se la vita durasse una settimana, per Elvis e i suoi amici oggi sarebbe giovedì. Infatti è di giovedì che s’incontrano. Per scrutarsi, raccontarsi le novità, fare bilanci dentro un mondo che si scompone sotto i piedi. Tra poco non avranno più cinquant’anni, e usciranno per sempre dall’età di mezzo per entrare in un territorio nuovo.

Così, tra amori che nascono o franano, ansiolitici e aperitivi, cercano di varcare quella soglia labile e miracolosa saltandoci sopra come in una giostra, decisi a non scendere sin che dura il fiato – o il vino. La loro vita a dirotto si riflette in un dialogo inesauribile, impudico, che ci vede coinvolti tutti, nella stessa risata e nella stessa paura: congedarsi senza preavviso dall’unica giovinezza che ci è stata assegnata senza aver capito cosa ci aspetta.

«Abbiamo 59 anni, alcuni di noi hanno smesso di tingersi i capelli e di fumare, altri hanno cominciato la dieta e la Recherche, però dicendo che la rileggono. Facciamo finta di credere a un sacco di cose: che dimostriamo al massimo 48 anni, che non siamo depressi ma disincantati, che quella non è pancia ma colite. Che il vino rosso fa bene, e il caffè allunga la vita.

Abbiamo avuto case allagate e idee geniali, spesso contemporaneamente. Alcuni hanno doppie vite, doppio lavoro, doppio mento, doppia sim. A teatro ci addormentiamo, e in tv vediamo lo stesso Montalbano tre volte, convinti che sia la prima. Abbiamo voglia di ridere, ma ci commuoviamo spesso e diamo la colpa al polline. Ci angoscia l’idea di dimenticare le password.

Crediamo ancora negli sconti, più o meno in Dio, nelle creme antirughe, nei concerti del primo maggio e nei sughi senza conservanti, e quasi tutti nel primo Battisti e nel primo Battiato, il primo Von Trier e il primo Paul Auster. Conviviamo con malattie autoimmuni, vicini razzisti, gatti anaffettivi, pc pieni di virus, aumenti di stipendio, di peso, di autostima, ma combattiamo il colesterolo, la fine della sinistra, gli specchi troppo illuminati, le sanatorie, i leggings di ogni tipo, i bicchieri di plastica, l’irrilevanza, la frenesia del Pil, i rumori di deglutizione.

Ogni tanto siamo felici, senza motivo, senza bisogno d’indagare. Ci innamoriamo, andiamo in Messico e poi torniamo. Abbiamo detto milioni di volte le parole stress, motivazioni, analisi, percorso, adesso diciamo più spesso pillola, spreco, cuore, meraviglia. Il vocabolario si restringe e ansima, nel silenzio troviamo nuove gradazioni. Guardiamo il meteo sull’iPhone, più volte al giorno, e la notte per quello dopo. Mettiamo in carica. Domani sole».

E. S.

Biografia

Elvira Seminara, scrittrice e giornalista, ha pubblicato per Mondadori L’indecenza (2008), per Gaffi editore I racconti del parrucchiere (2009), per nottetempo Scusate la polvere (2011) e La penultima fine del mondo (2013), per Einaudi Atlante degli abiti smessi (2015) e I segreti del govedì sera (2020). I suoi testi sono tradotti in diversi paesi. Vive tra Aci Castello e Roma.

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