In un chiaro, gelido mattino di gennaio

Titolo: In un chiaro, gelido mattino di gennaio all’inizio del ventunesimo secolo

Autore: Roland Schimmelpfennig

Editore: Fazi

Pagine: 230

Prezzo: € 18,00

Traduttore: S. Jorio

Uscita: 17 gennaio 2019

Recensione

Un libro molto strano ed originale che ci incuriosisce e ci cattura subito, ad iniziare dal titolo che ci trasmette già delle indicazioni circa la storia.

I capitoli sono brevi, molto veloci come pure la lettura che scorre assai bene. A volte ho provato la sensazione di correre anche io, sia perché il ritmo è davvero tra i più veloci che abbia mai trovato, è quasi frenetico ed infatti non c’è tempo per fermarsi a riflettere, ad immaginare la scena o a cercare di capire e studiare i protagonisti (di cui alcuni vengono citati con i rispettivi nomi mentre altri, stranamente, no). Mi sono sentito, a volte, quasi in apnea e rapito dalla storia estremamente nuova.

Non è un romanzo, a mio avviso, del tutto facile. Occorre costanza e voglia di farsi catturare dalle vicende narrate e specialmente tenere il passo alle pagine. Si passa velocemente da una scena ad un’altra, da un personaggio al successivo per poi ritornare al precedente o a un altro ancora, tutto si intreccia e ci mette anche alla prova. Tutto scorre veloce, sommergendoci e noi, in attesa di scoprire come continua, insieme ai vari protagonisti affrontiamo impavidi alcuni colpi di scena e i vari avvicendamenti.

Roland Schimmelpfennig ha uno stile di scrittura a cui forse non ero del tutto abituato (e quindi mi ha fatto assai piacere leggerlo e scoprirlo) perché è molto stringato, asciutto, a volte sembra distaccato, ma alcuni personaggi riescono comunque ad arrivarci. L’atmosfera che si respira è cupa, fredda e perennemente in movimento. Anche i dialoghi sono asciutti. Tutto è scritto e curato nei minimi particolari, è presente lo stretto necessario, senza fronzoli ed abbellimenti.
A volte si respira tristezza, solitudine, paura ed anche rimpianti e nostalgia. Dall’altra speranza, coraggio e fiducia.

Secondo me, forse, questo libro non è adatto a tutti, perché occorre essere in grado di apprezzare un genere di scrittura e una storia molto diversa dalle solite, ma indubbiamente è un romanzo che ci colpisce per vari motivi, che rimane impresso nella mente per molto tempo e che può anche conquistarci positivamente perché sa sorprenderci rompendo quella routine dei classici romanzi e quindi ci regala qualcosa di nuovo e di particolare. Occorre però non demordere durante la lettura e non lasciarsi spaventare dalla particolarità della vicenda narrata e dal modo in cui questa è scritta.

Concludo con un passaggio:

“Avevano dormito entrambi a malapena, Agnieszka e Tomasz, non più di un’ora. Erano rimasti distesi sul letto senza toccarsi anche se non si vedevano da quasi quattro settimane, e poi era suonata la sveglia. Un paio d’ore più tardi Agnieszka mostrò la foto a una donna da cui faceva le pulizie. La donna lavorava per un giornale. Comprò la foto e il giorno dopo la foto era ovunque:
Un lupo di notte nella neve, alla luce del flash, e dietro il lupo un cartello – “BERLINO 80 KM”.

Trama

In un chiaro, gelido mattino di gennaio all’inizio del ventunesimo secolo un lupo attraversa il confine polacco-tedesco e si dirige verso Berlino. Un manovale polacco bloccato in autostrada a causa di un incidente lo vede e lo fotografa. La sua compagna fa pubblicare la foto. Negli stessi giorni due adolescenti scappano di casa e dalla provincia brandeburghese si mettono in viaggio per raggiungere la capitale, dove sperano di rintracciare un amico; un padre alcolista esce dalla clinica e si mette sulle tracce dei due ragazzi; una madre depressa torna nei luoghi della sua radiosa gioventù; un losco cileno proprietario di un locale tinteggiato di nero ospita i due ragazzini… E mentre la città, coperta di neve, s’impregna di un misto di paura e attrazione verso il lupo e crede di avvistarlo in ogni angolo, l’animale si nasconde, si sottrae, per poi apparire dove nessuno se lo aspetta.

Una silenziosa parabola del cercare, del morire, del bere, del perdersi e del ritrovarsi segna il debutto narrativo del drammaturgo tedesco. “In un chiaro, gelido mattino di gennaio all’inizio del ventunesimo secolo” è una fiaba metropolitana ambientata sul palcoscenico minimalista della Berlino dei nostri giorni: Schimmelpfennig posiziona i riflettori in modo da illuminare di volta in volta un solo angolo della scena, mostrandoci personaggi incapaci di uscire dalla solitudine del loro cono di luce; sullo sfondo, i fantasmi della DDR incontrano i mostri della gentrificazione.

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Comments

  • anna paola maga

    Marzo 5, 2019 at 7:08
    Reply

    incuriosisce molto. da leggere !

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