Intervista all’autore: Alessandro Mauro

Buongiorno a tutti !!!!

Oggi vi propongo l’intervista ad Alessandro Mauro, autore del libro “Basilio” della casa editrice “Augh! Edizioni”

Per leggere la mia recensione vi basta cliccare qui.

Biografia

Alessandro Mauro è nato a Roma nel 1965, e scrive per mestiere da quasi trent’anni. Ha pubblicato centinaia di articoli su testate a diffusione nazionale, dal quotidiano al quadrimestrale. Ha curato rassegne cinematografiche e un festival di cortometraggi. Quando non scrive, rivede testi altrui, dedicandosi in ogni caso alla cura di prodotti editoriali. Prima di Basilio, ha pubblicato per Exòrma nel 2016 Se Roma è fatta a scale.

Intervista

  1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “Basilio”?

Quando ho scritto il primo racconto con Basilio protagonista, non pensavo a un libro. E nemmeno quando ho scritto il secondo, o il terzo. A un certo punto mi sono accorto di avere un personaggio, uno con caratteristiche sue, che poteva essere il protagonista delle storie che mi venivano in mente. Solo molto più avanti ho pensato di arrivare a dieci racconti, e metterli in ordine, dall’infanzia alla fine del liceo. Non mi sono nemmeno accorto che in questo modo, avendo sempre lo stesso protagonista, ne era venuto fuori quasi un romanzo. Dopo l’uscita l’hanno notato alcuni lettori e qualche recensore, non io.

2 – Mi descriveresti il tuo libro con tre aggettivi?

Ormonale, compassionevole, leggero.

3 – Mi potresti presentare un po’ i personaggi in generale?

 Basilio è un ragazzino che vive con intensità quello che gli succede: lo vediamo quasi sempre alle prese con prime volte, come è tipico di infanzia e adolescenza, e questo lo mette in uno stato di agitazione emotiva quasi costante. Allo stesso tempo, però, gode di una certa elasticità, che gli permette di rialzarsi dopo le cadute. Racconto dopo racconto lo vediamo crescere, e poco alla volta perdere un po’ di innocenza.

Intorno a lui ci sono un sacco di personaggi, ma l’unico che troviamo in più di un racconto è Enzino, suo amico e compagno di banco. È più posato di lui, meno travolto dai desideri: è uno che pensa più al pallone che alle ragazze, per dirne una. E cerca di fare in modo che Basilio non voli via, per esempio quando si innamora.

4 – C’è un racconto al quale sei più affezionato?

Credo di essere affezionato a tutti. Prima di “Basilio” ho scritto solo “Se Roma è fatta a scale”, perciò questo è il mio primo libro di narrativa, e gli voglio bene. Se proprio devo scegliere ti dico “Quindi sei salvo stupido cane”, il racconto in cui Basilio è distrutto perché ha macchiato il libro della biblioteca. La particolarità di questo racconto è che c’è Betta, un personaggio molto diverso dalle ragazzine o ragazze che Basilio guarda da lontano senza riuscire ad avvicinarsi. Lei entra nella storia, e cambia le cose.

5 – Quali sono, secondo te, gli elementi fondamentali per scrivere un libro di racconti?

Come ti dicevo, “Basilio” è un libro di racconti anomalo, perché il protagonista è sempre lui. Mentre molte raccolte ospitano racconti con personaggi e caratteristiche che cambiano di storia in storia. Dunque di base credo basti immaginare delle storie e avere la costanza sufficiente per scriverle. Mi pare che la forma del racconto sia piuttosto tipica degli esordi, perché magari uno ancora non se la sente di affrontare la complessità di costruzione propria del romanzo. Di contro, è raro che i racconti abbiano fortuna editoriale, dunque bisogna che siano proprio buoni, ma questo è molto difficile da stabilire senza il parere degli altri.

6 – Puoi anticiparci se hai in progetto un altro libro?

 Ho finito da poco una cosa un po’ più lunga, che ora è in fase di revisione. Diciamo un romanzetto, perché romanzo mi sembra un parolone. Non riesco a chiamarlo con la stessa parola che si usa per definire “Moby Dick” e “Anna Karenina”.

Poi, proprio nelle settimane scorse, chiuso in casa per la pandemia, mi sono divertito con una serie di scritti brevi. Si chiama “Persone importanti che non ho conosciuto”, ed è una galleria di incontri, quasi sempre mancati: una specie di autobiografia di rimbalzo, e anche – come è stato detto in occasione del libro sulle scale – un espediente per scrivere di quello che mi pare.

7 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?

Basso, ignorante, onesto.

8 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?

In effetti “Basilio” ha un precedente: è un racconto piuttosto breve pubblicato parecchi anni fa su un settimanale che si occupava di calcio. Non l’ho incluso nel libro, perché volevo ci fossero soltanto inediti. Lì Basilio è piccolo, e per alcune ore prova a diventare tifoso di una squadra diversa dalla sua, per poi accorgersi che non gli è possibile. Mi ricordo che per l’occasione un mio amico fraterno, che è tifoso di quella squadra, fece anche una maglietta.

9 – Quali sono i tuoi autori e libri preferiti: puoi citarmene un paio?

Di sicuro Salinger. Non solo Holden però, anche se leggerlo da ragazzetto è stata una scoperta. Le poche altre cose disponibili mi sembrano meravigliose, compresi i “Nove racconti”, per tornare alla forma breve. E poi Fante, tutto. Nei giorni della clausura ho letto ai miei figli, che non leggono, “Un anno terribile”. Non lo leggevo da quasi venticinque anni, e mi sono accorto del debito enorme che “Basilio” ha con quel libro.

10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?

Dopo la riapertura delle librerie ho comprato l’autobiografia di Woody Allen, ma lo comincerò dopo aver finito “La valle dell’Eden”. Da ragazzo ho letto molte cose di Steinbeck, ma non questo. Lo sto facendo ora.

Ti ringrazio di aver risposto alle mie domande

Alla prossima

Gabrio

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