Intervista all’autore: Antonio Villani

Ciao lettrici e lettori,

il protagonista di oggi è Antonio Villani, autore del libro “Collezione privata” della casa editrice “Scatole Parlanti”.

La mia recensione la trovate qui.

Biografia

Antonio Villani è nato nel 1989 a Castellammare di Stabia (NA), è praticante notaio, ha autopubblicato 2 raccolte di racconti (Ballate egoiste del 2014 e Uguale e contraria del 2015), e il romanzo La Venere Dobner per Eretica Edizioni nel 2017.

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Intervista

 1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “Collezione privata”?

È nata come nascono tutte le mie idee: strato dopo strato, da un’intuizione a cui poi si aggiunge una suggestione, un ricordo, un personaggio che ho conosciuto e che trasformo da “uomo in carne e ossa” a “uomo di carta”. Tutte queste piccole cose vengono poi ordinate, formalizzate e schematizzate, in modo da avere una storia con una sua trama e una sua coerenza. Ogni cosa che ho scritto, dalla più breve alla più lunga, è nata da un’intuizione che con pazienza artigianale ho levigato fino a dargli una forma che mi soddisfacesse.

2 – Mi descriveresti il tuo libro con tre aggettivi?

Ritmato, sarcastico, europeista (perché è un atto d’amore verso la cultura e lo spirito dell’Europa).

 3 – Un pregio e un difetto del protagonista Saverio Pontecorvo?

Essendo tarato su di me, ha i miei pregi – ma amplificati – e i miei difetti – ma smussati. Quindi direi che il suo più grande pregio è di usare la cultura come un’arma, e il suo più grande difetto quello di mettere comunque il quieto vivere, lo status quo, davanti a tutto il resto.

4 – Preferisci scrivere racconti o romanzi e quale dei due ti impegna maggiormente?

Credo di essere più bravo a scrivere racconti, soprattutto perché mi permetto di giocare attorno a uno schema fisso: scelgo due o tre elementi ricorrenti (un dialogo, un intercalare, una situazione) e li declino in maniera diversa a seconda del “momento” del racconto. Il romanzo richiede un tempo per scriverlo che non so dominare e un tempo di svolgimento di cui non mi sono ancora impossessato del tutto. Dipendesse da me, scriverei solo racconti, ma è un formato che l’editoria mi sembra prendere poco in considerazione rispetto al romanzo.

5 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?

Il libro nasce da un viaggio a Gand, nelle Fiandre, con la mia fidanzata; un viaggio da cui ho preso in prestito non solo l’ambientazione generale, ma anche alcune cose minori come certi percorsi, certi riti e certi luoghi che mi hanno particolarmente colpito.

6 – Come è nata la tua passione per la scrittura?

Ho sempre sentito l’esigenza di esprimermi “artisticamente”. Per molti anni ho suonato la batteria con varie cover band, ma essendo un feroce individualista ho capito di dovermi esprimere da solo, coi miei tempi e coi miei istinti dittatoriali. Così scrivere è diventato il mio modo di lamentarmi, perché per me scrivere a questo serve: lamentarsi – in maniera un po’ più nobile – delle cose che non mi piacciono.

 7 – Puoi anticiparci se hai in progetto un altro libro?

Ho in mente almeno altri cinque o sei storie che vorrei raccontare, ma non so quando comincerò a lavorarci, perché adesso sono completamente concentrato su altri aspetti della mia vita – lavoro e famiglia soprattutto.

8 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?

Geniale, umile, contraddittorio.

9 – Quali sono i tuoi autori e libri preferiti: puoi citarmene un paio?

Dovendo ridurre il novero a un paio, direi che Kurt Vonnegut e George Simenon spiccano rispetto agli altri. Come libri, permettimi invece di citarne tre: La vita: istruzioni per l’uso di Georges Perec, Gente di Dublino di James Joyce e Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez.

10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?

Ho comprato Il lupo nell’abbazia di Marcello Simoni, ma non mi è piaciuto granché, quindi ti dico il penultimo che ho comprato e apprezzato: Storie di animali e altre persone di famiglia, una raccolta di racconti di Gerard Durrell.

Ti ringrazio di aver risposto alle mie domande

Alla prossima

Gabrio

 

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