Intervista all’autore: Federico Fabbri

Lettrici e lettori buongiorno!!!

Ho il grande piacere di proporvi l’intervista al grande Federico Fabbri, autore del libro “La sottile differenza” pubblicato da “Luoghinteriori”.

Se vuoi recuperare la mia recensione la puoi leggere cliccando qui.

Intervista

1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “La sottile differenza”?

Avevo in mente da un po’ di raccontare il mio punto di vista sull’amore come diritto acquisito. Non ho mai creduto ai legami di sangue, mi ha sempre disturbato sentir dire: “Devi volermi bene, io sono tua madre” oppure “Come posso non voler bene a mio figlio?”.

Quando penso all’amore mi vengono in mente vocaboli come dedizione, cura, attenzione; penso all’impegno speso ogni giorno per proteggere e difendere i destinatari del mio affetto. Non posso amare per diritto di nascita, rifiuto fermamente questa pretesa. Non esiste un obbligo morale che imponga di amare un genitore, un figlio, un fratello. Come scrivo nella quarta di copertina de “La sottile differenza”, l’amore non può essere il prezzo di un riscatto. So di essere impopolare, ma preferisco essere sincero, almeno con me stesso.

2 – Mi descriveresti il tuo romanzo con tre aggettivi?

Sfrontato, coinvolgente, sincero.

3 – Un pregio e un difetto dei quattro protagonisti?

Il cinismo di Baby è disturbante quanto la sua sincerità. La bellezza di Rachele è quella nascosta dall’involucro fragile che la contiene. Amanda è sorprendentemente matura per la sua età, forse troppo. Pietro è un uomo prevedibile, quindi banale.

4 – Quali sensazioni hai provato mentre scrivevi il romanzo?

In certi momenti un senso di spaesamento, in altri una sensazione di forza. Per me scrivere è immedesimazione, mi immergo in modo così totale nella psicologia dei protagonisti dei miei libri che finisco per ragionare come loro e subire i loro stati d’animo. Anche ne “La sottile differenza”, come è stato nei miei precedenti romanzi, esco in parte perdente e in parte vincitore.

5 – Quando inizi a scrivere un libro sai già il finale?

No. Il racconto evolve passo dopo passo e muta a seconda di come i personaggi reagiscono agli stimoli che incontrano lungo il cammino. C’è un’idea, una fiamma che accende la miccia, ma neppure io so in partenza dove è posizionato l’ordigno destinato a esplodere. So di correre un rischio, ma è proprio questo che stimola la mia voglia di andare avanti e scoprire il finale della storia.

6 – Scaletta sì o scaletta no e come ti sei organizzato per la stesura?

Per quello che ho detto prima avrai capito che per me non esiste la scaletta. Non riesco a rispettare un ordine narrativo, ho bisogno di lasciare correre la storia così come mi viene in mente al momento. D’altra parte, il mio modo di scrivere, più incentrato sulla psicologia dei personaggi che sull’intreccio, rende più facile andare a ruota libera. Non sapere in anticipo cosa accadrà ai protagonisti mi permette di essere più coinvolto nelle loro vite. L’effetto sorpresa è una sensazione piacevole durante la scrittura e credo che anche i lettori percepiscano l’emozione legata alla scoperta.

7 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?

Un’addetta ai lavori mi disse che nessuna donna avrebbe proseguito nella lettura del romanzo dopo aver fatto la conoscenza di Pietro, il protagonista maschile. “È detestabile, fa venire il voltastomaco. Ricorda che in Italia ci sono molte più lettrici che lettori, quindi…” sentenziò. Le risposi che era vero, che il mondo era pieno di uomini come Pietro e fortunatamente anche di donne intelligenti che avrebbero saputo come starne alla larga, sia nel libro che nella vita reale.

Nella versione definitiva de “La sottile differenza”, quella che nel 2020 ha vinto il Premio Letterario Città di Castello, il personaggio di Pietro è l’unico a non essere stato rivisto. Non ho avuto notizie di lettrici che, dopo aver letto il capitolo in cui Pietro compare per la prima volta, abbiano cestinato il libro.

8 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?

Solare, ottimista, spudoratamente sincero.

9 – Quali sono le tue passioni e hobby?

Pur non essendo un tipo sportivo cerco di mantenermi in forma accettabile giocando a tennis (a livello molto amatoriale). Tra le mie passioni anche la lettura (in versione onnivora), le passeggiate all’aria aperta e i documentari. E in più, un amore sconfinato per cani e gatti.

10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?

“Jus sanguinis” della mia carissima amica Maria Laura Antonini, un’autrice che invito tutti a leggere perché la sua scrittura è una continua scoperta.

Biografia

Federico Fabbri (Firenze, 1970) vive a Firenze con la moglie, la figlia e “un Labrador anarchico”.

Dopo gli studi tecnici e qualche anno di lavoro nelle aziende di famiglia, inizia la sua carriera nel settore finanziario; attualmente si occupa di gestioni patrimoniali presso una private bank fiorentina. Svolge la sua attività lavorativa tra Firenze e Prato.

Lettore onnivoro e curioso, amante del cinema e della musica leggera italiana adora il tennis e la buona cucina.

Per lui scrivere è come guardarsi allo specchio e scoprire cose di sé altrimenti invisibili.

Ha pubblicato due romanzi – Maledette Ortensie (LuoghInteriori, 2015) e La verità ha bisogno del sole (AmicoLibro, 2017) – e la raccolta di racconti La strada verso casa (LuoghInteriori, 2020).

Con La sottile differenza si è classificato al secondo posto nell’edizione 2020 del Premio Letterario “Città di Castello”.

Ti ringrazio tantissimo di aver partecipato all’intervista.

Alla prossima

Gabrio

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