Intervista all’autore: Gabriele Giuliani

Ciao a tutti !!!

Per l’intervista di oggi è ospite Gabriele Giuliani, autore del libro “La vita tragicomica” della casa editrice Augh! Edizioni

Se volete leggere la mia recensione potete cliccare qui.

Biografia

Gabriele Giuliani è nato a Roma nel 1974, si è laureato in Scienze dell’Educazione. Attualmente

vive in Umbria e lavora nel campo della formazione. Da sempre vorace lettore ha coniugato negli

ultimi anni questo piacere accompagnandolo alla scrittura.

Partito dalla narrativa breve, ha poi allargato i suoi scritti per arrivare al romanzo.

Maggio 2018: esordio letterario con il romanzo breve “Il giorno prima delle nozze” per una piccola

casa editrice no eap.

Maggio 2019 pubblicazione della raccolta di racconti “La vita tragicomica” con Augh!Edizioni

Febbraio / ottobre 2019 due racconti in antologie per partecipazione a concorsi.

Marzo 2020 pubblicazione del romanzo – Il palazzo dei sette portoni – con Bertoni editore.

La seconda raccolta di racconti – La vita sempre più tragicomica – è attualmente in fase di

valutazione presso Augh! Edizioni.

Intervista

 1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “La vita tragicomica” ?

L’idea è nata in modo naturale e spontaneo nel corso degli anni, osservando situazioni curiose e surreali. A questo ho aggiunto l’ingrediente essenziale, cioè la fantasia che mi accompagna sempre. La molla però è scattata un pomeriggio di qualche anno fa mentre guardavo le olimpiadi. Rimasi affascinato da una gara di atletica in cui il concorrente che arrivò ultimo mi sorprese per la dignità e fierezza durante la gara. Era chiaro fin dall’inizio che non avrebbe mai lottato per la vittoria, ma nonostante ciò ha portato in fondo la sua impresa. Mi colpirono il coraggio e la dignità nell’affrontare la prova, pur nella consapevolezza di non poter primeggiare.

Da lì l’idea di scrivere una serie di racconti in cui i protagonisti fossero tutti degli sconfitti dalla vita. Nessun eroe, nessun vincente, solo uomini comuni schiacciati dall’esistenza e dall’indifferenza del mondo. In fondo siamo noi, tutti noi, che ci alziamo la mattina e affrontiamo al meglio la nostra esistenza. Questi sono i veri eroi. Così è nato il libro.

 2 – Mi descriveresti il tuo libro con tre aggettivi?

Surreale – Spietato – Ironico – e ci aggiungo un quarto aggettivo se me lo consenti: Tenero

3 –  Mi potresti presentare un po’ i personaggi in generale ?

I personaggi di questo libro, maschi o femmine che siano, sono quasi sempre persone solitarie, vivono da sole, ai margini della società. Dall’esterno li considereremmo dei vinti, degli emarginati, ma non sappiamo davvero cosa pensino o di quali risorse possano disporre. I miei protagonisti sono estremamente coraggiosi, hanno una resistenza e una forza d’animo incredibile nell’affrontare le avversità della vita.

Per me sono gli eroi silenziosi della nostra società. Per questo spesso parlo di personaggi vinti, perché il vincitore è solo uno, gli altri, per forza di cose, possiamo considerarli come perdenti e costituiscono la maggioranza. Affermiamo pure che il mondo va avanti grazie ai perdenti e non certo per l’esigua minoranza dei vincenti. Quindi personaggi perdenti (o resistenti), ma fieri e dignitosi.

4 – Come o dove hai trovato l’ispirazione per scrivere questi racconti?

Semplicemente ponendo attenzione alla realtà di tutti i giorni, pensando poi a come una situazione banale possa trasformarsi in qualcosa di paradossale, basata sull’incomprensione o l’equivoco. Senza contare che l’ispirazione spesso arriva all’improvviso. Non funziona a comando, bisogna essere pazienti e poi lei ti ripaga abbondantemente. La realtà resta comunque una vera miniera dalla quale attingere ogni giorno, basta saperla osservare.

5 Preferisci scrivere romanzi o racconti e perché?

Scrivo entrambi e non potrei fare diversamente. Ho troppe idee e farle diventare tutti dei romanzi sarebbe impossibile, quindi scrivo molte storie brevi e considero questa una gran fortuna. I racconti sono una palestra narrativa incredibile, ti permettono di spaziare, di condensare, tratteggiare i personaggi in un paio di righe, solo qualche veloce pennellata e basta. È un esercizio didattico estremamente utile. E poi adoro leggere racconti, abbiamo una grande tradizione di romanzieri che hanno scritto bellissime novelle: Buzzati / Pirandello / Moravia / Chiara. Al momento comunque sono in pareggio: ho scritto due romanzi e due libri di racconti.

Non ho una preferenza, ognuna delle due modalità di scrittura reclama il suo spazio e la sua forma.

6 Puoi anticiparci se hai in progetto un altro libro?

Ne ho due in realtà. Il seguito della Vita tragicomica, che è in questo momento al vaglio sempre di Augh edizioni, e un nuovo romanzo; una storia di tre fratelli abbandonati durante l’infanzia e che si ritrovano in età adulta. Spero di finirlo entro quest’anno.

7 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?

Empatico – Caparbio – Leale

8 –  Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?

Ce ne sarebbero molti in realtà, sia in fase di scrittura che in quella di presentazione del libro. Ma ti racconto com’è nato “Il signor Cantì”, uno dei miei racconti preferiti, così completo anche la risposta numero 4, cioè l’ispirazione per le storie.

Percorro la strada che mi riporta a casa, fatta migliaia di volte, arrivo alla solita rotatoria, rallento e noto l’ennesimo vecchietto che, al muro che costeggia parte della rotatoria, è intento a leggere gli annunci funebri. Una scena che avrò visto centinaia di volte. Scuoto la testa e mentalmente penso: “ spero che non legga il suo nome lì”, memore anche di una vecchia barzelletta.

Folgorazione.

Torno a casa e scrivo il racconto che parla di questo postino in pensione che legge il proprio necrologio sul giornale, dando così il via a una serie di situazioni surreali e tragiche.

Migliaia sono le volte che ho percorso quel tratto di strada, centinaia le volte che ho visto anziani leggere i manifesti. Perché quella volta la cosa mi stimolò l’idea del racconto? Mistero, ispirazione del momento. Ecco, a volte funziona così.

9 – Quali sono i tuoi autori e libri preferiti: puoi citarmene un paio?

Eh, che domanda difficile! Citarne solo un paio significa fare un grande torto a moltissimi altri. Sono molto nazionalista e classicheggiante in tema di narrativa e tra gli autori ti cito Pirandello / Guareschi / Calvino. E mi perdonino, per non averli citati, Buzzati / Fallaci / Moravia. Beh, l’ho fatto lo stesso.

Per i libri mi limito solamente a due titoli, così mi faccio perdonare. Il primo è “Il fu Mattia Pascal” un libro che a 116 anni dalla sua uscita è perfettamente attuale. In quel libro trovi tutto quello che serve; genialità – prosa eccelsa – fantasia – lessico e sintassi – musicalità delle frasi – introspezione – un vero piccolo manuale di scrittura. Il secondo è invece un’autobiografia: “Lungo cammino verso la libertà” di Nelson Mandela, un libro che io metterei come lettura obbligatoria a partire dalle scuole medie. Ti fa capire cosa vuol dire lottare per qualcosa, avere un valore, un obiettivo da portare avanti, il senso del sacrificio per il bene più importante che abbiamo: la libertà!

10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?

La mia coda di lettura aumenta sempre più e non credo che una vita mi basterà a leggere tutto quello che voglio. Ma nell’ultimo acquisto di 5 libri (compro sempre più libri insieme non avendo la libreria vicino) l’ultimo letto è stato Buzzati – La boutique del mistero – un libro di racconti eccezionale.

Ti ringrazio di aver risposto alle mie domande.

Alla prossima

Gabrio

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