Intervista all’autore: Gianmarco Soldi

Un saluto a tutti voi !!!

Con grande gioia vi propongo l’intervista a Gianmarco Soldi, autore del libro ”Cosa resta di Male” pubblicato da “Rizzoli”.

Per chi si è perso la mia recensione la può recuperare qui.

Biografia

Gianmarco Soldi è nato nel​ 1992 e vive in provincia di Cremona.​ Laureato in Comunicazione d’impresa e dei media, è musicista e compositore, collabora come autore con artisti, orchestre ed edizioni musicali. Il suo primo romanzo, Cosa resta di Male, pubblicato da Rizzoli (marzo 2019), ha vinto il Premio Internazionale Flaiano nella sezione Narrativa Giovani.

Intervista

 1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “Cosa resta di Male”?

“Cosa resta di Male” è nato col tempo, nel 2017. All’inizio si trattava semplicemente di un insieme di flash, scene slegate di cui percepivo un senso generale ma che solo verso la fine dell’estate sono diventate una storia con una propria voce. Dopo l’arrivo del personaggio di Malena, tutto è venuto di conseguenza e abbastanza velocemente. La prima stesura del romanzo, infatti, è durata poco più di tre mesi.

2 – Mi descriveresti il tuo libro con tre aggettivi?

Penso si tratti di una storia dolce, cruda e viscerale. Tutto ciò che accade è filtrato dagli occhi del protagonista, Amato Zago. Ogni gesto, ogni incontro, ogni pensiero è miscelato nella mente e nello stomaco di un ragazzo alla ricerca di se stesso. Non sempre si tratta di un meccanismo semplice e confortante: l’amore, il sesso, la solitudine, la ricerca del buio e al contempo della speranza sono descritti senza alcune censura, nel modo tenero e feroce con cui ogni ragazzo si affaccia ad una vita che ancora non riesce a sentire completamente sua.

3 – Un pregio ed un difetto di Amato e di Male

Credo che Amato sia un personaggio buono ma, in fondo, un po’ codardo. Non è un eroe ma nemmeno un antieroe, è prima un bambino e poi un uomo che ha come unico scopo quello di mettere la propria vita nelle mani di qualcun altro. Da qui credo scaturisca il fulcro del suo essere feticista, sottomesso. E credo anche che sia un personaggio a cui si finisce per affezionarsi, nonostante molte volte risulti irritante.

Malena, invece, è fragile e forte insieme. È una figura monopolizzante, sia con la propria presenza che con la propria assenza. Male è desiderio, sangue e carne, ma porta con sé un segreto che la fa camminare costantemente sul bordo di un precipizio.

4 – E’ un libro che ha fatto molto discutere: che ne pensi?

Devo dire la verità, sono rimasto piacevolmente stupito dal “polverone” che si è creato. Tante persone ne hanno parlato, si sono confrontate, in alcuni casi addirittura scontrate creando vere e proprie fazioni. La scelta di aver presentato in modo così diretto la sessualità dei personaggi ha turbato alcuni lettori – reazione legittima, tengo a sottolineare.

A tal proposito, io penso che non tutti i romanzi debbano raccontare storie rassicuranti con un linguaggio rassicurante: temi come la sessualità, il feticismo, le ossessioni, fanno parte della nostra quotidianità, anche se spesso non vogliamo riconoscerlo. In ogni caso, sono felice che la qualità del libro e della scrittura sia stata apprezzata anche da chi si è sentito urtato da certi passaggi.

5 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?

Ho mantenuto il segreto su “Cosa resta di Male” fino a ridosso della pubblicazione. L’ho scritto in silenzio e solitudine, per non far cadere l’adrenalina. Tranne una manciata di amici stretti, nessuno sapeva nemmeno che scrivessi. Di conseguenza, all’annuncio della firma con Rizzoli, è stato tutto ancora più bello e stravagante.

6 – Il famoso geco in copertina è un po’ il simbolo del tuo libro: ci racconti qualcosa?

Si tratta di un’illustrazione di un’artista giapponese, a cui ormai sono particolarmente legato. In realtà, è un richiamo alla lucertola presente nella prima scena del romanzo, quando la vita di Amato cambia per sempre. Spero che, in ogni caso, il geco continui a portare fortuna la romanzo.

7 – Puoi anticiparci se hai in progetto un altro libro?

Sì e no. Ci sono delle idee, ma, come nel caso di “Cosa resta di Male”, serve del tempo perché diventino una vera storia.

8 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?

Direi sobrio, almeno in questo momento. Cinico quando serve. Perennemente affamato.

9 – Quali sono i tuoi autori e libri preferiti: puoi citarmene un paio?

Ho molti autori a cui sono affezionato e riconoscente. Com’è normale, i gusti cambiano con il passare degli anni, ma citerei sicuramente Donna Tartt, Karl Ove Knausgard, Bret Easton Ellis – è colpa/grazie ai suoi romanzi se ho iniziato a scrivere – e Chad Harbach, che con il suo “L’arte di vivere in difesa” mi ha letteralmente folgorato.

10 – Infine una curiosità: qual è stato l’ultimo libro che hai comprato e/o letto?

Proprio ieri ho acquistato “La figlia della libertà” di Luca Di Fulvio, che ho il piacere di sentire ogni tanto, mentre sto terminando “Di rabbia e di vento” di Alessandro Robecchi.

Ti ringrazio molto di aver risposto alle domande

A presto!

Gabrio

 

 

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