Buongiorno!!!
Bentornati per leggere una nuova intervista. Il protagonista di oggi è Gianni Contarino, autore del libro “Punto Zero” pubblicato da “Scatole Parlanti”.
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Intervista
1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “Punto zero”?
C’era l’urgenza di parlare di coraggio, non quello cinematografico e letterario dei grandi eroi, ma quello di una persona qualsiasi, di uno di noi.
Tante persone, come Emilio, il protagonista di “Punto zero”, si accontentano di una vita che sulla carta appare soddisfacente, fra benessere apparente, consumismo e conformismo, incapaci di rinunciare al certo per soddisfare i bisogni veri, le cose importanti con la i maiuscola.
In questa vicenda i fatti, lavorativi e familiari, costringono Emilio a prendere di petto questa sua incapacità.
2 – Mi descriveresti il tuo romanzo con tre aggettivi?
Attuale, tragico, comico.
3 – Un pregio e un difetto di Emilio Di Bella?
Pregio: Emilio sa guardare alla propria condizione e al mondo “piccolo” che lo circonda con una buona dose di ironia.
Difetto: Emilio non è un cuor di leone.
4 – Ci racconti come ti sei organizzato per scrivere il romanzo e come trovi ispirazione?
Dal momento che non credo all’ispirazione che viene dall’alto, al sacro fuoco, la scrittura è per me qualcosa di strutturato. Ovviamente deve esserci un’idea alla base, ma, una volta constatato che quella è “l’idea”, occorre lavoro quotidiano e soprattutto paziente, cioè è utile ricordare ogni mattina che quel giorno potrà capitare di scrivere un paio di pagine degne, oppure dieci che magari il mese dopo finiranno nel Cestino del pc.
5 – Nel romanzo hai usato molto i nomi di animali: ce ne parli?
Quello è stato un gioco, ma anche un codice. Emilio ha costruito una specie di steccato: da una parte stanno le persone che per motivi sentimentali o semplicemente familiari, lui percepisce più vicine; dall’altro stanno quelle che, nel bene e nel male, sente lontane dal proprio modo di essere e che, usando l’ironia a cui accennavo in precedenza, lui chiama col nome dell’insetto a cui secondo lui somigliano.
Non è il solo gioco presente: ce n’è anche uno matematico che attraversa tutto il romanzo.
6 – Hai trovato qualche difficoltà durante la stesura e se sì quali?
Tra l’embrione del libro e ciò che è arrivato all’editore ci sono circa dieci anni e un numero di pagine che all’inizio è cresciuto in modo quasi bulimico e in una seconda fase, allo scopo di mantenere il focus sul coraggio, ha subito una dieta più spietata di quella di una persona sovrappeso a poche settimane dalla prova costume.
Non è stato banale riuscire a eliminare scene e personaggi che risultavano gradevoli alla lettura, ma che in fondo non servivano.
7 – Ci puoi svelare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?
Si parlava di insetti. Emilio dà a uno dei personaggi, la sua manager, il soprannome di “ape regina”. Dal momento che moltissimi lettori di “Punto zero” si sono immedesimati in lui, pare che in più di un’azienda italiana esista almeno una donna manager che a sua insaputa si è guadagnata quel nomignolo.
8 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?
Non bello, non biondo e non dico sempre sì.
9 – Quali sono le tue passioni e hobby?
Oltre alla lettura, che, è sì un piacere, ma è la base della scrittura, passare ore preziose in mostre di arti figurative, in viaggi e in sane trattorie rigorosamente libere da chef televisivi.
10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?
“Il colibrì “ di Sandro Veronesi, autore che ammiro tantissimo professionalmente e umanamente e al cui “Caos calmo” è ispirata una parte di “Punto zero”.
Biografia
Sono nato nel ‘72 a Siracusa. Ci ho vissuto fino ai diciotto anni. Poi Torino, una laurea in ingegneria, tanti amici, passione per la musica, l’arte, l’ambiente e il culto di Bacco; alcuni amori, di cui uno diventato un matrimonio in Lituania.
Vivo da diversi anni fra un bosco sulla collina torinese e un borgo sull’Etna. Per sopravvivere mi sono occupato di consulenza aziendale e di management nel mondo industriale. Per vivere scrivo.
Grazie di aver risposto alle mie domande.
Alla prossima
Ciao
Gabrio