Intervista all’autore: Jacopo Zonca

Buongiorno a tutti !!!
Il protagonista dell’intervista di questa settimana è Jacopo Zonca, autore del libro “Il mondo è un’altra cosa” edito “Epika Edizioni”

Per leggere la mia recensione potete cliccare qui. 

Biografia

Jacopo Zonca: nato a Parma nel 1991 dopo il diploma si trasferisce a Roma nel 2012 dove studia cinema e successivamente recitazione.  Ha lavorato a teatro come attore, autore dei testi e aiuto regia.

Nel 2018 pubblica con Epika edizioni “52 49” suo primo romanzo. Ha scritto articoli e pubblicato racconti su alcune riviste on line (Grado Zero, Altri Animali). “Il mondo è un’altra cosa” è il suo secondo libro.

Intervista

1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “Il mondo è un’altra cosa”?

Avevo voglia di sperimentare generi diversi, riuscendo a creare una specie di mosaico che andasse a comporre il libro. Desideravo  parlare di vari argomenti, adottando anche uno stile di scrittura eterogeneo per crescere come autore, quindi ho pensato che la forma del racconto fosse la più adatta.

I personaggi del libro sono completamente diversi tra di loro, ma sono accomunati dal costante senso di smarrimento nei confronti della realtà che li circonda.

2 – Mi descriveresti il tuo libro con tre aggettivi?

Ambizioso, sincero, aggressivo.

3 – C’è un racconto del libro a cui sei maggiormente legato e perché?

Questa domanda è tosta, perché non vorrei influenzare la lettura di chi intende acquistare il libro, ma rispondo con piacere!

Sono affezionato a tutti i racconti, ma in particolare a “Ikigai” e “A serbian story” forse le storie più violente ma che ho scritto con più piacere.

Per quanto riguarda “Ikigai” ci sono state varie stesure, l’ho riscritto totalmente tre volte, all’ultimo tentativo sono riuscito a trovare la chiave giusta, mantenendo le distanze dal personaggio, riuscendo così a raccontarlo meglio, in maniera quasi scientifica.

Anche per “A serbian story” ci sono state diverse stesure, ma erano più che altro modifiche semplici. Entrambi sono racconti noir, ed è stato particolarmente stimolante confrontarmi con questi generi, a volte ritenuti molto commerciali  ma in realtà straordinariamente complessi.

4 – Preferisci scrivere romanzi o racconti e tra i due cosa trovi più facile e cosa ti dà più soddisfazione?

I racconti creano meno ansia perché sono più corti, rispetto al romanzo che può richiedere una gestazione molto più lunga, anche se non è sempre una regola fissa. Esistono romanzi che sono stati scritti molto velocemente e altri che hanno richiesto decenni, quello dipende dal percorso dell’autore.

Mi spaventa sempre imbarcarmi in una nuova avventura, nella scrittura come nella vita, quindi quando vedo la conclusione riesco a ragionare meglio e a non farmi travolgere dall’angoscia.

Non c’è una forma a cui sono più legato a dire il vero.

5 – Come è avvenuta la scelta di titolo e copertina: puoi parlarcene un po’?

“Il mondo è un’altra cosa” è una frase che ha pronunciato mia madre durante una accesa discussione con mio padre. Questa frase mi ha colpito molto, perché si può interpretare in tanti modi, quindi mi sembrava il titolo perfetto per un libro che avesse come protagonisti dei personaggi con una visione del mondo tutta loro.

Per quanto riguarda la copertina, abbiamo scelto un elmo da samurai perché sono molto affascinato dalla cultura giapponese, che è un argomento vastissimo, e poi perché penso che tutti i personaggi del libro siano in qualche modo dei guerrieri. La terza motivazione, che di certo non è indifferente, ha a che fare con l’aspetto puramente commerciale: l’elmo del guerriero crea un impatto maggiore.

Ho proposto questa idea, anche se in genere l’autore non ha molta voce in capitolo (giustamente) per quanto riguarda la cover, ma in questo caso l’editrice era d’accordo, le piaceva molto l’idea e il grafico di Epika edizioni secondo me ha fatto un lavoro straordinario.

6 – Puoi anticiparci se hai in progetto un altro libro?

Sì, credo sia giunto il momento di concentrarmi su un romanzo vero e proprio. Per ora sto sviluppando le idee, ma so solo che i protagonisti saranno due: Un giovane uomo che sta per girare un lungometraggio e un ragazzino di sedici anni introverso e autolesionista.

7 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?

Determinato, agitato, romantico.

8 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?

Una volta terminato uno dei racconti, per qualche oscura ragione mi ero dimenticato di salvare il file. Disperato, ho riscritto tutto il racconto per poi accorgermi che  il pc era stato più intelligente di me e aveva salvato tutto automaticamente. Dopo qualche parolaccia e altre imprecazioni, ho confrontato i testi e ho scelto il secondo.

9 – C’è un personaggio nel libro che ti assomiglia e dove hai trovato ispirazione per dare vita ai vari protagonisti?

Tutti i personaggi possiedono qualcosa di me, forse anche i più malvagi, ma credo che quelli a cui assomiglio di più siano Marco, il protagonista del primo racconto, e Andrea, il protagonista del racconto “Call Back”.

10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?

Sto per finire un libro molto interessante di un importante autore francese, Michel Houellebecq, il libro in questione si intitola “Sottomissione”.

Un libro letto recentemente che mi ha colpito perché particolarmente doloroso è “Sul lato selvaggio” di Tiffany McDaniel. Mi permetto di dare anche ultimo consiglio, “Una banda di idioti” di John Kennedy Toole, un capolavoro divertentissimo di uno dei miei autori preferiti.

Ti ringrazio di aver partecipato all’intervista

Alla prossima

Gabrio

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