Intervista all’autore: Riccardo Carmenati

Buongiorno!!!

Vi propongo una nuova intervista. A rispondere alle mie domande è, questa volta, Riccardo Carmenati, autore del libro “Il ritrattista di nudi” pubblicato da Bookabook.

Per recuperare anche la mia intervista, vi basta cliccare qui!

Intervista

1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “Il ritrattista di nudi”?

L’idea è nata a cavallo tra 2012 e 2013, quando ero nel pieno di un periodo di cambiamenti e con tante domande alle quali non trovavo risposte. Avevo accumulato nella mia testa una serie di considerazioni su alcuni argomenti – che troverete nel libro – di cui volevo parlare e dire la mia. Ero appena “uscito” dalla mia prima esperienza nel mondo dei romanzi – “L’occhio della Favorita” era stato pubblicato nel 2011 – e avevo trovato nella scrittura una medicina eccezionale. Avevo capito che scrivere, almeno per me, era l’equivalente dello sfogarmi con un amico. Un amico che non giudica e che ti ascolta.

2 – Mi descriveresti il tuo romanzo con tre parole?

Senza-mezzi-termini. Senza perché le donne che Jaime ritrae sono spesso senza veli e senza timore di raccontarsi. Mezzi perché la storia è basata su alcuni mezzi senza i quali non potrebbe esserci l’evoluzione che c’è nella storia (la Contessa trova il suo mezzo in Jaime, e Jaime in Ludovico). Termini perché senza i termini dell’accordo tra Jaime e Ludovico non ci sarebbe la suspense che spero di aver creato.

3 – Ci puoi indicare un pregio e un difetto di Ludovico, di Elisabetta e di Jaime?

Ludovico non riesce a carburare senza le giuste pause cibo.

Elisabetta è così succube degli avvenimenti che hanno caratterizzato la sua vita che non vede oltre la punta delle sue scarpe (quando si tratta dei suoi sentimenti).

Jaime è così preso dall’ascoltare le “sue” donne che non riesce ad ascoltare sé stesso.

4 – Come hai scelto la copertina e il titolo?

La copertina è frutto di una scelta dei grafici di Bookabook a seguito di alcune mie indicazioni sul “cosa avrei voluto che fosse messo in risalto”. Devo dire che, come ho già avuto modo di dire a loro, è stata un’ottima scelta. Confesso, però, che inizialmente sono rimasto un po’ interdetto, ma poi è stato Amore (non a prima vista). Anche da parte del pubblico ho trovato solo complimenti per la copertina.

Il titolo, bella domanda. Il titolo inizialmente doveva essere un altro: “Il Ritrattista dell’Altra Metà del Cielo”, intendendo quindi sempre l’universo femminile. Quando però ho scoperto che “l’Altra Metà del Cielo” era già stato usato, allora ho virato su un più cinico e meno poetico “di nudi”. “L’altra metà del cielo”, se interessati, è un album di Vasco Rossi (che non amo particolarmente) uscito pochi mesi prima che iniziassi a scrivere la storia di Jaime, Ludovico ed Elisabetta. Ad ogni modo, per non rischiare ho cambiato.

5 – Hai trovato qualche difficoltà durante la stesura e la pubblicazione?

Difficoltà no, perché la storia si è sviluppata in maniera quasi naturale durante il periodo della stesura. L’intero romanzo è stato scritto in poco più di due settimane (quasi tutte di clausura, anche se c’erano di mezzo le festività natalizie e quindi sono dovuto uscire dalla mia stanza per i vari pranzi e cene di rito). Certo, successivamente ho dovuto fare degli aggiustamenti, ma generalmente no.

Negli anni che però hanno diviso la stesura dalla pubblicazione (2012/13 – 2021/22) ho sempre pensato che avrei dovuto riscriverlo con un narratore onnisciente ed esterno alla storia, ma non ci sono mai riuscito. Mi è sempre sembrata una cosa del tipo: “Non mi piace questo figlio, dovrei partorirlo di nuovo”, una cosa innaturale. Avrei dovuto riscrivere tutta la storia e non ci riuscivo, emotivamente soprattutto.

In merito alla pubblicazione no, non ci sono stati problemi. E’ andato tutto bene sia nel rapporto con l’editor che con la casa editrice. Devo però dire che il crowdfunding non so se è un’esperienza che rifarei: bello, ma estenuante. Sono stati tra i 100 giorni più lunghi della mia vita.

6 – Scaletta sì o scaletta no e come ti sei organizzato per la stesura?

Scaletta Nì.

In questo caso ho dovuto farmi una scaletta, soprattutto per quanto riguarda le tempistiche della storia, mentre il primo ricordo di averlo scritto senza nessun tipo di griglia o altro.

7 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?

L’aneddoto riguarda il momento in cui decisi di inviarlo.

Casualmente rilessi alcuni passaggi del romanzo poche settimane prima che nascesse la nostra (mia e di Paula) primogenita, Leda. Trovai quelle frasi, scritte otto anni prima, così attuali e legate al momento che stavo vivendo per l’arrivo di Leda che decisi di inviarlo a un solo editore: Bookabook.

8 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?

Introverso, amante delle freddure, appassionato

9 – Quali sono le tue passioni e hobby?

Amo il calcio e gli sport in generale. Una delle mie passioni è quella che è diventata il mio lavoro, l’archeologia (giuro però che non sono uno di quelli che “da piccolo volevo fare l’archeologo”, puntavo a essere un edicolante o un superclassico calciatore).

10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?

Jostein Gaarder, Noi che siamo qui adesso. (letto)

Biografia

Riccardo Carmenati è nato ad Ancona nel gennaio del 1990 sotto il segno dell’Aquario. Dopo gli studi al liceo biologico sceglie di seguire la passione per la storia antica. Giunto sul primo scavo archeologico, capisce che la strada giusta non è lontana da quella intrapresa. Si laurea con due tesi di ambito archeologico all’Università di Macerata e poi raggiunge Lecce per specializzarsi in archeobotanica presso la Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici “Dinu Adamesteanu”. Qui incontra Paula, con la quale condivide vita, casa e da pochissimo Leda, la loro prima figlia.

Nel 2011 pubblica il suo primo romanzo, L’occhio della Favorita (0111 Edizioni). Dal 2013 lavora in cantieri di archeologia preventiva e d’emergenza nelle Marche. Nel 2019 vince una borsa di dottorato inerente allo studio della villa romana di Villamagna (Urbisaglia, MC) e dei suoi resti archeobotanici sempre a Macerata.

Grazie di aver partecipato all’intervista

Alla prossima!

Gabrio

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