Intervista alle autrici: Anna Maria Castoldi e Miriam Donati

Buongiorno a tutti !!!

Oggi ho il grande piacere di avere due ospiti, infatti l’intervista che trovate qui sotto è doppia. A rispondere alle mie domande ci sono Anna Maria Castoldi e Miriam Donati, autrici del libro “Fughe e ritorni-la sciura Marpol indaga ancora” edito “Scatole Parlanti”.

Per leggere la mia recensione potete cliccare qui.

Biografie

Anna Maria Castoldi, nata in provincia di Como nel 1955, è milanese d’adozione dal 1976 quando si è trasferita in città per studio.

Ha lavorato con piacere per quarantadue anni nell’ambito della prevenzione sanitaria pubblica e dalla gente ha ascoltato tante storie degne di essere raccontate. Da sempre lettrice accanita, scrive per passione dal 2012.

Ha vinto alcuni concorsi per racconti e ha pubblicato con Miriam Donati “Delitti nell’orto”, H.H.Edizioni nel 2017, “Fughe e ritorni-la sciura Marpol indaga ancora”, Scatole parlanti nel 2018 (finalista al concorso Garfagnana in giallo) e “La svolta”, Edizioni Convalle nel 2019, scritto con M.Donati e G.Milanesi.

 

Miriam Donati è nata a Milano nel 1948. Vive in provincia di Milano.

Ha seguito studi linguistici lavorando per quarant’anni come Area Manager in aziende commerciali. Dopo la pensione ha partecipato con i propri racconti a vari concorsi letterari vincendone alcuni e ha pubblicato con Anna Maria Castoldi il primo romanzo giallo “Delitti nell’orto” nel 2017, a cui è seguito “Fughe e ritorni – la sciura Marpol indaga ancora” nel 2018 che è arrivato finalista a Garfagnana in giallo per gli inediti. A novembre 2019 ha pubblicato con Anna Maria Castoldi e Giuseppe Milanesi: “La svolta”.

Intervista

1 – Come è nata l’idea di scrivere il vostro libro “Fughe e ritorni.”

A.M. C. Dopo aver finito il primo giallo “Delitti nell’orto”, volevamo continuare a scrivere della vita a Maranese, paese dell’hinterland milanese, con gli stessi personaggi, ma contemporaneamente come avviene nella realtà, volevamo introdurre dei cambiamenti.

Da questa nostra ambivalente incertezza è nata l’idea di inserire un’ispettrice nuova, molto diversa da Ascione, il precedente ispettore, non solo perché donna ma anche per il carattere, e poi stare vedere cosa sarebbe successo con Onorina e con gli altri poliziotti. Insomma una specie di esperimento di cui non sapevamo l’esito ma che alla fine ci ha soddisfatto.

M.D. Dopo il romanzo giallo “Delitti nell’orto”, uno dei personaggi principali, Onorina, la sciura Marpol, è come se ci avesse tirato per la giacca e ci avesse chiesto di continuare a scrivere di lei.

L’idea del delitto vero e proprio è arrivata perché facendo le presentazioni per il primo libro siamo venute in contatto con una miriade di associazioni di volontariato che ci hanno impressionato per dedizione e grande lavoro di squadra.

Abbiamo deciso di dedicare proprio ai volontari il nostro libro e abbiamo collegato pertanto il furto di un dipinto esposto nella Villa restaurata, sede anche della Biblioteca del paese, con i volontari “Amici di Maranese” che controllano a turno affreschi e dipinto e uno di loro viene trovato assassinato ai piedi della nicchia che ospitava il quadro.

2 – Mi descriveresti il vostro libro con tre aggettivi?

A.M. C. Ironico, intrigante e stimolante, nel senso che presenta degli spunti di riflessione sulla nostra società in particolare attraverso i pensieri di Onorina che a tratti personifica la nostra coscienza e ci ricorda che siamo responsabili delle nostre azioni e anche di ciò che evitiamo di fare perché tutto ha una ricaduta sugli altri.

M.D. Vivace, realistico, ironico, piacevole. Ops! Sono quattro.

3 – Un pregio e un difetto di Elisabetta Limonta e di Onorina

A.M. C. L’ispettrice Limonta è una donna tutta d’un pezzo che però è andata in pezzi per un problema personale e quindi in questo momento di crisi alza ulteriori barriere con gli altri, apparendo ancora più algida del solito. Sta combattendo con se stessa, ma troverà il coraggio di affrontare i propri problemi anche grazie alle nuove esperienze in paese.

Onorina, la sciura Marpol, sa ascoltare, è empatica, però la vecchiaia la rende fragile, così tanto fragile, almeno fisicamente, che, per le conseguenze dell’indagine precedente nella quali si è messa in gioco in prima persona, finisce in ospedale. Ciò non le impedirà di seguire le indagini e di portare il proprio contributo decisivo.

M.D Elisabetta Limonta: risoluta, intuitiva, algida, Onorina: empatica, sensibile, autoironica, determinata al limite del rischio personale.

4 – Come è nata questa vostra idea di scrivere insieme?

A.M. C. Nasce dalla mia voglia di sperimentare la scrittura condivisa che trovo intrigante.

Nel 2012 al termine del corso di scrittura creativa frequentato da entrambe, ho proposto a Miriam e a Giuseppe, un altro collega, di provare a scrivere insieme. È stato difficile perché non ci conoscevamo, ma molto istruttivo e siamo riusciti a concludere il romanzo che è arrivato finalista a un concorso nazionale; per varie ragioni l’abbiamo tenuto nel cassetto, ma a ottobre 2019 ha visto la luce editoriale anche questa fatica a sei mani.

Nel frattempo Miriam ed io avevamo cominciato a scrivere insieme per necessità poiché il nostro amico aveva deciso di rinunciare. Ci divertivamo e non volevamo smettere. Abbiamo fatto tesoro dell’esperienza precedente e impostato la nostra scrittura in modo diverso.

M.D. Da una proposta di condivisione di scrittura da parte di Anna Maria. A entrambe piacciono le sfide e continui cambi di prospettiva. Lo scrivere insieme a quattro mani rappresenta un vaccino positivo al famoso egocentrismo dello scrittore e, in un epoca di sfrenato individualismo, un esempio alternativo e assertivo di quanto sia gratificante il gioco di squadra.

5 – Come vi siete organizzate per scrivere a quattro mani?

A.M. C. Lavoriamo molto via mail con un sistema di colori per segnalare cambiamenti, cancellazioni o aggiunte al testo che una di noi inizia a scrivere, dopo aver concordato in generale trama e personaggi ecc. L’altra è libera di inserire o togliere ciò che ritiene opportuno.

Naturalmente il risultato finale deve essere approvato da entrambe. Il processo non è semplice, presuppone numerose revisioni e ci vede spesso in disaccordo, ciò nonostante riusciamo sempre a trovare il risultato giusto per la storia, perché la storia ha sempre la priorità, anche sul nostro ego.

Quello che abbiamo imparato dal libro scritto in tre, è sia l’umiltà di ammettere che l’altro ha ragione sia la capacità di combattere per difendere la propria idea. Noi riteniamo che la nostra scrittura finale esprima uno stile proprio, diverso dagli stili di ognuna di noi. Pensiamo di poter dire che alla fine è una scrittura compenetrata, come una torta riuscita dove prevale l’amalgama sui singoli ingredienti.

M.D. Dopo la comune stesura di trama, schede personaggi e scaletta, una delle due inizia a scrivere una parte di testo trasmettendola all’altra che corregge, inserisce e taglia con un sistema di colori diversi e rimanda per ulteriori correzioni, inserimenti e tagli e si procede con altre parti di testo.

Nell’ultima stesura che avviene dopo innumerevoli andate e ritorni è difficile identificare chi ha iniziato o concluso le varie parti; lo stile di scrittura che ci caratterizza è diverso dallo stile personale e infatti lanciamo sempre la sfida al lettore a individuare mani diverse.

6 – Puoi anticiparci se avete in progetto un altro libro?

A.M. C. Certo, non solo uno, di progetti ne abbiamo diversi. Però vorrei accennare quello cui tengo molto: il prequel su Onorina. In realtà le ricerche le abbiamo concluse mentre aspettavamo la risposta dalle CE alle quali avevamo spedito “Fughe e ritorni. La sciura Marpol indaga ancora”, ma con la pubblicazione del libro, abbiamo dovuto accantonare la stesura del nuovo romanzo per dedicarci dalle presentazioni.

Con l’anno nuovo abbiamo intenzione di riprendere e terminare la quadrilogia su Onorina e Maranese. Proprio così, dopo il prequel pensiamo di finire la serie con un ultimo romanzo.

M.D. Ne abbiamo tre in corso d’opera per i quali abbiamo già concluso ricerche, trama, scaletta e schede personaggi. La stesura invece è a diversi stadi: da un terzo a tre quarti.

7 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?

A.M. C. Curiosa in ambiti diversi, organizzata per ciò che mi interessa e riservata quanto serve.

M.D. Curiosa, generosa, intraprendente.

 8 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?

A.M. C. È capitato a una presentazione che un lettore affermasse di conoscere un personaggio secondario benché noi lo avessimo completamente inventato. Ci ha fatto piacere perché ci sembra importante che il paese immaginario di Maranese sia così reale per i nostri lettori da ritrovarlo nella loro vita quotidiana.

M.D. Innumerevoli, uno per tutti: abbiamo incontrato durante una presentazione un omonimo della nostra vittima. Un momento: c’è un aneddoto a cui teniamo particolarmente. Abbiamo scelto per la nostra sciura Marpol il nome di Onorina perché è un omaggio a una partigiana di Milano: Onorina Brambilla della cui biografia abbiamo apprezzato il carattere particolarmente forte e determinato.

Una lettrice che ha ascoltato questa spiegazione durante una presentazione e che conosce sua figlia, Tiziana Pesce, le ha fatto avere una copia del libro. Tiziana ci ha ringraziato pubblicamente. Per noi è stato un piacere e un onore indescrivibili.

9 – Quali sono i tuoi autori e libri preferiti: puoi citarmene un paio?

A.M. C. Sono tanti ed è difficile scegliere anche perché i gusti cambiano con il tempo, specialmente i miei; nella lettura non sono particolarmente fedele, vivo il presente con la passione tipica dell’innamoramento.

In questo momento citerei Giorgio Scerbanenco, Primo Levi, Marguerite Yourcenar, Chimamanda Ngozi Adichie, Toni Morrison, Magda Szabò, Kent Haruf. Ma ce ne sarebbero molti altri ai quali sono grata.

M.D. Ho sempre letto molto e di tutto, non solo gialli e noir; faccio parte di diversi gruppi di lettura, è per me difficile indicare un solo autore, se proprio devo farlo: Christa Wolf e per i gialli Hans Tuzzi.

10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?

A.M. C. L’ultimo letto è “I sommersi e i salvati” di Primo Levi, l’ultimo acquistato “Transiti” di Rachel Cusk.

Mi piace leggere o rileggere classici e scoprire novità di autori di nazioni poco conosciute con il limite delle traduzioni non sempre presenti in italiano.

M.D. Letto: La caverna di Josè Saramago, comprato e non ancora letto: I testamenti di Margaret Atwood.

Vi ringrazio di aver partecipato all’intervista

Alla prossima

Gabrio

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