L’ equilibrio delle lucciole  

Titolo: L’ equilibrio delle lucciole

Autrice: Valeria Tron

Editore: Salani

Collana: Le stanze

Pagine: 394

Prezzo: € 18,00

Uscita: 1° giugno 2022

Recensione

“L’ equilibrio delle lucciole”, scritto con grande delicatezza da Valeria Tron, è stato pubblicato da “Salani”.

Avevo alte aspettative su questo romanzo, sia perché ne parlavano tutti bene, sia perché la trama mi ha subito attirato parecchio. Con queste premesse mi sono immerso tra le sue pagine, cercando di farmi catturare dalla storia. Non ho dovuto attendere molto, infatti, in poco tempo mi ha conquistato per vari motivi.

Prima di tutto per la scrittura dell’autrice che è assolutamente delicata, intensa e profonda, arriva dritta al cuore e regala dei brividi particolari per le ricche emozioni che provoca. Inoltre, la storia è raccontata splendidamente, oltre ad essere molto appassionante e ricca di sfumature. Le due protagoniste invogliano a restare a seguirle durante il corso dei capitoli per scoprire come continuano le vicende narrate.

A mio parere “L’ equilibrio delle lucciole” è un romanzo potente, per la ricchezza di emozioni che trasmette al lettore, per le profonde sensazioni che procura grazie anche alle lettere presenti tra le pagine che sono delle vere e proprie “chicche” che l’autrice dona ai suoi lettori. Per non rovinarvi la sorpresa vi riporto però la quarta di copertina, che ancora ora mi fa venire i brividi per le emozioni che, a mio parere, trasmette:

“Due sono gli equilibri che occorrono: quello naturale e quello intuitivo. Il primo è la costante rigida intorno alla quale tutto muove: le stagioni, l’erba, gli uomini, i campi, e il secondo credo sia nella capacità di ricredersi, per raccontare con occhi nuovi il tempo delle piccole cose.”

La penna di Valeria Tron incide sulle pagine con profondità e limpidezza; infatti, ha una potenza che difficilmente si resta distaccati.

“L’ equilibrio delle lucciole” è uno di quei romanzi che va anche riletto una seconda volta, per poter assaporare ogni suo passaggio e per rivivere al meglio l’intera storia. Ovviamente, come immaginerete, i passaggi che meritano di essere sottolineati sono diversi, ciò perché si percepisce che l’autrice ha messo il cuore in ogni singolo capitolo, ciò arriva a noi lettori con grande forza e chiarezza.

Le ricche descrizioni, che ci regalano anche gli odori i profumi del posto, e i precisi dialoghi, permettono di restare attaccati alle pagine e di leggere con frenesia e passione la storia narrata, immaginandosi molto bene le varie scene.

Occorre, ogni tanto, fermarsi a riflettere e a pensare, per gustare al meglio ciò che si è letto, per lasciarsi conquistare interiormente da quel passaggio particolare. A volte si respira anche un senso di pace, di tranquillità che fa assolutamente bene a se stessi per rilassarsi dallo stress quotidiano.

Quindi consiglio “L’ equilibrio delle lucciole” anche come svago per evadere dalle tensioni accumulate, per regalarsi delle coccole personali godendosi una storia intensa e magistrale. Inoltre, vi appassionerete e apprezzerete anche le due protagoniste. Tenete presente che, magari, può accadere di ritrovarsi, ogni tanto, con gli occhi lucidi, ma è anche questo il suo bello. Non bisogna mai vergognarsi di provare le sane e genuine emozioni ed inoltre occorre tenere presente che pure i ricordi sono parte importante di noi stessi.

Concludo con l’incipit:

“Mi ha raggiunta la bufera. L’automobile ha arrancato nel tornante, dove un pino si è abbattuto per metà e ora penzola ad angolo acuto, appesantito dalla neve. Dal parcheggio si vede appena il profilo delle prime case, il resto del paesaggio è nella cappa. Due passi ed è tormenta fin sulle labbra. La cucina di Nanà è illuminata, ma preferisco scendere a scaricare lo zaino prima che faccia buio.

Sputa raffiche, questa bocca di brina gelata: attraversano i vestiti come farebbe un dardo e le ho sentite fin sulla pelle della schiena. Il viottolo è quasi impraticabile. Devo aggrapparmi alle balaustre e agli angoli delle case per non scivolare sul ghiaccio che sta sotto la neve fresca. Mio padre si sarebbe messo a ridere nel vedermi così goffa. C’è un silenzio integrale, nemmeno il gocciolare di una grondaia, che qui son tutte malconce e perdono come rubi netti. Nulla, solo il vapore del fiato che mi precede di mezzo passo…”

Trama

Ogni punto di partenza ha bisogno di un ritorno. Per riconciliarsi con il mondo, dopo una storia d’amore finita, Adelaide torna nel paese in cui è nata, un pugno di case in pietra tra le montagne aspre della Val Germanasca: una terra resistente dove si parla una lingua antica e poetica. È lì per rifugiarsi nel respiro lungo della sua infanzia, negli odori familiari di bosco e legna che arde, dipanare le matasse dei giorni e ricucirsi alla sua terra: ‘fare la muta al cuore’, come scrive nelle lettere al figlio. Ad aspettarla – insieme a una bufera di neve – c’è Nanà, ultima custode di casa, novant’anni portati con tenacia. Levì, l’altro anziano che ancora vive lassù, è stato ricoverato in clinica dopo una brutta caduta.

Isolate dal mondo per quattordici giorni, nel solo spazio di quel piccolo orizzonte, le due donne si prendono cura l’una dell’altra. Mentre Adelaide si adopera per essere utile a Nanà e riportare a casa Levì, l’anziana si confida senza riserva, permettendole di entrare nelle case vuote da tempo, e consegnandole la chiave di una stanza intima e segreta che trabocca di scatole, libri ricuciti, contenitori e valigie, in cui la donna ha stipato i ricordi di molte vite, tra uomini, fiori, alberi e animali, acqua e tempo. Una biblioteca di esistenze, di linguaggi, gesti e voci, dove ogni personaggio è sentimento, un modo di amare.

Fotografie, lettere, oggetti che sanno raccontare e cantare il tempo: di guerra e povertà, amori coltivati in silenzio, regole e speranza, fatica e fantasia. Un testamento corale che illumina le ombre e le rimette in equilibrio. La bellezza intensa che respira oltre la vita e rimane in attesa di parole. Tuffarsi nella memoria significa avere il coraggio di inventare un altro finale e vivere oltre il tempo che ci è stato concesso, per ritrovare il luogo intimo di ognuno. La casa.

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