L’anno mancante

Titolo:  L’anno mancante

Sottotitolo: Arsenio Frugoni nel 1944-45

Autore: Gianni Sofri

Editore: Il Mulino

Pagine: 141

Prezzo: € 12,00

Uscita: 15 aprile 2021

Gianni Sofri ha scritto un saggio, dal titolo “L’anno mancante”, in cui racconta l’anno mancante 1944-45 nella vita dell’importante storico Arsenio Frugoni, padre di Chiara Frugoni di cui sul blog trovate i miei articoli riguardanti alcuni suoi libri. Questi periodo di circa dieci mesi fanno riferimento ad un momento particolare e misterioso della sua vita. Tramite uno studio accurato, il professor Sofri ha deciso di indagare e di portare alla luce alcune importanti notizie.

Questo interessante e costruttivo saggio è firmato dalla casa editrice “Il Mulino”. Qui sotto vi riporto la trama, la prima pagina e la quarta di copertina, sperando di incuriosirvi e di invogliarvi a leggerlo.

Trama

Nella biografia di Arsenio Frugoni (1914-1970), grande storico del Medioevo, c’è un anno apparentemente vuoto. Dieci mesi o poco più, tra il 1944 e il 1945: come una parentesi nella sua vita, di cui lui stesso si rifiutò sempre di parlare. Ma raccogliendo i ricordi di chi gli era accanto allora, si scopre che nella primavera del ’44 Frugoni cominciò a recarsi regolarmente a Gargnano, nel cuore della Repubblica Sociale Italiana. La cosa non può non stupire, perché Frugoni era sicuramente estraneo al fascismo e alla sua cultura. Cercando documenti e interpellando potenziali testimoni, Gianni Sofri, che fu suo allievo ed è amico di sua figlia Chiara, ha seguito a lungo le tracce di Frugoni in quel periodo. Ha ricostruito il contesto storico dell’«anno mancante», i rapporti di Frugoni con importanti ufficiali tedeschi e quelli con esponenti di un gruppo influente di cattolici bresciani antifascisti. Ne è uscito il ritratto di un uomo di grande coraggio e coerenza.

Prima pagina

In un giorno di maggio, o forse di giugno, del 1944, il dottor Arsenio Frugoni uscì dalla casa di Solto Collina, in provincia di Bergamo, nella quale abitava con la sua famiglia. Inforcò una bicicletta e pedalò per 125 chilometri: tanti occorreva percorrerne per scendere a Brescia e poi, da lì, raggiungere Gargnano, sul lago di Garda, dove si erano richiesti degli interpreti. Qui rimase, sia pure tornando abbastanza regolarmente a Brescia o a Solto, più o meno per un anno.

Come molti ricorderanno, Gargnano era allora (e lo sarebbe rimasto fino all’aprile dell’anno successivo, cioè alla Liberazione) uno dei luoghi più importanti della Repubblica sociale italiana. In una villa abita va Mussolini con buona parte della sua famiglia, in un’altra, molto vicina alla precedente, c’era l’ufficio del duce, sempre lungo la costiera del Garda. Nella vicina Gardone risiedeva l’ambasciatore di Germania in Italia, ora presso la Repubblica sociale. Altri comandi e uffici erano a Salò. E a Gargnano c’era l’Ufficio di collegamento fra l’Alto comando della Wehrmacht e la Repubblica sociale: di fatto, un insieme di ufficiali tedeschi incaricati di controllare ogni giorno (anche due volte al giorno) tutto quello che Mussolini face va e pensava, chi incontrava, come stava di salute. Naturalmente, con molto rispetto delle forme, da veri gentiluomini.

Quarta di copertina

“In un giorno di maggio, o forse di giugno, del 1944, il dottor Arsenio Frugoni uscì dalla casa di Solto Collina, in provincia di Bergamo, nella quale abitava con la sua famiglia. Inforcò una bicicletta e raggiunse Gargnano, sul lago di Garda, nel cuore della maggiore concentrazione di forza militare fascista e nazista che si potesse allora incontrare in Italia. Qui rimase, sia pure tornando abbastanza regolarmente a Brescia o a Solto, più o meno per un anno”

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Comments

  • Corrado

    Luglio 6, 2021 at 21:27
    Reply

    Ho letto L'anello mancante, un piccolo saggio che si legge come un romanzo.

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