Uccidere la Natura

Titolo: Uccidere la Natura

Sottotitolo: Come l’umanità distrugge e salva l’ambiente

Autore: Stefania Divertito

Editore: Il Saggiatore

Collana: La cultura

Pagine: 218

Prezzo: € 18,00

Uscita: 28 febbraio 2025

Recensione

“Uccidere la Natura” è un saggio molto interessante e attuale scritto da Stefania Divertito, giornalista di inchiesta specializzata in tematiche ambientali, quindi una persona molto istruita circa l’argomento. Il libro è stato pubblicato dalla casa editrice “Il Saggiatore”. Il sottotitolo  “Come l’umanità distrugge e salva l’ambiente” chiarisce ulteriormente l’importante contenuto del volume.

La lettura è stata per me un vero piacere, grazie a un contenuto ricco di passaggi da sottolineare e ricordare. Inoltre, è un saggio costruttivo, particolarmente rilevante nel contesto dei tempi attuali.

Al suo interno troviamo, dopo il prologo, un capitolo dedicato all’ecocidio come giustizia ricco di informazioni tutte da leggere. Nel resto del libro, invece, ci sono le parti dedicate, giustamente, ai quattro elementi: acqua, aria, terra e fuoco, ogni sezione è suddivisa in tre parti con tematiche diverse e particolari. Il volume si conclude con un epilogo, i ringraziamenti e un’utilissima sezione dedicata alla bibliografia che in saggi come questo non deve assolutamente mancare.

In quarta di copertina:

“La Natura non è solo una risorsa: è una vita che può essere distrutta. Stefania Divertito racconta battaglie per i diritti “umani” di fiumi e foreste, sfidando un’idea di progresso costruita sullo sfruttamento cieco. Perché salvare la Natura significa, in fondo salvare chi ci è vicino. Salvare noi stessi.”

In questo passaggio emergono parole di grande rilevanza, che invitano a riflettere sulla situazione attuale. La scrittura dell’autrice si distingue per la accuratezza, per la precisione e per la ricchezza di dettagli, offrendo ai lettori informazioni utili per approfondire l’argomento.

Da notare come la parola “Natura” risulta, giustamente, scritta con l’iniziale maiuscola, perché, a mio avviso, è un’entità, un essere vivente importante come lo è una persona. Il titolo ovviamente così forte, come una denuncia, penso sia proprio voluto per segnalare la gravità della situazione attuale presente nel nostro pianeta.

Tutto è scritto scrupolosamente con grande cura ed attenzione, nulla è lasciato al caso. Gli argomenti trattati da Stefania Divertito, che è interessata alla giustizia climatica, spaziano su temi diversi, anche noti, richiamando alla memoria vicende che ha approfondito nel corso degli anni per il suo lavoro.

Da questa esperienza è nato “Uccidere la Natura”, un saggio di straordinaria importanza e interesse, che vi consiglio vivamente di leggere, in quanto offre informazioni autentiche e precise da parte di chi opera nel settore.

Qui sotto vi riporto l’incipit del capitolo “Ecocidio come giustizia”:

“Lo scoppio me lo aspettavo, eppure, nell’istante in cui accadde, sobbalzai. Strinsi le spalle, tesi i muscoli del collo. Se non mi fossi trovata nei pressi di quel promontorio, in una primavera che tardava ad arrivare, eppure già si respirava nell’aria, quei botti sarebbero sembrati un festeggiamento di Capodanno. Il rimbombo fu seguito da nuvole di fumo; poi, pochi secondi dopo, si alzò un altro sbuffo bianco e immediatamente sentii di nuovo il rumore dei colpi.

Dal cielo poco prima erano piovuti paracadutisti, ordinati, in squadra, cadendo formavano un triangolo perfetto, erano lenti e silenziosi, poi riecco gli spari. Uno, due, dieci volte, le fiamme di un incendio in lontananza, proprio dove avrebbe dovuto esserci la macchia di ginepro, sovrastante la spiaggia che adesso era circondata da mezzi militari e catturata da decine di uomini armati, pronti a testare l’efficacia della propria tattica di assalto e difesa…”

Trama

La Natura non muore in silenzio: ogni fiume avvelenato, ogni foresta distrutta, ogni costa devastata è un grido che reclama giustizia. Uccidere la Natura di Stefania Divertito racconta questo «ecocidio», le ferite invisibili, presenti in tutto il mondo, e tristemente ignorate, e ci invita a vedere l’ambiente non solo come una risorsa, ma come un essere vivente degno dei suoi diritti.

In Colombia, il fiume Atrato, avvelenato dalle attività minerarie illegali, è stato riconosciuto come «soggetto di diritti», un’entità che richiede tutele giuridiche, grazie alla lotta delle comunità indigene che dipendono dalle sue acque per la sopravvivenza.

In Nuova Zelanda, il fiume Whanganui, considerato sacro dai maori, ha ottenuto la stessa dignità giuridica, diventando una delle prime realtà naturali al mondo a ricevere protezione legale. Il reato internazionale di ecocidio può quindi essere uno strumento per ristabilire giustizia.

 

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