Titolo: L’uomo senza epilogo
Autore: Gabriele Dolzadelli
Editore: Augh! Edizioni
Collana: Frecce
Pagine: 198
Prezzo: € 15,00
Uscita: 23 ottobre 2020
Recensione
Il nuovo libro di Gabriele Dolzadelli intitolato “L’uomo senza epilogo”, pubblicato da “Augh! Edizioni”, è stato finalista al Premio Internazionale “Città di Como” nella sezione dedicata alla narrativa inedita. Per quanto mi riguarda devo ammettere che mi ha colpito particolarmente, infatti è stato, per me, una vera sorpresa ed un’ottima lettura.
Dopo il prologo, il romanzo mi ha letteralmente conquistato fin dal primo capitolo.
La storia è originale ed avvincente e i protagonisti sono ben descritti. A mio parere la scrittura dell’autore è assai scorrevole ed appassionante, tanto da tenere viva l’attenzione del lettore, anche grazie alla presenza di alcuni colpi di scena, senza però eccedere. Le descrizioni ci permettono di immaginare, nitidamente, le varie scene ed il ritmo narrativo è ben alimentato. Alcuni passaggi ci regalano anche momenti di riflessione e, inoltre, è presente anche il tema affascinante dei libri.
Tra le protagoniste del romanzo c’è Rachele, una ragazzina molto sveglia, attiva ed intelligente. Inoltre, nel corso della storia, si mostra anche tenace e testarda, non si ferma davanti a niente e non si fa intimorire. Forse è il personaggio che ho preferito. Oltre a lei troviamo lo Scribacchino che, secondo me, è un uomo inizialmente misterioso, inoltre ha molto da raccontare della sua vita.
Dopo un po’ avevo intuito qualcosa, ma invece di perdere entusiasmo nella lettura, sono rimasto ancora più affascinato dalla penna di Gabriele Dolzadelli e ho continuato a leggere con passione e con curiosità.
Oltre ai due citati, fanno il loro ingresso, capitolo, dopo capitolo, anche altri personaggi importanti che si ritagliano il proprio spazio ed aggiungono molto alla vicenda. Si percepisce, inoltre, che parecchio è avvolto nel mistero e trovo che ciò sia affascinante.
Non si riesce ad anticipare tutto, infatti l’autore è riuscito, in seguito, a sviarmi e a non farmi capire che cosa sarebbe successo, specialmente verso la fine. La lettura provoca in noi diverse emozioni, di vario genere e ci pone davanti, secondo me, pure qualche domanda interessante. La storia ha anche dei lati psicologici importanti ed accattivanti, specialmente legati ad alcuni personaggi.
Per quanto mi riguarda, “L’uomo senza epilogo” mi ha regalato davvero dei momenti di lettura piacevoli ed interessanti, permettendomi di svagarmi in modo costruttivo e stimolando la mia mente. Quindi, in questo caso, mi sento di parlarne assolutamente bene e di consigliarvelo caldamente.
Se inizialmente, magari, un piccolo elemento lo si intuisce facilmente, in seguito tutto è avvolto nel mistero e la lettura diventa parecchio stimolante. Rachele e lo Scribacchino vi conquisteranno, regalandovi un turbine di emozioni.
Vi propongo l’incipit del primo capitolo:
“I brindisi, per Stefano Rivelli, non erano semplici formalità rituali, né tantomeno qualcosa che avesse a che fare con il buon auspicio. Erano piuttosto una consacrazione dell’ego, un modo di esprimere la propria vanità e confermare a se stesso di aver vinto sul mondo. Stefano sentiva questo perenne bisogno, come se il critico più scettico della propria esibizione, nello spettacolo della vita, non fosse altro che la propria figura riflessa allo specchio.
Per questo, quel suono delicato dei calici di champagne era d’obbligo e la persona migliore con cui condividere quell’attimo non poteva che essere Monica, il suo agente letterario. Perché Monica era stata la prima a credere in lui e aveva investito tempo e risorse per proporlo ai migliori editori nazionali. Monica gli aveva dato un’opportunità e non doveva deluderla.
Stefano non si sentiva mai all’altezza. Il successo raggiunto era un oblio in cui era veramente difficile mantenere la lucidità e l’orientamento, soprattutto quando una vocina interiore continuava a sussurrare quanto non meritasse quel sogno toccato con mano.”
Trama
Una panchina del viale degli Ippocastani costituisce la dimora dello Scribacchino, un senzatetto che trascorre gran parte del proprio tempo a scrivere su un block notes. Nessuno sa quale sia il risultato dei suoi sforzi, tranne un misterioso uomo che viene a riscuotere quelle pagine come fossero una merce di scambio. Il risultato, però, non lo soddisfa: le storie dello Scribacchino, per quanto ben scritte, sono prive di epilogo, poiché un vero e proprio blocco gli impedisce di concepire un finale.
Il micro-mondo del senzatetto, fatto di privazioni e anonimato, viene scosso da una ragazzina di nome Rachele, che frequenta da poco il liceo non distante dal viale. Rachele è una “primina”, vive sulla propria pelle le piccole e grandi angherie degli altri studenti, e per scampare a un fastidioso “rito di iniziazione” le viene chiesto di prendere proprio il block notes dello Scribacchino. La bravata si rivela il primo passo verso la scoperta di alcuni particolari sulla vita dell’uomo, dettagli che le permetteranno di fare luce su ulteriori misteri che la riguardano da vicino.