Meraviglia quotidiana

Titolo: Meraviglia quotidiana

Sottotitolo: Vita e pratica zen

Autrice: Charlotte Joko Beck

Editore: Ubiliber

Collana: Linfa

Pagine: 207

Prezzo: € 18,00

Uscita: 21 ottobre 2022

Traduzione: Teresa Albanese

“Ci sono i fardelli della vita. Ma, se stiamo con la pratica, dopo un po’ la nostra vita ci fa provare una sensazione diversa: il giogo diventa più comodo e il fardello più leggero. Questo significa che meditare sia facile? Niente affatto. Chiunque lo faccia sa che non è mai lo stesso. Ci appaga. Oppure lo odiamo. Ci annoia. Ci fa diventare irrequieti. Non abbiamo voglia di stare lì. Ma la capacità di stare con la vita così com’è, ovvero l’unica cosa che abbiamo bisogno di fare, aumenta. Piano, piano, piano. La pratica non finisce mai.”

Trama

Quante volte ci è capitato di voler di fuggire da noi stessi, quante volte, cercando le risposte che ci mancavano, abbiamo guardato al di fuori di noi e quante altre ancora ci siamo trovati a gridare nel nostro cuore: “Perché sta succedendo proprio a me?”. Noi e l’esterno, noi e gli altri, noi e la vita che pare ci si stia accanendo ingiustamente contro: in questo profondo disagio siamo in azione sempre e solo noi. Senza saperlo né volerlo, siamo schierati contro noi stessi, combattiamo una guerra che ci divide tra quello che pensiamo di dover essere e quello che siamo.

Giorno dopo giorno, sentiamo che lo iato tra le aspettative che nutriamo nei nostri confronti e la realtà dell’esperienza aumenta fino a diventare incolmabile, e restiamo vittime dei nostri stessi inganni, delle nostre strategie innate, che si sono formati sulla base di convinzioni che abbiamo sviluppato quando, ancora piccoli, cercavamo le attenzioni e l’amore dei nostri genitori. Soffriamo tanto, allora, e al tempo stesso siamo causa di sofferenza. Siamo tesi nel corpo e nella mente, abitati da un senso di inadeguatezza inarginabile. Credere che tutto questo sia vivere è la trappola delle trappole.

Quello che non ci è chiaro è che porre fine a questa questo scontro, trovare la pace, è possibile. Ora, in questo preciso momento può nascere la gioia della resa. A rassicurarci di questo è Joko Beck, una delle più amate maestre zen contemporanee che ha dedicato la sua vita a liberare se stessa e gli altri esseri umani.

In “Meraviglia quotidiana”, la sua eredità ultima, troviamo l’ispirazione e l’aiuto necessari per capire il valore e l’importanza della pratica, nostra unica alleata per mettere fine a questa lotta. Joko interpreta e cala nel mondo occidentale l’insegnamento del buddhismo zen, guidandoci con dolcezza e comprensione nel compito più difficile: prestare attenzione alla nostra vita.

Biografia

Charlotte Joko Beck (1917-2011) è stata un’insegnante americana di buddhismo zen e un’autrice di grande successo. Ha iniziato a praticare sotto la guida del maestro Taizan Maezumi all’età di quarant’anni. Ha dato vita e diretto lo Zen Center di San Diego, il Prescott Zen Center e la rete di centri Ordinary Mind Zen School. Molto amata per il suo stile diretto e anticonvenzionale, è considerata un punto di riferimento nella relazione tra buddhismo e psicologia.

Incipit

“Abbiamo bisogno di sapere solo una cosa. È della massima semplicità. Il nostro compito, come esseri umani desiderosi di vivere la vita fino in fondo, è prestare attenzione quando sperimentiamo qualcosa. Per riuscirci non dobbiamo fare altro che cominciare a essere ciò che siamo davvero. Tutto qui. Dobbiamo solo essere quello che siamo, al di là di tutte le nostre idee e dei nostri sistemi per affrontare la vita. Facilissimo, no? Proprio per niente. Essere quello che siamo davvero significa che, quando una situazione ci turba – quando ci sentiamo feriti o arrabbiati -, dobbiamo sentirlo. Per alcuni di noi queste emozioni forti trasformano il corpo in uno sgradevole groviglio di tensioni. Ad altri viene la nausea. Chi può voler essere una cosa del genere?

All’inizio non vogliamo entrare in contatto con le emozioni perché molte di esse, che si tratti di dolore, rabbia o risentimento, nascono dalla sofferenza. E questa sofferenza, all’inizio, sembra l’ultima cosa che vorremmo incontrare…”

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