Titolo:  Müchela, Iena

Autore: Vincenzo Trama

Editore: Edizioni Spartaco

Collana: Dissensi

Pagine: 175

Prezzo: € 12,00

Uscita: 27 maggio 2021

Recensione

Vincenzo Trama ci propone il suo ultimo lavoro: “Müchela, Iena” che attira subito per la meravigliosa copertina. Il libro è pubblicato da “Edizioni Spartaco”. Per quanto riguarda la trama si può dire che non passa inosservata, ma colpisce immediatamente il lettore.

La storia è raccontata bene, con una certa fluidità e, a volte, in modo molto incisivo, compresa la terminologia, che ogni tanto risulta un pochino colorita e con qualche frase in dialetto, ma assolutamente appropriata per la vicenda narrata. Qualche passaggio mi ha affascinato e mi è piaciuto, per esempio il seguente:

“Ho deciso. Mi siedo e non mi rialzo più. Sono stufo di sforzarmi di riconoscere facce scolorite dal tempo e dalla rabbia. Che stingano in diapositive, se possibile.”

I personaggi si contraddistinguono e conquistano, nel bene e nel male, per i loro caratteri ben marcati e per come agiscono. Alcune volte, infatti, risultano brutali, arroganti, qualcuno forse anche un po’ antipatico, ma ciò regala “pepe” alla storia e la movimenta. Il ritmo, a mio avviso, è a volte serrato.

L’autore con “Müchela, Iena” affronta varie tematiche importanti come, per esempio, il razzismo e l’integrazione, facendo riferimento anche a scelte politiche (e ad un partito italiano molto famoso), oltre a quelle di vita. La politica è molto presente tra le vicende dei giovani protagonisti.

Il libro, a mio avviso, strizza anche l’occhio a un paio di romanzi famosi che lascio a voi scoprire quando lo leggerete (fatemi poi sapere). I dialoghi, lo scambio di battute tra i diversi personaggi sono molto schietti, diretti e mirati, in tal modo, questo romanzo, che a tratti può anche essere considerato di formazione, risulta molto sincero e spontaneo.

“Müchela, Iena” ha prodotto in me alcune reazioni e pensieri. A mio avviso non è un libro per tutti, ma per chi ama il genere ed il fatto che, nella storia, Vincenzo Trama non teme di esporre i propri pensieri e di affrontare tematiche anche forti. Personalmente mi ha trasmesso sensazioni ed emozioni a volte vicino alla tristezza per il comportamento di alcuni ragazzi. Indubbiamente la storia non lascia indifferenti, ma arriva forte e chiara al lettore, lanciando pure messaggi e momenti di riflessione.

Qui sotto vi propongo l’incipit:

 “Sono il primo ad arrivare in chiesa dopo il morto, per quanto a pallore lo batta.

Non cambia molto, dentro o fuori: gli occhi dei santi picchiano come quelli dei paesani, solo che gli eletti non hanno pietre da scagliarti addosso ma punizioni divine. E le prime fanno male perché esistono davvero.

Sto su un tappeto rosso che è come separasse le acque, eppure io non salvo me stesso, figurarsi un popolo, figurarsi questo. L’incenso mi riporta a venti anni fa, quando mia madre mi educava cattolico e l’unica cosa che mi piaceva della parrocchia era l’odore all’ingresso proveniente dal turibolo. Indugio ancora sul volto del morto.

Sospiro. Io posso, lui no.

Per ora, tra noi due, colgo questa differenza…”

Trama

Un amico è morto. Mirko torna, per il funerale, nel paese che l’ha visto crescere nella Bassa milanese. Tra infanzia e adolescenza, si srotola il filo dei ricordi che lo lega alla Band del Nord, slabbrata armata di ragazzini che hanno dichiarato guerra all’universo intero e soprattutto alla periferia sud. Questi mondi si urtano, lasciandosi addosso lividi che verranno sanati forse solo durante la messa funebre.

Un romanzo di formazione, crudo, diretto, toccante, che rimanda a Golding, Molnár, Salinger, Pasolini. «La regola aurea è nota: vieni da giù? Stai nella zona nuova, destinato a delinquere. Sei nella parte vecchia? Allora da figlio del Nord opti solo per qualche droga al parchetto, nulla che non passi dopo l’adolescenza. Mescolarsi comunque non è previsto, perché moglie e buoi sono una questione di vicinato, non più solo di paese».