Un bello scherzo

Titolo:  Un bello scherzo

Sottotitolo: I casi del maresciallo Ernesto Maccadò

Autore: Andrea Vitali

Editore: Garzanti

Collana: Narratori moderni

Pagine: 300

Prezzo: € 18,60

Uscita: 03 giugno 2021

Recensione

Il mitico Andrea Vitali, che tanto mi appassiona con le sue storie, è uscito in libreria con un nuovo lavoro dal titolo “Un bello scherzo” edito “Garzanti”.

Questa volta torna al giallo con un’altra avventura del maresciallo Ernesto Maccadò. I capitoli, come sempre contraddistinguono i suoi romanzi, sono brevi, veloci, ironici e pieni di brio. In questo è presente anche una certa dose di avventura e di indagini scoppiettanti intorno ad un evento che ha, come protagonista, il maestro Fiorentino Crispini.

Come sempre, anche in questo libro lo scrittore ci delizia con nomi assai particolari e simpatici, non ai livelli di altri suoi romanzi, ma qualcuno dei personaggi si difende bene e ci regala un sorriso. Una protagonista, per esempio, si chiama Fiamma Rovente e mi ha fatto scoppiare una risata non appena ho letto il nome.

La storia si snocciola capitolo, dopo capitolo con lo svolgimento delle indagini e l’arrivo di altri personaggi. Essi sono tanti, ma niente paura, perché alla fine del libro, il buon Andrea Vitali ci propone delle pagine in cui sono riepilogati tutti i nomi di coloro che hanno animato il libro, con anche due righe di spiegazione.

“Un bello scherzo” si legge con grande serenità perché è scorrevole, ha una serie di avvenimenti anche ironici, i personaggi sono ben delineati e particolari. Se devo trovare un difetto, forse c’è qualche pagina di troppo e ciò ha causato, ogni tanto, un rallentamento del ritmo che, comunque, per la maggior parte del tempo, è sufficientemente vivace.

Il romanzo è abbastanza gradevole e provoca il nostro interesse circa la sua conclusione, dopo la lunga serie di indagini, a volte anche movimentate. Inoltre è stato un piacere ritrovare il maresciallo Ernesto Maccadò alle prese con un nuovo caso da risolvere e quella piccola dose di mistero che ci regala nel corso del libro.

La lettura riesce nell’intento di intrattenere i suoi lettori in modo sereno e intrigante, a parte, appunto, qualche passaggio in cui cala il ritmo e si dilunga un pochino. Andrea Vitali, però, riesce sempre a strappare un sorriso e a regalare dei momenti di sano relax e di svago, qualsiasi sia il genere che scrive. In ogni libro sono presenti alcuni suoi elementi che contraddistinguono la sua abile penna.

In questo romanzo avrebbe meritato, forse, maggior spazio il personaggio dell’oste Gnazio Termoli, perché, a mio parere, ha molto da raccontare ai lettori, ma magari lo ritroveremo in un successivo romanzo dell’autore.

Ovviamente mi sento di consigliare questo libro, seppure io sia di parte amando molto la scrittura di Vitali, ma provate a leggere un suo romanzo, giusto per la curiosità di scoprire come scrive. Egli è uno che piace, o non piace, non ci sono vie di mezzo. Ma se ci si appassiona alla sua penna, allora si diventa dipendenti dai suoi libri.

“Un bello scherzo” ha, quindi, rispettato abbastanza le mie aspettative ed è riuscito nell’intento di intrattenermi con un nuovo caso giallo ed allo stesso tempo a strapparmi qualche sorriso.

Qui sotto il passaggio presente in quarta di copertina:

«L’incubo era cominciato verso le sei, quando aveva sentito bussare alla porta. Come spesso faceva stava rileggendo un romanzo, L’amore che torna, e al sentire quei colpi non era riuscito a governare la fantasia, immaginando che uno dei suoi giovanili amori, dai quali non era mai stato corrisposto, fosse adesso lì, pentito. S’era invece trovato di fronte quei tre. Tre come le parole che gli avevano rivolto. “Venite con noi.” “Perché?” “Poche storie.” »

Trama

Sembrerebbe impossibile, perché la posizione è invidiabile, ma anche al caffè dell’imbarcadero di Bellano capita che per una giornata intera entri solo qualche sparuto cliente. Come martedì 5 marzo 1935. Per tirare sera l’oste Gnazio Termoli deve inventarsele tutte, fino a lavare e rilavare bicchieri già puliti. E poi sbadigliare all’ingresso del bar deserto. Eppure questa è una data che non potrà dimenticare, né lui né l’intero paese. Al calare delle prime ombre, infatti, al molo attracca una motonave della Milizia confinaria da cui scendono tre uomini completamente vestiti di nero. Uno davanti e gli altri due dietro.

Modi spicci e poche parole che incutono terrore. Muti e impietriti, il Gnazio e i pochi altri testimoni assistono a una scena che ha dell’incredibile. Dopo alcuni minuti i tre militi, infilatisi nell’intrico delle contrade, riappaiono al molo. Sempre in formazione, ma adesso tra loro, sorretto per le ascelle e trascinato come un peso morto, c’è il povero maestro Fiorentino Crispini. Caricatolo brutalmente a bordo, l’imbarcazione riprende il largo in direzione di Como.

E il Gnazio? Come tutti sanno, meglio farsi i fatti propri, fingere di non aver visto nulla e morta lì. Ma in questo caso… Il maestro Crispini… Come è possibile? A ripensarci, da qualche tempo il maestro non sembrava più lui. Aveva mancato più volte, per esempio, il proverbiale appuntamento con il suo marsalino, che il Gnazio gli serviva ogni mattina. Però, da lì a immaginare che possa aver meritato un arresto del genere ce ne passa. Unica soluzione: affidare la patata bollente ai carabinieri.

Se la veda il maresciallo Ernesto Maccadò con quelli della Milizia. Capisca insomma cosa è successo e, se ci riesce, riporti a casa il Crispini. In “Un bello scherzo” Andrea Vitali lancia una nuova sfida al maresciallo Maccadò. Se pensava che a Bellano si potesse vivere tranquilli, ora avrà di che ricredersi.

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