Intervista all’autore: Daniele Occhioni

Ciao lettrici e lettori,

oggi per il momento delle interviste è ospite Daniele Occhioni autore del libro “La notte delle ciliegie” edito “Augh! Edizioni”

Se volete leggere la mia recensione, la trovate qui.

Biografia

Daniele Occhioni è nato nel 1982 a Sassari e vive a pochi chilometri da Santa Teresa Gallura.

Ha svolto diversi lavori prima di diventare artigiano. Realizza creazioni di Macramè, tecnica imparata in America Centrale.

Amante della letteratura e dei viaggi, negli ultimi quindici anni ha vissuto tra Europa, America Latina, Asia e Africa.

La notte delle ciliegie è il suo primo romanzo.

Intervista

 1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “La notte delle ciliegie”

 “La notte delle ciliegie” è nato da un’idea avuta a Barcellona nel 2010. Idea maturata, assieme alla passione per la scrittura qualche anno prima, durante i miei vagabondaggi in America Latina. In quei viaggi ho cercato di riportare nei miei diari tutto ciò che più mi colpiva. Questo esercizio mi è stato utile per conoscermi meglio e crescere. A quel punto avrei potuto pubblicare dei racconti di viaggio, ma non mi sarebbe bastato, non sarei stato capace di esprimere al meglio la rabbia accumulata dopo aver toccato le sofferenze di quel continente. Posso dire che questo libro è anche una maniera per restituire l’affetto alla gente che ho incontrato viaggiando dal Messico alla Patagonia.

2 – Mi descriveresti il tuo libro con tre aggettivi?

 Grottesco, perché durante la lettura il lettore vive emozioni contrastanti. I capitoli sono veloci, si passa dal comico al drammatico nel giro di poche pagine. Vorrei, e spero di essere riuscito nell’intento, che il lettore rida, si incazzi e rifletta.

Fresco, è scritto in maniera scorrevole, senza l’uso eccessivo di virtuosismi e facile da leggere.

Umano, oltre alle tristi vicende della dittatura argentina, abbraccia temi sociali come la brutalità del colonialismo, le diversità culturali e l’omosessualità che purtroppo ancora oggi non è accettata da troppe persone.

3 – Un pregio ed un difetto di Susana, e di Gus

Susana è una donna fragile e triste, ma molto decisa. Sa ciò che vuole perché ha una missione da compiere. L’unica sua pecca, più che legittima, è la poca fiducia nel prossimo.

Gus invece è irrequieto, uno scrittore cinico e bugiardo che non si comporta “a modo” con le donne che conquista. Un uomo in cerca di una dimensione e dell’amore che ha perduto dopo la scomparsa di sua madre. Ma un incontro lo farà maturare.

4 – Puoi parlarci delle email stupende della protagonista che troviamo nel libro?

 Il romanzo è ambientato a Barcellona. Le email che Susana scrive a Gus sono un pretesto per trasportare il lettore a Buenos Aires, per farlo camminare tra le strade di una città spaesata, le cui ferite del regime Videla sanguinano ancora. Nonostante siano passati più di quarant’anni, ogni giovedì, di fronte a La Casa Rosada, las Abuelas de Plaza de Mayo si riuniscono per chiedere che fine abbiano fatto i propri figli.

5 – C’è un motivo in particolare per cui hai inserito proprio Hesse e Zafón (che adoro)?

 Hesse è stato uno scrittore fondamentale per la mia crescita. Ho amato e riletto varie volte Siddharta. Mentre Zafón, con l’Ombra del Vento, mi ha incoraggiato a scrivere.

6 – Puoi anticiparci se hai in progetto un altro libro?

 Si, ho già in mente la seconda parte de “La notte delle Ciliegie”. Devo chiudere il cerchio “Desaparecidos” prima di affrontare altre storie. Ho già chiara l’impalcatura del libro e di tanto in tanto prendo qualche appunto che mi potrà essere utile durante la stesura. Devo solo trovare il tempo e l’ispirazione per far sì che si compia.

7 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?

Fortunato, non potrei chiedere vita migliore.

Equilibrato, almeno cinque giorni su sette.

Indifferente, perché potrei fare di più a livello sociale e, invece, me ne rimango rintanato, nella mia zona di comfort, senza parteggiare come dovrei.

8 – Ci racconti, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?

 È un libro che ho scritto in nove anni, quindi potrei raccontare diversi aneddoti. Uno su tutti è sicuramente la frustrazione data dalla stesura. Ci sono stati momenti in cui avrei voluto mollare tutto e cancellare ogni parola, dimenticarlo. Dopo sei anni mi stavo arrendendo a questo pensiero e invece proprio in quel momento mi sono ritrovato a scrivere sette capitoli in una sola settimana che hanno dato rotondità alla storia, definendola.

È stato davvero molto faticoso arrivare alla fine ma, quando ho aperto il pacco con le prime copie e ho preso in mano il romanzo stampato, ho provato una gioia indescrivibile che auguro a tutti coloro che sognano di pubblicare un libro.

9 – Quali sono i tuoi autori e libri preferiti: puoi citarmene un paio?

 Citare solo un paio di autori non darebbe merito a tutti gli altri che mi hanno tenuto compagnia, ma tra i tanti non posso non menzionare Sergio Atzeni e il suo “Passavamo sulla terra leggeri”. Sono molto legato alla mia Sardegna e lui ha saputo raccontarla in una maniera sottile, come nessuno aveva fatto prima.

Un altro autore che mi ha appassionato sin dalla prima riga è Jean Claude Izzo. La trilogia Marsigliese: Casino Totale, Chourmo e Solea; il personaggio di Fabio Montale mi ha indubbiamente ispirato. Vorrei dimenticare i suoi romanzi e rileggerli con occhi vergini.

10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?

 L’ultimo libro che ho comprato e sto leggendo è Ripley Bogle di Robert Mcliam Wilson.

Grazie di aver risposto alle mie domande

A presto

Gabrio

 

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