Intervista all’autore: Giulio Ravizza

Buongiorno lettrici e lettori,

oggi ho il piacere di proporvi l’intervista con protagonista Giulio Ravizza, autore del libro “L’influenza del Blu” edito Bookabook

Se volete leggere la mia recensione la trovate qui.

Biografia

Giulio Ravizza è un esperto di digitale: in passato ha ricoperto il ruolo di responsabile marketing per Twitter, eBay e Amazon, per cui ha lanciato Kindle in Italia. “L’Influenza del Blu” è il suo romanzo d’esordio nonché un esperimento social, essendo il primo libro al mondo ad essere stato lanciato con un filtro Instagram.

Intervista

 1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “L’influenza del blu”

Era sera. Stavo ascoltando la Bohème di Leoncavallo. Ad un certo punto dell’opera un musicista squattrinato fa un annuncio: suonerà la sua inedita cantata in SOL maggiore dal titolo “L’Influenza del blu sulle arti”. Nel dormiveglia continuavo a chiedermi: che suono può mai avere un brano che ha ad oggetto l’influenza che il colore blu ha avuto sull’arte? Come inizia? Che ritornello ha? E’ triste o allegro? E poi come si fa a capire che influenza il blu ha avuto sull’arte? Insomma: in un mondo senza blu George Gershwin come avrebbe scritto Rhapsody in blue? E Il cavaliere azzurro di Kandinskij verso dove sarebbe sfrecciato col suo cavallo? Mi sono addormentato con questi pensieri. Ho sognato molto e il mattino ho iniziato a scrivere.

2 – Mi descriveresti il tuo libro con tre aggettivi?

Se vai su Amazon a vedere le recensioni, trovi una curiosa consonanza. La quasi totalità dei recensori dice che è un romanzo diverso, originale e fuori dal coro. Io nella scrittura ho cercato di mettere in scena un testo ambiguo, turchese e controverso.

3 – Un pregio e un difetto del protagonista?

Il mio protagonista è un idiota. Non nel senso di Dostoevskij, ma nel senso che è un ragazzo che vive in un mondo ideale nel quale non è necessario scegliere che direzione dare al proprio destino. Eppure noi tutti siamo il prodotto delle decisioni che compiamo ogni giorno. Kierkegaard diceva “Essere significa poter scegliere” e anche il mio protagonista si renderà conto che la linea di demarcazione che separa ciò che semplicemente esiste (voce del verbo esistere) da ciò che è (voce del verbo essere) è proprio la capacità di scegliere e di dare una direzione alla propria esistenza.

4 – Come ti sei organizzato per la stesura del libro?

Google doc, Virgilio sinonimi e in cuffia l’indecifrabile meraviglia dello Stidio 42 numero 5 di Scriabin (a rotazione infinita).

5– Che rapporto hai col colore blu (prima e dopo il libro)? 

Come ho anche raccontato in apertura del mio TEDx, il blu è un colore che porta con sé una strabiliante tensione. Da un lato è magneticamente bello: pensa al blu savoia dell’Egeo, alle cupole blu cobalto delle moschee di Istanbul, a due occhi celesti. Allo stesso tempo diverse culture hanno scelto il blu per indicare un sentimento di sofferenza dello spirito, vedi il Periodo Blu di Picasso, il blues, il “feeling blue” americano. Quindi il blu è un’essenza di bellezza e malinconia: in un certo senso è già un romanzo fatto e finito.

 6 – Puoi anticiparci se hai in progetto un altro libro?

Ricevere tante belle recensioni è in effetti un carburante che aiuta a costruire fiducia in sé stessi. Si imparano anche tante cose scrivendo e non nascondo che sarei felice di mettere questo bagaglio di esperienza al servizio di un altro romanzo.

7 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?

Quando mi sono trasferito in Cina ho dovuto scegliere un nome in mandarino, ovvero avrei dovuto combinare tre ideogrammi a mia scelta (uno per il nome, due per il cognome). Ho scelto Lán Dà

Wèn, ovvero Grande Dubbio Blu.

8 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?

Prima delle presentazioni devo rileggerlo, perché non possedendo molta memoria tendo a dimenticare cosa ho scritto. Quando rileggo non mi sembra qualcosa scritto da me: trovo alcuni capitoli ingenui e altri molto suggestivi. Tendo ad avere sempre un parere diverso rispetto a questo romanzo.


9 – Quali sono i tuoi autori e libri preferiti: puoi citarmene un paio?

Io credo nell’importanza di coltivare un pensiero minoritario, ovvero di lasciarsi sedurre da ciò che non va di moda, che non trova consenso, che non è trending topic. Per questo alla Boheme di Puccini preferisco quella di Leoncavallo, a 1984 di Orwell preferisco Noi di Evgenij Zamjátin a Anna Karenina preferisco La via dei tormenti (Tolstoj).

 10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?

L’ultimo libro che ho letto è intitolato “Prove Convincenti Che Napoleone Non Ha Mai Esistito” ed è un adorabile libretto complottista del 1842 secondo il quale Napoleone sarebbe solo una leggenda mitologica.

Ti ringrazio molto di aver risposto alle mie domande

Alla prossima

Gabrio

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