Intervista all’autore: Luca Puggioni

Ciao a tutti,

bentornati !!! Dopo la pausa estiva, riprendono le interviste agli autori.

Iniziamo il mese di settembre in compagnia di Luca Puggioni che ha risposto alle mie domande che riguardano se stesso e il suo libro “Solo uno stupido sabato sera” edito da “Scatole Parlanti”

Per leggere la mia recensione potete cliccare qui.

Biografia

Luca Puggioni è nato a Torino nel 1994. Nel 2016 si è diplomato al College Serialità & TV della Scuola Holden. Ex batterista di diverse band, la passione per le storie lo ha portato in seguito a creare un sito di recensioni, sceneggiare tre cortometraggi comici e scrivere due spettacoli teatrali per bambini. “Solo uno stupido sabato sera”  è la sua prima pubblicazione.

Intervista

1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “Solo uno stupido sabato sera”

È nata quasi per caso. Il primo capitolo doveva essere un racconto autoconclusivo e invece mi sono innamorato di un personaggio, che in quel racconto era l’antagonista, e ho deciso di esplorare la sua storia. Per questo il primo capitolo parla di due personaggi che poi non riappaiono più nel romanzo.

2 – Mi descriveresti il tuo libro con tre aggettivi?

Veloce: il libro è breve e con moltissime dialoghi.

Violento: è un pulp, il sangue è d’obbligo.

Tragicomico: perché la violenza non preclude la comicità (in alcuni casi)

3 – Un pregio e un difetto di Sofia e del signor Ranedo?

Il più grosso difetto di Sofia è l’incapacità di andare avanti, non è in grado di farlo con l’ex marito, tutta la sua linea narrativa ruota attorno a questo e non riesce nemmeno con la figlia. Un pregio è sicuramente la precisione che ha nel lavoro e non solo.

Per quanto riguarda il protagonista il suo pregio è sapersi divertire in ogni occasione e il difetto forse è lo stesso. Per lui doversi divertire è quasi un obbligo, essenziale per sopravvivere alla noia.

4 – Quali sono secondo te gli elementi importanti per scrivere un libro?

Avere una storia da raccontare. Quando studiavo ci dicevano sempre di raccontare ciò che conosciamo, ovvero quelle che ci rappresenta. Ovviamente io non so nulla di omicidi e smembramenti di cadaveri, ma conosco la noia, che è il tema della storia. Quindi bisogna avere una storia, personale, da esporre.

5 – Come è nata la tua passione per il genere pulp?

Con il cinema di Tarantino, il mio film preferito in assoluto è Kill Bill. Ho sempre adorato l’utilizzo della violenza eccessiva, ma non spaventosa, non è uno splatter in stile horror che vuole spaventare chi guarda, anzi lo vuole attrarre. Un altro capolavoro, che però rientra più nella commedia noir, è Fargo, non solo il film, ma anche la serie.

6 – Puoi anticiparci se hai in progetto un altro libro?

Sì, lo sto scrivendo è sempre dello stesso genere e con tematiche simili, ma mi sono approcciato in maniera differente, con un narratore in prima persona e qualche dialogo in meno. In più sto lavorando anche sulla sceneggiatura dei fumetti.

7 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?

Preferisco non rispondere direttamente, ma dire che, leggendo il libro, almeno due aggettivi su di me emergono chiaramente.

8 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?

Un aneddoto divertente è su una presentazione del romanzo che ho fatto a Chieri. Dopo aver risposto a tutte le domande una signora mi si avvicina e mi chiede per quale partito politico simpatizzassi. Io non le rispondo, anzi, le dico che il libro non aveva nulla a che fare con la politica. La donna insiste e, dopo i miei svariati no, mi invita a leggere la scritta sulla maglietta della figlia (che avrà avuto sì e no 15 anni). Io leggo e poi rimango un po’ bloccato come per dire “ok e quindi?”. Poi la madre mi fa, “sì ma leggi non guardarle le tette che sei anche fidanzato.” Io ero spiazzato, sua figlia voleva sotterrarsi. Subito dopo lei si congeda dicendo che scherzava.

9 – Quali sono i tuoi autori e libri preferiti: puoi citarmene un paio?

Una saga a cui sono molto affezionato è quella di Eragon, che ho letto durante l’adolescenza e mi ha spronato a scrivere senza rifugiarmi nella scusa di essere troppo giovane. L’autore della saga aveva soli 15 anni quando ha pubblicato il primo romanzo e questo mi ha spronato negli anni, mi fa sempre un po’ effetto quando mi dicono che sono giovane (ho 24 anni) per aver pubblicato un romanzo.

Quello che ritengo il mio libro preferito (attualmente) è American Psycho e infatti per questo secondo lavoro mi sto ispirando molto a questo romanzo. Poi ho letto vari libri di Glenn Cooper, mi piaceva molto Carlos Ruiz Zafon e “Ragazze Elettriche” di Naomi Alderman.

10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?

 Gli ultimi libri li ho comprati al Salone di Torino e sono quelli degli altri autori della mia casa editrice, Scatole Parlanti, che ho avuto il piacere di conoscere durante la fiera. Ora invece sto leggendo la raccolta di racconti “Fantasie di stupro” di Margaret Atwood e “Le regole dell’attrazione” di Bret Easton Ellis.

Grazie di aver partecipato all’intervista

A presto

Gabrio

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