Intervista all’autore: Luca Rebecchi

Ciao a tutti,

oggi vi propongo l’intervista con protagonista Luca Rebecchi  autore del libro “L’ultimo alito dell’estate”, la cui recensione la trovate qui.

Biografia

“Luca Rebecchi, è nato nel 1974 a Modena. Da sempre convinto assertore di un sano sviluppo sostenibile, vive in un tranquillo paese della bassa pianura emiliana, dove lavora come frutticoltore nella sua azienda biologica. L’ultimo alito dell’estate è il suo primo romanzo.”

Intervista

1 –  Come è nata l’idea di questo tuo romanzo e quanto tempo ci hai messo a scriverlo?

Direi che più di un’idea, si dovrebbe parlare di un mood particolare, e più precisamente di una lunga fase introspettiva e malinconica: il terreno fertile nel quale l’idea ha potuto attecchire e germogliare. Riguardo al tempo di stesura, ne ha richiesto parecchio, dato che i momenti in cui ho avuto la possibilità di scrivere sono stati pochi, precipuamente concentrati nella stagione invernale. Inoltre ho lasciato “riposare” il romanzo per un intero anno, scelta che, col senno di poi, penso sia stata azzeccata, perché mi ha permesso di staccare per poi riprendere in mano il testo con occhi nuovi. In definitiva, dal momento in cui l’ho iniziato a quello in cui l’ho terminato, sono trascorsi non meno di tre anni.

2 –  Un pregio ed un difetto di Filippo e di Chiara?

In fondo, il loro miglior pregio – e allo stesso tempo, anche il loro principale difetto – è che sono entrambi frutto della mia fantasia.

3 –  Mi descriveresti il tuo romanzo con tre aggettivi?

Coinvolgente, intenso, esistenziale.

4 –  Quali sensazioni e/o emozioni hai provato mentre lo scrivevi?

Sconforto ed euforia, a seconda dei momenti.

5 –  Da parte tua quale messaggio vorresti arrivasse al tuo lettore?

Più che un messaggio, mi piacerebbe che il lettore fosse spinto a interrogarsi; insomma, preferirei suscitare domande, piuttosto che fornire risposte.

6 –  Hai trovato qualche difficoltà durante la stesura?

Parecchie, soprattutto in fase di revisione ed editing, lavoro che è sostanzialmente gravato sulle mie spalle. Al netto di questo, scrivere richiede concentrazione e tempo, e per chi come il sottoscritto non può permettersi né l’una né l’altro, tutto diventa molto più complicato.

7 –  Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?

Più che un aneddoto, vorrei approfittarne per segnalare la disponibilità delle persone – figure professionali quali psicologi, medici, professori di fisica e maestri di musica – che ho contattato per avere conferme ed eventuali chiarimenti circa alcune discipline di loro competenza presenti nella narrazione. A parte rari casi, si sono dimostrate davvero gentili.

8 –  Oltre alla scrittura quali sono le altre tue passioni?

Senza alcun dubbio la musica, anzi… la “buona musica”, se mi è concesso dirlo, con un po’ di sana presunzione. Del resto, non avrei potuto scrivere una sola pagina del mio romanzo, senza un’adeguata colonna sonora. Direi anzi che la musica ha ispirato il testo, molto spesso.

9 –  Quali sono i tuoi autori e libri preferiti: puoi citarmene un paio?

Certamente: in primis, Muriel Barbery e il suo bellissimo romanzo “L’eleganza del riccio”, poi Michela Murgia con il suo magnifico “Accabadora”, e ancora “Il mercante di Venezia”, fra i tanti capolavori di Shakespeare. Recentemente però mi sono davvero entusiasmato nel leggere “Il mondo di Sofia”, interessantissimo best seller di Jostein Gaarder del 1991.

10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?

La casa di Psiche, di Umberto Galimberti. Un saggio incredibilmente vasto e appassionante sulla filosofia e la psicanalisi; un eccellente excursus nel pensiero dell’uomo antico, moderno e contemporaneo.

Grazie di aver partecipato all’intervista.

ciao

Gabrio

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Comments

  • anna paola maga

    Gennaio 8, 2019 at 10:59
    Reply

    Più che un messaggio, mi piacerebbe che il lettore fosse spinto a interrogarsi; insomma, preferirei suscitare domande, piuttosto che fornire risposte. OTTIMO DA PARTE DI UNO […] Read MorePiù che un messaggio, mi piacerebbe che il lettore fosse spinto a interrogarsi; insomma, preferirei suscitare domande, piuttosto che fornire risposte. OTTIMO DA PARTE DI UNO SCRITTORE !!!!!!!! Read Less

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