Intervista all’autore: Stefano Lavermicocca

Ciao lettrici e lettori,

ho il piacere di proporvi una nuova intervista. L’ospite è Stefano Lavermicocca, autore del libro “Ultimo tour” pubblicato da “Scatole Parlanti”.

Per recuperare anche la mia recensione potete cliccare qui.

Intervista

1 – Chi è Stefano Lavermicocca e che tipo di scrittore sei? 

Non è un solo libro che può farmi definire scrittore anche se ovviamente la cosa mi fa piacere, ho iniziato scrivendo canzoni, poi sono passato a racconti, ora questo libro e poi non so, adesso per esempio sto provando a scrivere favole e anche un secondo libro ma non so come andrà, Non amo troppo le classificazioni ma ad ogni modo direi che sono pieno di passioni e cerco sempre di vivere mantenendo una sorta di coerenza tra principi, ideali, sogni e realtà.

2– Come, o da dove, è nata l’idea di scrivere il tuo libro “Ultimo tour”?

L’idea di scrivere il libro nasce da diversi fattori, il primo, e anche il più importante forse, direi che è un fattore di memoria, cercare di fissare quello che ho vissuto in modo da farlo resistere al tempo, condividerlo e magari far appassionare altre persone. Un altro fattore è stato il volermi cimentare con un’altra forma di espressione che piano piano mi sta prendendo sempre più, poi se vogliamo scherzare direi anche un esercizio per il mio cervello vedere cosa e quanto riuscivo a ricordare

3 – Mi descriveresti il tuo romanzo con tre parole?

Rock and Roll, strada, amicizia ( forse sono più di tre…)

4 – Un pregio e un difetto del protagonista e com’è in generale di carattere?

In realtà non c’è un solo personaggio principale perché parla di una band, i protagonisti sono 4 ognuno con i suoi pregi e difetti ma tutti sono decisamente sopra le righe e questo può essere sia un pregio che un difetto, certo è scritto in prima persona, certo ci sono considerazioni personali ma quello che volevo cercare di far emergere è la musica. Il coraggio di vivere la vita, di fare esperienza e di sentirsi unici anche se il finale non sarà il finale perfetto, il percorso può essere bello lo stesso.

5 – Ci racconti un po’ della band e come sono i rapporti tra i componenti?

La mia band è stata come una famiglia, c’era il più responsabile e  il più pazzo ma ognuno di noi era come un fratello, noi non suonavamo solo insieme ma abbiamo passato tutto il nostro tempo insieme. Le uscite, le cene, le serate, sempre insieme, organizzavamo feste e concerti per raccogliere fondi per questa o quella causa, i nostri ideali erano la nostra vita.

Poi gran parte del tempo eravamo in sala prove ( un garage che ci siamo costruiti ) perché suonare era più di un divertimento, era una esigenza di dire la nostra, noi vivevamo di musica e questo è stato un grandissimo collante. La scena barese era tutta molto attiva e partecipata e sentirsi parte di questo è stato emozionante. Tra di noi siamo ancora amici anche se adesso non ci vediamo spesso tra figli, impegni e fasi di vita ma ci vogliamo bene

6 – Come mai proprio solo dieci tappe e come hai scelto le località?

Non le ho scelte, ho solo ripercorso la storia di un tour che davvero abbiamo fatto, ne abbiamo fatti 5 credo (non tutti di 10 date ) però si partiva spesso; certo non posso dirti la percentuale di reale ma non è tutto frutto di fantasia. Siamo stati una band che ha suonato tanto e su tutti i tipi di palco, la scena hardcore, punk era così e noi l’abbiamo vissuta.

7 – Quali sono state le difficoltà durante la stesura?

Nessuna direi, anzi  è stato molto piacevole, più ricordavo le cose successe, le avvenute e le disavventure e più mi rendevo conto di quanto sia stato straordinario tutto. A volte ridevo a volte arrivava un po’ di malinconia, ma poi è stato anche da sprone per risentirmi con i vecchi amici per riaccendere i ricordi e condividerli, abbiamo fatto due cene con le prime bozze per discuterne insieme così da rivivere e arricchire il tutto.

È stato un bel lavoro e i miei amici mi hanno aiutato e ci siamo divertiti insieme di nuovo, certo poi ci ho dovuto rimettere le mani e cercare di dare una forma mia ma è stato bello. Anche lavorare con l’editore è stato bello, tutti quelli di Scatole Parlanti (il mio editore) sono stati davvero professionali e gentili soprattutto R. la correttrice di bozze mi ha aiutato tanto

8 – Ci puoi raccontare un aneddoto in particolare?

Beh no, leggete il libro…

9 – Come ti descriveresti con tre aggettivi e quali passioni/hobby hai nel tempo libero?

Posso scegliere solo aggettivi positivi così da fare il fico? Idealista, creativo, paziente

Per le passioni sono tante dal calcio allo skate al cinema alla politica, al giardinaggio alla cucina ma adesso preferisco più di tutto giocare con mio figlio

10 – Infine una curiosità: qual è stato l‘ultimo libro che hai comprato e/o letto?

“Sharon e mia suocera-Se questa è vita” credo che li sia tramontato definitivamente ogni ideale e se non finisce la guerra non si potrà più parlare di giustizia.

Biografia

Stefano Lavermicocca è nato a Bari nel 1979. Laureato in Lettere moderne e con un master in Comunicazione, attualmente è impiegato come personale tecnico-amministrativo presso l’Università degli Studi di Bari. Ultimo Tour è la sua prima pubblicazione.

Grazie di aver partecipato all’intervista.

Alla prossima

Gabrio

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