Intervista all’autore: Luca van der Heide

Ciao lettrici, ciao lettori !!!

Oggi, per il momento dell’intervista ospito Luca van der Heide, autore del libro “Byron Boy” pubblicato da “Scatole Parlanti”.

Potete recuperare la mia recensione cliccando qui.

Intervista

1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “Byron Boy”?

Ho sempre un taccuino con me in cui riporto quello che mi succede, i miei pensieri e idee. Per una volta, a Byron Bay, sono stato travolto da quello che mi stava succedendo e per ben tre mesi non ho quasi toccato il taccuino. Appena sono arrivato a casa ho sentito il bisogno di trascrivere tutto, e così è nata la prima bozza di Byron Boy, scritta di getto in tre settimane. Ci sono poi voluti due anni di riscritture e revisioni prima che mi decidessi di mandarlo a una casa editrice.

2 – Mi descriveresti il tuo romanzo con tre aggettivi?

Questi sono tra gli aggettivi che sono stati usati di più per descrivere il mio libro: sincero, scorrevole, diverso – nel senso che esplora tematiche particolari del mondo dei backpacker, un mondo che molti non conoscono.

3 – Un pregio e un difetto di Luca e di Taro?

Sono entrambi aperti verso nuove esperienze e stili di vita, ed entrambi ancora molto ingenui, sempre indecisi, si fanno trasportare dagli avvenimenti.

 4 – Senza fare spoiler che cosa puoi dirci del “Magazzino”?

Il Magazzino è un posto in cui viaggiatori da ogni parte del mondo si incontrano e cercano di coesistere. È uno snodo nelle vite di molti, e tutti, a parte alcune eccezioni, si trovano in un periodo di transizione della loro vita, a metà tra la libertà della strada e il bisogno di fermarsi.

 5 – Come mai hai scelto proprio i campi di mirtilli?

Non li ho scelti io, al massimo loro hanno scelto me! I campi, come la maggior parte del romanzo, sono parte della mia esperienza personale. Come dice l’inizio del libro, “Io e Taro abbiamo deciso che è tempo di cambiare”. I campi di mirtilli sembravano un buon inizio.

6 –La copertina è splendida: come è stata scelta?

È una foto del faro di Byron Bay. Il faro è un simbolo di Byron in quanto cittadina di mare, ma soprattutto in quanto meta e guida del viaggiatore.

7 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?

Cerco di essere umile il più possibile, credo che l’umiltà sia il passo più importante per condividere un’esperienza nello spirito giusto – appunto, di condivisione, piuttosto che per essere notati o apprezzati. Cerco di essere introspettivo e onesto con me stesso, per poter dare una versione dei fatti il meno “sporca” e più lucida possibile. Voglio che chi legge sia il più libero possibile di interpretare e fare suo il romanzo.

8 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?

Un aneddoto che mi piace sempre raccontare è che la versione originale era in inglese. Per pubblicarlo in Italia ho quindi dovuto “tradurlo” nella mia lingua natia.

Un altro fatto divertente è che prima di essere pubblicato con Scatole Parlanti doveva essere pubblicato con un’altra casa editrice, che però purtroppo è andata in bancarotta poco prima della pubblicazione. Fortunatamente, non avevo ancora firmato il contratto.

9 – Quali sono le tue passioni e hobby?

Passo più tempo possibile a contatto con la natura, sulle mie colline. Mi piace fare un bel fuoco (anche se non sempre ci riesco) e suonare la chitarra. Più invecchio e più mi piace leggere.

10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?

“The Year of Magical Thinking”, di Joan Didion. Didion è una maestra assoluta nell’arte di elaborare esperienze personali e riflessioni attraverso la scrittura. La raccomando a chiunque, di recente è diventata il mio punto di riferimento per un tipo di scrittura personale, aperto, e sincero. “The White Album” potrebbe essere un buon punto di partenza.

Biografia

Luca van der Heide scrive, traduce e insegna inglese come freelance a Torino. Ha pubblicato tre libri, studiato filosofia a Bologna ed etica a Utrecht. Prima di stabilirsi a Torino ha viaggiato per due anni scrivendo e insegnando.

Grazie di aver risposto alle domande

Ciao

Gabrio

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