Intervista all’autore: Luciano Varnadi Ceriello

Buongiorno lettrici e buongiorno lettori,

oggi vi propongo l’intervista da un autore che ci racconterà del suo libro, in modo da invogliare, non solo voi, ma pure me a leggerlo.

Lui è Luciano Varnadi Ceriello, autore de “Il segreto di Vivaldi” edito “Armando Curcio Editore”

Se volete leggere maggiori informazioni sul libro, potete cliccare qui.

Intervista

1 – Come è nata l’idea di scrivere la trilogia di cui fa parte “Il segreto di Vivaldi”?

L’idea di scrivere una trilogia non è nata ab origine, bensì in corso d’opera. IL SEGRETO DI CHOPIN è stato il primo romanzo che ho scritto e, come spesso mi capita per le mie prime esperienze, mi ci sono approcciato con una forte emozione, ma anche con una certa titubanza, frutto dell’incertezza del nuovo sentiero sul quale andavo a muovere i miei passi.

Avendo poi notato l’ottimo riscontro di critica e di pubblico ricevuto dalla mia opera, ho deciso di continuare lungo la strada intrapresa e ho così ideato la “Trilogia di Reinhard Friedmann”, che vede come romanzo centrale IL SEGRETO DI MARLENE – Viaggio alla ricerca del sé (opera narrativa ambientata nell’Italia del Sud tra Napoli, Nola, Palermo e Catania) e come terzo volume IL SEGRETO DI VIVALDI – Tra esoterismo e passione (ambientato nell’Italia del Nord tra Torino, Mantova e Venezia).

2 – Mi descriveresti il tuo ultimo libro con tre aggettivi?

Avventuroso – Misterioso – intrigante

3 – Un pregio e un difetto di Reinhard Friedmann?

Reinhard Friedmann è un soldato nazista col cuore da prete, uno dei suoi pregi è quello di essere un uomo che sa mettersi in discussione; è un individuo alla costante ricerca di sé e della propria spiritualità. Uno dei suoi difetti è che spesso cede alle tentazioni che incontra lungo il corso della sua esistenza, tentazioni che però, se vogliamo, spesso sono il nettare della vita.

4 – Ci racconti qualcosa circa la tua passione per l’esoterismo che troviamo anche nel sottotitolo?

La mia, nei confronti dell’esoterismo, è un’infatuazione. Sto portando avanti diversi studi sull’argomento, ma avrei bisogno di qualcuno che mi iniziasse a concetti che vanno oltre il carattere tipografico, e quel qualcuno al momento non l’ho ancora trovato.

5 – Questo tuo ultimo lavoro fa parte di una trilogia, è stato complicato scriverla? C’è uno dei tre libri a cui sei più legato?

No, direi che non è stato complicato, bensì decisamente affascinante. Sono partito da un canovaccio iniziale, più che altro degli appunti. Durante la stesura spesso alcuni personaggi sono nati dal nulla e le trame hanno preso delle traiettorie del tutto inaspettate dalle quali mi sono lasciato trasportare. In quei momenti sono stato il primo spettatore della mia stessa scrittura. A volte mi sono infilato in dei gineprai dai quali non sapevo come uscirmene, ma lì, in quegli intrighi di pensieri, la mia mente ha sguazzato e si è divertita, quegli istanti sono stati irreali e fantastici al tempo stesso.

Riguardo ai tempi di realizzazione, tra gli studi propedeutici alla scrittura e la stesura dei tre romanzi ho impiegato circa cinque anni. Però c’è da dire che sono stati gli studi che mi hanno portato via la maggior parte del tempo, perché la stesura è avvenuta, se contata in giorni, in poco meno di tre mesi. Considerando che ho scritto un capitolo al giorno e, considerando che IL SEGRETO DI CHOPIN è formato da 21 capitoli, IL SEGRETO DI MARLENE ne ha 49 e IL SEGRETO DI VIVALDI ne contiene 12, il conto è presto fatto.

Sono legato a tutti e tre i romanzi allo stesso modo. Sono libri autoconclusivi e, seppur intrecciati, abbastanza diversi tra loro: IL SEGRETO DI CHOPIN è un libro tendenzialmente romantico, IL SEGRETO DI MARLENE sfocia a tratti nel thriller e IL SEGRETO DI VIVALDI è un romanzo avventuroso.

6 – Quali sensazioni hai provato mentre scrivevi “Il segreto di Vivaldi”?

Ho provato delle sensazioni forti, a tratti violente, ormai ero al terzo libro e il personaggio di Reinhard Friedmann mi si era cucito addosso, ne percepivo tutte le emozioni, le fobie, le passioni, le incertezze, le crisi di coscienza e le vivevo sulla mia pelle. Man mano che procedevo con la scrittura mi dispiaceva che fosse l’ultimo romanzo e che quel ciclo narrativo si stesse avviando al termine, mi dispiaceva abbandonare Reinhard, Marlene, Apollonia, Turillo e tutti i personaggi che avevano fatto compagnia alla mia mente durante questi anni.

Ma così come avviene nella vita reale, anche nella vita letteraria tutto deve avere un inizio e una fine e il regista della finzione scenica ero io e non potevo delegare le mie scelte ad altri. Confesso, però, che una porticina socchiusa in finitura di romanzo, per un eventuale sequel, me la sono lasciata, anche se non so se continuerò la saga.

7 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?

Sognatore, eclettico, temerario.

8 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo ultimo libro o sulla trilogia?

Durante la stesura dei tre romanzi, nei periodi nei quali scrivevo intendo, non durante quelli di studio, ho avuto sempre la sensazione che ci fosse una presenza invisibile al mio fianco, quasi come se mi guardasse dall’alto, presenza che mi accompagnava durante la scrittura e che svaniva ogni qualvolta mettevo il punto finale di ogni romanzo.

9 – Quali sono le tue passioni e hobby?

Le mie passioni più grandi sono rappresentate dai miei figli e da mia moglie, sono loro che mi danno la carica e mi spronano nel realizzare tutto ciò che faccio e di ciò li ringrazierò per tutta la vita. Riguardo gli hobby, direi che la scrittura è il mio più grande hobby, mi piace così tanto, che non riesco a considerarla un “lavoro”, bensì, nonostante mi costi una certa fatica, la sensazione che provo per essa è più vicina a quella del diletto. Ho poi una certa passione per gli scacchi, per i puzzle, per le moto e per le vespe d’epoca.

10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?

L’ultimo acquisto, nonché l’ultima lettura nella quale mi sono immerso è stata “Il tornello dei dileggi” del filosofo nichilista Salvatore Massimo Fazio, è la sua prima fatica letteraria nell’ambito della narrativa e ho trovato molto interessante il suo modo di usare la lingua.

Biografia

Luciano Varnadi Ceriello è laureato in Lettere moderne e svolge la professione di insegnante. Ha pubblicato per Armando Curcio Editore i primi due volumi della Trilogia di Reinhard Friedmann: Il segreto di Chopin (2017) vincitore di 22 premi letterari, risultato il quinto libro più bello d’Italia; Il segreto di Marlene – Viaggio alla ricerca del sé (2019) vincitore del Premio Etnabook. Nel 2020 gli è stato conferito l’Oscar della letteratura al Golden Book Awards.

È Vincitore Assoluto del Rive Gauche Festival (2019) con l’album Oniric Chopin ProsiMeloMetro N° 1 inciso insieme a Juri Camisasca, Giuseppe Giulio di Lorenzo e Vera Mignola; del 2021 sono i suoi nuovi album Radio Varnadi 2.0 Family Edition e VivaldInKanto – Le quattro stagioni – Opera POP, progetto discografico che contiene la sua rivisitazione cantata de Le quattro stagioni di Vivaldi con arrangiamenti di suo figlio Giuseppe (Nome d’arte Kristo) e voci di Tony D’Alessio e de Le Matrioske.

È risultato finalista e vincitore di diversi premi letterari e cantautorali tra i quali il Premio Tenco (2019).

Ti ringrazio di aver partecipato all’intervista

Alla prossima

Gabrio

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