Intervista all’autore: Paolo Panzacchi

Ciao a tutti e benvenuti all’intervista con l’autore.

Oggi è ospite Paolo Panzacchi che ci parlerà anche del suo libro “Il pranzo della domenica”

La mia recensione del suo libro la trovate qui.

Biografia

Paolo Panzacchi è nato a Sassuolo (Mo) nel 1984 e vive a Ferrara. Nel 2015 per Maglio Editore è uscito il suo romanzo d’esordio “L’ultima intervista” vincitore del Premio della Critica al Premio Internazionale Città di Cattolica. Nel 2018 per Pendragon Collana gLam è stato pubblicato “Drammi quotidiani”. Sempre nel 2018 è uscito per Laurana Editore nella Collana Calibro 9 Giallo&Noir, diretta da Paolo Roversi, Il pranzo della domenica.
Vari suoi racconti sono presenti in antologie.

Intervista

1 –  Come è nata l’idea di scrivere questo giallo spettacolare?

L’idea per “Il pranzo della domenica” mi è venuta pensando ai segreti che possono celarsi in una famiglia. Ho immaginato la classica famiglia “bene”, inserita in un contesto sociale di agio e ricchezza, ho pensato fosse una buona idea per la trama ipotizzare che la loro azienda fosse in crisi, ho aggiunto un grande segreto che ritorna dal passato e da lì in poi ho costruito questa trama.

2 –  Hai trovato qualche difficoltà mentre lo scrivevi e se sì quali?

Una delle cose più difficili è stata quella di riuscire a rendere quanto più possibile realistica la parte riguardante la situazione dell’azienda della famiglia Arienti e tutto ciò che ne consegue nel romanzo. Mi sono affidato a un amico che si occupa di diritto societario  in uno studio legale e devo dire che è stato un ottimo consulente. In generale anche tutta la parte di documentazione sulle armi utilizzate dal mercenario e dai suoi complici ha richiesto molto tempo. È stata una bella sfida, le difficoltà sono state anche un modo per crescere come autore.

3 –  Mi descriveresti il tuo libro con tre aggettivi?

Esplosivo, serrato, spietato.

4 – Preferisci scrivere romanzi o gialli?

Io amo trovare temi da affrontare. Lo faccio anche quando mi vengono chiesti racconti per qualche antologie, per me è importante, anzi fondamentale, avere un tema sul quale imperniare la narrazione, il tutto non correlandolo alla stesura di un romanzo o di un racconto. Il noir comunque è il genere che preferisco, prima di tutto come lettore, oltre che come autore, anche se in questa veste ho ancora molta strada da fare.

5 – Quale personaggio preferisci o sei più attaccato della famiglia Arienti?

Sono molto legato alla figura di Anita, è un personaggio che per certi aspetti potrebbe sembrare di “seconda fascia”, in realtà non lo è, anzi. È il personaggio che per molti aspetti ha più punti che collimano con il protagonista “nero” di questo romanzo, aspetti sia negativi che positivi. Ho impiegato molto tempo nel caratterizzarla, soprattutto sotto l’aspetto caratteriale. Una donna indipendente, forte, che è riuscita a reinventarsi nonostante a un certo punto della vita le sia completamente mancata la terra sotto i piedi.

6 – Puoi anticiparci se hai in progetto un altro libro?

Sto lavorando al sequel de “Il pranzo della domenica”, però mi sto prendendo i tempi giusti per far sì che ogni dettaglio sia curato al massimo. È una trama ancor più strutturata rispetto al primo volume e questo richiede una maggior attenzione alla stesura. Oltre a questo sto scrivendo un romanzo non di genere, con un tema al quale sono molto legato, ma su questo non voglio anticipare troppo.

7 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?

I personaggi di Giovanni Arienti ed Enrico Zani li ho incontrati davvero. Detta così sembra quasi una follia, in realtà non lo è. Una serata di ottobre di qualche anno fa stavo passeggiando sotto un portico di Bologna, più precisamente ero in Via Farini, vicino a una nota galleria d’arte. Quella sera pioveva. Davanti a un portone c’erano due uomini abbastanza avanti con l’età, sul ciglio della strada li stava attendendo un uomo più giovane, senza ombrello, in piedi davanti a un’automobile nera di lusso con le frecce di segnalazione accese. I due uomini sotto il porticato parlavano tra loro, mi è sembrata una discussione concitata, come se il più alto dei due, quello più distinto, stesse raccontando qualcosa di sconvolgente all’altro.

Io sono rimasto a qualche metro da loro e ho seguito con interesse la scena. Su quei due uomini ho poi basato la costruzione di Giovanni ed Enrico.

8 – Oltre alla scrittura quali sono le altre tue passioni?

Amo moltissimo la buona cucina, sono un grande mangiatore. Amo leggere e guardare film. Ho una grande passione per una squadra di calcio che, ahimè, mi dà poche soddisfazioni: il Bologna.

9 – Quali sono i tuoi autori e libri preferiti: puoi citarmene un paio?

Citare un paio di libri e un paio di autori mi viene davvero difficile perché ho tanti libri e molti autori ai quali sono particolarmente legato.

Come autori potrei dirti Enrico Pandiani e Jean Claude Izzo, mentre romanzi potrei dirti Il giovane Holden di J. D. Salinger e Io sono Alfa di Patrick Fogli.

10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?

Sto leggendo Niente di personale di Roberto Cotroneo e mi sta piacendo molto.

Ti ringrazio di aver partecipato alla mia intervista

A presto

Gabrio

 

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