Intervista all’autrice: Anna Maria Lella

Ciao lettrici e lettori,

oggi la protagonista dell’intervista è Anna Maria Lella, autrice del libro “L’oscurità dell’anima” edito “Giovane Holden Edizioni”

Se volete leggere anche la mia recensione, potete cliccare qui

Biografia

Anna Maria Lella è nata in un piccolo paese sulla costa ionica. Lì ha conseguito il diploma.

Si è trasferita poi a Milano dove si è laureata in Giurisprudenza presso l’Università statale. Dopo una breve esperienza lavorativa come insegnante in una scuola elementare, ha insegnato Diritto ed Economia in un Istituto tecnico.

Ora coltiva la sua grande passione: scrivere romanzi. Passione che si è manifestata in giovane età, quando si deliziava a scrivere filastrocche, o semplici recite e lettere d’amore.

Intervista

1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “L’ oscurità dell’anima”?

Circa un anno fa, facendo una ricerca storica sulla città di Milano, allo scopo di intraprendere la stesura del romanzo, ho appreso una notizia che mi era del tutto sconosciuta. Un alone di mistero circonda il palazzo situato in corso di Porta Romana, al numero tre. Sono andata a vederlo e ho notato che le due colonne poste al fianco del sontuoso palazzo terminano con due facce di leoni, che a mio avviso sono molto somiglianti a demoni. Vi abitava nella seconda metà del XVI secolo un certo Ludovico Acerbi. Di lui si diceva che avesse barba lunga e quadrata, occhi infuocati come la “bragia” (brace: Dante definiva nello stesso modo quelli di Caronte) e il ghigno satanico.

Personaggio eccentrico e inquietante, Ludovico risiedeva in quel palazzo aristocratico, conosciuto ancora oggi dai milanesi come la “casa del diavolo.” La leggenda si intreccia con la storia. Durante la peste, descritta da Alessandro Manzoni ne “I Promessi Sposi,” in quel palazzo, per tutti i mesi in cui si protrasse la pestilenza, le finestre restarono sempre illuminate. Venivano organizzate feste e, cosa molto strana, nessuno dei partecipanti contrasse la peste. La mia fantasia si è accesa. Così è nato “L’oscurità dell’anima.”

 2 – Mi descriveresti il tuo libro con tre aggettivi?

Sperando di trovare d’accordo i lettori potrei descrivere il mio romanzo come appassionante, suggestivo e coinvolgente.

3 – C’è un evento nel libro che hai particolarmente amato scrivere ?

Mi è piaciuto molto descrivere la personalità e l’aspetto psicologico di Padre Mark, figura sofferente e peccatrice. Personaggio enigmatico che racchiude in sé il bene e il male, la luce e le tenebre.

4 – Un pregio e un difetto di Leo Marchetti e di Anna Martini?

Leo Marchetti ha un fiuto particolare nel riconoscere le patologie mentali di chi si macchia di delitti efferati. Ha però un pessimo carattere. La bellezza di Anna Martini è il suo pregio, ma anche il suo difetto. L’ambiente maschile in cui lavora sottovaluta la sua immensa capacità intuitiva, per gli uomini è innanzitutto bella. L’impulsività poi non gioca a suo favore

5 – Come è avvenuta la scelta di titolo e copertina?

Il titolo “L’oscurità dell’anima” mi è stato suggerito dalla trama. Era nelle mie intenzioni convergere

l’interesse su tutto ciò che è intimo e pertanto oscuro agli altri, a quella parte che si cela e che

ognuno di noi tiene ben nascosta perché ne ha paura. I pensieri oscuri sono i pensieri del serial

Killer, oscura è la sua anima. Immagina di essere un dio crudele, pronto a infliggere le sofferenze

più atroci a quanti si frappongono tra lui e la sua realtà cupa e solitaria.

La copertina mi è piaciuta perché il personaggio rappresentato è misterioso, non si vede il volto

coperto dal cappello e dall’oscurità.

6 – Puoi anticiparci se hai in progetto un altro libro?

Sì, sono a buon punto con il terzo romanzo.

Stare in casa mi aiuta a leggere molto e a scrivere.

7 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?

Per non peccare di presunzione o al contrario di eccessiva modestia ho chiesto a mio figlio e a mio

marito: “voi come mi definireste?” Entrambi mi hanno attribuito gli stessi aggettivi: intelligente,

allegra e generosa e allora credo di essere proprio così.

8 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?

La storia privata del lontanissimo antenato di Auguste, il marchese Ludovico. Si diceva che andasse in giro di notte con una sontuosa carrozza nera con finimenti d’argento, trainata da sei cavalli neri. Era il 1630, l’annus horribilis in cui la peste colpì Milano, mietendo migliaia di vittime.

9 – Quali sono i tuoi autori e libri preferiti: puoi citarmene un paio?

Oscar Wilde “Il ritratto di Dorian Gray.” Joel Dicker “La verità sul caso di Harry Quebert.

10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?

Sto leggendo “1984” di George Orwell e “L’uomo che ride” di Victor Hugo.

Grazie di aver risposte alle domande dell’intervista

Alla prossima

Gabrio

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