La casa delle luci     

Titolo: La casa delle luci

Autore: Donato Carrisi

Editore: Longanesi

Collana: La Gaja scienza

Pagine: 432

Prezzo: € 23,00

Uscita: 8 novembre 2022

Recensione

Puntuale, come ogni anno, è tornato in libreria Donato Carrisi col terzo libro della “saga”: “La casa delle luci” come sempre pubblicato da “Longanesi”.

Dopo aver letto “La casa delle voci” e “La casa senza ricordi” mi sono immerso, con immensa voglia e gioia, nel suo nuovo libro.

Anche in questo ritroviamo Pietro Gerber, il protagonista, che vi ricordo è un ipnotista di Firenze, chiamato anche “l’addormentatore di bambini”. Oltre a lui facciamo la conoscenza della piccola e misteriosa Eva (che pare parlare con un amico immaginario, di cui Gerber cercherà di scoprire maggiori dettagli), di Maja Salo (una ragazza finlandese au pair) e della governante. Tutte e tre vivono nella casa in cui l’ipnotista decide di entrare, dopo averci pensato un po’.

Anche questo nuovo romanzo ha tutti gli elementi cari a Donato Carrisi e che piacciono molto anche a noi, suoi lettori accaniti. Infatti, l’ipnosi è sempre presente, i bambini anche, lo studio delle menti pure, oltre a quella ottima dose di mistero che incuriosisce chi legge, invogliandolo a proseguire con frenesia e anche con un pizzico di ansia. L’adrenalina che scaturisce, a volte, dai capitoli e da alcuni passaggi è assai vivida e presente e trovo che tutto ciò sia fantastico.

La scrittura dell’autore è sempre fenomenale, perfetta, avvincente e tremendamente appassionante. Ogni volta che esce un suo libro non si può fare a meno di correre a procurarsene una copia ed iniziare immediatamente a leggerlo.

Questo terzo volume concluderà la trilogia iniziata con il primo o no? Chissà…. Di certo c’è che pure questa è una storia che conquista e non si dimentica, anche per i diversi colpi di scena, alcuni dei quali, ogni tanto, lasciano sconvolti, oltre al ritmo che è perfetto e che dona alla vicenda tutto ciò di cui ha bisogno per scivolare con piacere, rendendo la lettura assolutamente fantastica.

Accanto a questa storia, se ne aggiunge un’altra che fa riferimento al passato di Pietro Gerber e riguarda un tristissimo e doloroso avvenimento, accaduto a lui e ai suoi amici, che lo tormenta parecchio…ma tutto è avvolto nel mistero, sia la storia di Eva, che quella dell’ipnotista, sta al lettore, capitolo dopo capitolo, cercare di scoprire e capire come realmente stiano le cose e la verità sulla realtà presente e passata. Che ne sarà di tutti loro? Che cosa accadrà e che cosa è accaduto?

Mistero, sogni, realtà o no c’è da dire che “La casa delle luci” illumina la nostra voglia di lettura e non ci fa staccare dalle pagine fino a storia terminata, lasciandoci addosso quel brivido di piacere e di entusiasmo per aver letto un altro ottimo libro firmato da Donato Carrisi. Ovviamente ve lo consiglio caldamente, ma se non avete ancora letto i due precedenti, recuperateli subito e andate con ordine.

Concludo con la prima pagina:

“Regole del gioco degli omini di cera o gioco dei ceri o gioco dei c’eri (e non ci sei più):

  1. L’omino di cera insegue i viventi.
  2. Chi viene toccato diventa un omino di cera e insegue i viventi.
  3. Agli omini di cera è proibito parlare. Possono solo fischiare.
  4. Il gioco finisce quando l’ultimo vivente dice la parola «Arimo».
  5. Se l’ultimo vivente non dice «Arimo», il gioco non finisce mai più.”

Trama

Nella grande casa spenta in cima alla collina, vive sempre sola una bambina… Si chiama Eva, ha dieci anni, e con lei ci sono soltanto una governante e una ragazza finlandese au pair, Maja Salo. Dei genitori nessuna traccia. È proprio Maja a cercare disperatamente l’aiuto di Pietro Gerber, il miglior ipnotista di Firenze, l’addormentatore di bambini.

Da qualche tempo Eva non è più davvero sola. Con lei c’è un amichetto immaginario, senza nome e senza volto. E a causa di questa presenza, forse Eva è in pericolo.

Ma la reputazione di Pietro Gerber è in rovina e, per certi versi, lo è lui stesso. Confuso e incerto sul proprio destino, Pietro accetta, pur con mille riserve, di confrontarsi con Eva. O meglio, con il suo amico immaginario.

È in quel momento che si spalanca una porta invisibile davanti a lui.

La voce del bambino perduto che parla attraverso Eva, quando lei è sotto ipno­si, non gli è sconosciuta.

E, soprattutto, quella voce conosce Pietro. Conosce il suo passato, e sembra possedere una verità rimasta celata troppo a lungo su qualcosa che è avvenuto in una calda estate di quando lui era un bambino.

Perché a undici anni Pietro Gerber è morto.

E il misterioso fatto accaduto dopo la sua morte ancora lo tormenta.

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