Paradisi perduti

Titolo: Paradisi perduti

Autore: Emanuele Zeffiro

Editore: Las Vegas Edizioni

Collana: I jackpot

Pagine: 185

Prezzo: € 15,00

Uscita: 26 maggio 2023

Recensione

“Paradisi perduti”, pubblicato dalla casa editrice “Las Vegas Edizioni”, è il primo libro scritto da Emanuele Zeffiro. La copertina (di Sebastian Bronley) è assolutamente molto bella ed incuriosisce parecchio anche grazie alla frase “impara a conoscere i tuoi demoni, ma è leggendo la trama che si è invogliati a iniziare il romanzo.

Devo ammettere che nel corso della storia, a Davide, il protagonista, capita un po’ di tutto, sia a livello familiare, che d’amore, sia nella sua vita in generale. Tutto ciò rende la lettura appassionante ed avvincente, anche grazie al ritmo perfetto che non annoia mai, ma anzi tiene incollati alle pagine incuriositi da come procederà la storia e come si svolgeranno i vari avvenimenti. Ho riscontrato pure qualche passaggio da tenere a mente e quindi l’ho sottolineato.

Emanuele Zeffiro, tramite Davide, ci permette di fare un bel viaggio e di staccare dalla nostra quotidianità, per immergerci in quella del protagonista e nei suoi momenti alti e bassi, fatti di molte sofferenze e delusioni, ma anche di grande crescita personale ed interiore.

“Paradisi perduti” è un libro che va letto lentamente per assaporarlo al meglio, perché ci sono delle parti sulle quali occorre riflettere ed altre che meritano di essere assorbite.

Da segnalare, perché colpisce molto durante la lettura, è il rapporto di Davide con suo padre. Quest’ultimo ha una personalità molto variegata, ma indubbiamente è forte e severo e ciò non rende la vita facile al figlio, ma anzi gliela complica ulteriormente.

Del ragazzo ho avuto l’impressione che non fosse mai a suo agio con la sua vita e nelle varie situazioni; quindi, psicologicamente il romanzo offre davvero molto. Egli ha bisogno di crescere e di maturare, ma specialmente di iniziare a pensare con la sua testa e per fare ciò gli serve parecchio tempo e compiere esperienze importanti.

Davide deve anche imparare a relazionarsi  con l’altro sesso, dove tra le figure importanti troviamo Manuela, Alice, Lilly e Matilda, oltre che con se stesso. Tutto ciò rende “Paradisi perduti” un romanzo, secondo me, di formazione; infatti, vedremo il ragazzo affrontare la sua vita e provare a rinascere, oltre che a crescere, maturando, dato che, inizialmente, risulta abbastanza infantile per la sua età.

Il romanzo è sicuramente affascinante, come pure il personaggio di Davide che è assolutamente il punto forte di tutta la storia, merito anche delle sue varie sfaccettature caratteriali.

Emanuele Zeffiro ha una penna molto appassionante e carismatica, il suo stile rende intrigante la storia, riuscendo a dare vita ad un personaggio davvero ricco di punti sui quali riflettere e discutere.

Il romanzo ha pure diversi passaggi che faranno forse sbarrare gli occhi a chi legge, infatti a volte è scritto in modo molto schietto, vero, limpido, risultando incisivo in alcune scene, magari non proprio tranquille e pacifiche.

Per quanto mi riguarda mi sento di promuovere “Paradisi perduti”, opera prima di Emanuele Zeffiro, un libro che trovo ricco di elementi interessanti di ogni genere, sia positivi, sia anche negativi, giustamente, che invitano a riflettere.

Qui sotto l’incipit del capitolo “Zero”

“Davide concluse in fretta il disegno che raffigurava le colline poco distanti dalla scuola, sormontate da alberi e case variopinte. Uso il suo colore preferito per l’erba, il verde evidenziatore, mentre per il cielo scelse il secondo azzurro più chiaro. Era trepidante all’idea di scrivere una frase originale su quel cielo e poi regalare il foglio a Cecilia.

I suoi compagni di classe le avevano mandato dei biglietti con scritte scherzose, del tipo: “Cecilia ti amo”, “Cecilia ti odio”, o “Cecilia ti sposo”. Davide trovava l’idea esilarante. Scartò la frase “Cecilia ti sposo”, che gli pareva ridicola, e poi restò alcuni secondi a considerare le altre due. Certo, a lui Cecilia piaceva. Era affascinato dai suoi lunghi boccoli biondi, e poi era divertente, quando non le veniva una parola diceva sempre “coso” o “cosa”. Però scriverle che l’amava gli pareva eccessivo. Spesso suo padre lo aveva messo in guardia dal rischio di esprimere sentimenti affettuosi verso le donne. Con loro era consigliabile mantenere un atteggiamento di maschio distacco…”

Trama

Davide ha trent’anni, una laurea in fisica, un lavoro nel pubblico e una ragazza. Eppure, quasi nulla sembra funzionare nella sua vita. Decide di interrompere la relazione, che gli sembra soffocante, per poi pentirsene appena lei si trova un altro. Si prende un anno sabbatico da un lavoro che sente privo di stimoli.

Il suo primo viaggio in Costa Rica è l’inizio di un processo di apertura verso la vita, ma anche di confronto con la propria educazione cattolica e la figura oppressiva del padre, morto da poco. I viaggi successivi, in Argentina e in India, gli porteranno una maggiore consapevolezza di sé, dei propri desideri più veri, ma anche di alcuni lati oscuri, come l’aggressività non sempre controllabile. Davide scoprirà in sé anche un’indomita forza d’animo, che gli ricorda proprio quella di suo padre. Con quella forza, affronterà anche l’ultima odissea e si scontrerà con ciò da cui era fuggito all’inizio: la possibilità di un’autentica relazione con una donna.

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