Quel che si vede da qui

Titolo: Quel che si vede da qui

Autore: Mariana Leky

Editore: Keller

Collana: Passi

Pagine: 329

Prezzo: € 18,00

Uscita: 10 maggio 2019

Traduzione: Scilla Forti

Recensione

Questo libro ha conquisto i lettori ed i librai tedeschi che lo hanno eletto “Libro nell’anno” nel 2017, inoltre, ancora oggi, è tra i titoli più richiesti in Germania. Da lì è arrivato in Italia dove è stato accolto assolutamente positivamente, con grande entusiasmo ed interesse.

Io stesso non vedevo l’ora di leggerlo. Dopo aver spulciato la trama, mi sono avvicendato tra le sue pagine. La scrittura è veramente gradevole come il clima che si respira all’interno. I dialoghi non sono la parte più presente nel romanzo, la storia, infatti, viene narrata da una delle protagoniste, la piccola Luise. Tutto risulta scorrevole, a tratti ironico e divertente, in altri casi più intimo e triste.

L’autrice, Mariana Leky, ci fa assaporare tutti i gradi delle emozioni in modo delicato, senza esagerare e senza eccedere con i colpi di scena o con gli avvenimenti eclatanti.

La lettura procede in modo sereno, incuriosisce e, a volte, fa riflettere sulla vita e sulla morte, sull’essere superstiziosi o no. Una delle protagoniste, la tenace Selma ha la dote di prevedere la morte. Ogni volta che le appare un okapi in sogno significa che qualcuno morirà entro ventiquattr’ore circa. E qui sorgono le due fazioni sia all’interno del libro che tra di noi lettori: credere a ciò o non crederci?

Ognuno è libero di agire come meglio preferisce, c’è chi tra gli abitanti del paese di Westerwald si continua a guardare intorno per evitare determinati pericoli, chi invece continua la propria vita senza dare peso al sogno di Selma e chi è più teso ed agitato.

Mi ha colpito, per esempio, il modo di reagire di un contadino:

“Si alzò di nuovo: si era scordato di aprire l’abbaino affinché l’anima potesse volare via senza problemi”

Altri invece reagiscono così:

“Guardavano in alto per schivare eventuali tegole, rami o paralumi massicci in caduta libera. Scansavano tutti li animali, perché a loro avviso potevano dare segni di squilibrio ben prima degli esseri umani… Tutti erano irrequieti, ma nessuno era terrorizzato, poiché in genere il terrore richiede certezza…”

Intanto assistiamo allo scorrere delle giornate ed alle varie vicissitudini della donna e della sua famiglia.

Ciò che mi ha trasmesso il romanzo, comunque, è stato il senso di pace e di tranquillità presenti nel paesino, che mi è apparso come disperso nel mondo e che vive per conto proprio, dove il tempo che scorre ha importanza solo quando Selma sogna un okapi. L’ambientazione è sicuramente gradevole e piacevole, sembra alle volte un po’ retrò, tanto da farci respirare, saltuariamente, un po’ di nostalgia.

Ci sono vari personaggi, ognuno con una sua caratteristica ben precisa ed il suo carattere spesso ben marcato, altri invece forse leggermente sottotono.

Il personaggio dell’ottico, per esempio, mi ha lasciato un pochino perplesso sia circa il suo carattere, che il suo modo di agire, mentre Luise è straordinaria, conquista immediatamente e tiene incollati alle pagine, grazie al suo modo di raccontare, al suo carattere ed inoltre, più avanti si scopre, tra i vari avvenimenti, che avrà a che fare con il mondo dei libri.

“Quel che si vede da qui” è sicuramente un libro che mi sento di consigliare, seppure, a mio avviso, si respira un’atmosfera non italiana, si intuisce che è un libro straniero, ma è pur sempre molto gradevole.

Alcuni passaggi sono appassionati, altri più intensi ed altri ancora più ironici. Vale la pena leggerlo anche per i personaggi che sono unici nella loro semplicità e delicatezza. Niente è urlato, ma tutto viene discusso con toni pacati, pacifici.

Un libro rilassante, che non significa noioso o lento, che va letto lentamente, questo sì, per assaporare tutte le sue sfumature, per farsi coinvolgere maggiormente dal clima che si respira e specialmente perché sarà come staccare dalla frenesia di tutti i giorni, infatti grazie a questo romanzo si apprezzerà maggiormente la tranquillità e la lentezza.

Trama

Selma vive in un paesino del verde Westerwald e può prevedere la morte. Ogni volta che in sogno le appare un okapi, qualcuno lì intorno muore nel giro di ventiquattr’ore, minuto più minuto meno. Tuttavia, i sogni non rivelano mai chi stia per morire. E come si può immaginare, nel lasso di tempo tra il sogno e il compimento del triste fato tutti vivono in uno stato di agitazione…

“Quel che si vede da qui” è il ritratto originalissimo di un paese e della sua bizzarra comunità così come ce li racconta la piccola Luise, ormai di casa dalla nonna Selma visto che i genitori sono alle prese con un matrimonio che non funziona.

Poetico, divertente, toccante, mai sdolcinato o superficiale, questo romanzo è una fiaba dei nostri tempi e affronta i grandi temi dell’esistenza, l’amicizia, la perdita, l’amore inconfessato e quello che di fronte alle mareggiate della vita si muove per sentieri tortuosi. Come capita a Luise che, ormai cresciuta, si innamora del bel Frederik, il quale ha lasciato l’università per trasferirsi in Giappone in un monastero buddista…

Con Mariana Leky veniamo catapultati in un universo insolito e meraviglioso, dove si vive a contatto con la natura in “una sinfonia di verde, azzurro e oro”, dove ogni gesto, ogni parola ripetuti dai protagonisti sono rituali che finiamo per attendere, pagina dopo pagina.

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