Santo cielo

Titolo: Santo cielo

Autore: Eric Chevillard

Editore: Prehistorica Editore

Pagine: 151

Prezzo: € 15,00

Uscita: 18 novembre 2022

Traduzione: Gianmaria Finardi

Recensione

“Santo cielo” è il quarto libro di Eric Chevillard pubblicato dalla casa editrice “Prehistorica Editore”. Come tutti gli altri è molto curato in ogni suo dettaglio, quindi, per esempio, sia per quanto riguarda la carta della copertina, che per quella delle pagine interne.

Il titolo è davvero curioso e particolare, come pure la trama che colpisce incuriosendo ed invogliando a dedicare qualche ora alla sua storia. Infatti, così facendo, si fa la conoscenza del protagonista Albert Moindre che si trova in cielo, esatto è morto. Dal suo arrivo parte la vicenda che possiede una certa ironia assolutamente deliziosa e molto piacevole. Ma vediamo meglio il libro. Esso è diviso in quattro parti denominate in modo davvero carino: ufficio delucidazioni, osservatorio, assistenza reclami, servizio ricompense. Già leggendo queste quattro diciture sorge in noi un sorriso spontaneo e curioso.

Ma è  iniziando poi il romanzo che ci si appassiona alle vicende del protagonista e alle sue varie vicissitudini. Inoltre, insieme a lui, facciamo la conoscenza di diversi altri personaggi con i quali verrà in contatto.

Il ritmo è gustosamente ben giocato. Una delle particolarità del romanzo sono alcune parole che l’autore pone in evidenza nella narrazione, tra queste: orientarsi, incertezza, delucidazioni, analisi…tutti termini che vengono giocati ed utilizzati durante lo scorrere delle pagine e che vengono proposte al protagonista.  Infatti, Albert Moindre si troverà ad affrontare, oltre a tutto ciò che rappresentano le parole citate sopra, anche vari eventi ed avvenimenti, più o meno movimentati, ma pur sempre interessanti e anche ironici.

Un’altra particolarità del romanzo e del protagonista è la “piccola ginnastica spirituale” che, secondo me, è una chicca di “Santo Cielo” e che, per fortuna, troviamo spesso nel corso del libro. Sono dei momenti, anche divertenti, che Albert deve affrontare e superare, ricchi di curiosità, di interrogativi e direi anche di spunti interessanti.

Durante la lettura incontriamo, inoltre, dei passaggi spassosi, per esempio quando vengono raccontati al protagonista degli eventi avvenuti o delle azioni compiute da lui, durante la sua permanenza sulla terra.  Piacevolissimi. Spesso ci sono anche una serie di domande senza risposte che danno un ritmo veloce ed infondono maggior curiosità in noi lettori, oltre a lasciarci insieme ad Albert, secondo me, un po’ spaesati.

“Santo cielo” di Eric Chevillard è un romanzo fresco e frizzante che merita di essere letto. E’ davvero simpatico e di piacevolissima lettura, oltre ad essere in grado di regalarci dei momenti gradevoli, aiutandoci a staccare dallo stress quotidiano e a farci sorridere diverse volte.

Concludo con l’incipit e mi auguro che vogliate procurarvi una copia per immergervi nella sua appassionante lettura.

“Quando fu morto, Albert Moindre considerò la sua nuova situazione con perplessità. Non soffriva per le spaventose ferite che avevano quasi istantaneamente causato il suo trapasso e persino l’eventualità sempre preoccupante di penosi postumi con annessi handicap sembrava dover essere scartata. Si sentiva in piena forma e, a dirla tutta, più vispo rispetto a prima dell’incidente. Più leggero, certamente, più… represse la locuzione in gamba che gli si proponeva: Albert Moindre aveva cambiato campo lessicale, occorreva tenerne conto. Eppure, era proprio quella la sua impressione.

Per quanto il corpo si sforzi di pesare già il peso del cadavere, ci è impossibile finché siamo in vita reclutare quattro solidi cugini o robusti nipoti per coricarlo sulle loro spalle e portarlo così ovunque lo richiedano le circostanze, siano esse importanti e talvolta in effetti altrettanto decisive dei funerali per i quali solamente questi scansafatiche accettano di mettersi in moto. Benché molto lentamente…”

Trama

Quando fu morto, Albert Moindre considerò la sua situazione con perplessità. Non soffriva per le spaventose ferite che avevano quasi istantaneamente causato il suo trapasso. Si sentiva in piena forma e, a dirla tutta, più vispo rispetto a prima dell’incidente. Più leggero, certamente, più… represse l’espressione “in gamba” che gli si proponeva: Albert Moindre aveva cambiato campo lessicale.

Proprio così: l’ora dei verdetti, il romanzo delle grandi rivelazioni è arrivato. Albert Moindre si trova nell’aldilà, dopo essere stato travolto da un camioncino carico di datteri e olive denocciolate; lui invece – si intende – è carico di curiosità… A cosa somiglia del resto il Regno dei cieli? Vi troveremo giustizia? pace? verità? E Dio? Con la sua lingua tagliente e sagace, originalissima e ironica, Chevillard si propone di darci nientemeno che alcune di queste annose questioni!

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