Intervista all’autore: Matteo Lezzi

Buongiorno lettrici e lettori,

rieccomi di nuovo attivo. Torno a proporvi una nuova intervista.

Oggi il protagonista è Matteo Lezzi, autore del libro “Per ogni istante”, pubblicato da “Patos Edizioni.

Se volete leggere la mia recensione, potete cliccare qui.

Intervista

1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “Per ogni istante”?

L’idea è nata dopo tanti ragionamenti. Dopo aver scritto il mio primo libro avevo una gran voglia di scriverne subito un altro, il problema era riuscire a trovare la storia giusta da raccontare, la storia che poteva lanciare i messaggi che volevo lanciare. Soprattutto volevo che fosse vera, e allora mi son chiesto cosa ci rende veri. E di una cosa sono fermamente convinto, che a renderci veri, noi come persone, siano le paure, le incertezze. Allora ho raccolto tutte le mie paure ed incertezze e le ho trasformate in delle storie.

2 – Mi descriveresti il tuo romanzo con tre aggettivi?

Romantico, malinconico e riflessivo.

3 – Un pregio e un difetto di Lucia, Laura ed Alfredo?

Dovessi scegliere un pregio di Lucia direi che ha un carattere forte, senza il quale non avrebbe vissuto la sua vita, invece un difetto è l’essere a volte un po’ testarda.

Laura ha il pregio dell’innocenza, quella sana che ti porta a fidarti a volte delle persone giuste ed altre volte delle persone sbagliate. Un difetto è non credere abbastanza in se stessa, dovuto sicuramente alle incertezze della sua storia pregressa.

Alfredo ha il pregio della generosità, e questo sarà molto evidente nel racconto. Come difetto dico ancora la sua generosità, perché quando è troppa ti porta a rinunciare a qualcosa, forse a troppo.

4 – Come è avvenuta la scelta del titolo e della copertina? 

Il titolo è stato chiaro sin da subito. È un po’ un inno a vivere la vita istante per istante, come se non ce ne fosse mai un altro. A vivere intensamente senza farsi sfuggire nulla che sia amore o dolore, perché tutto serve a renderci autentici.

Per la copertina volevo qualcosa di forte, qualcosa che riuscisse a lanciare un messaggio a parte. Cos’è un amore se non due cuori che si ricuciono le ferite a vicenda? E questo è tutto ciò che racconta la mia copertina.

5 – A quale personaggio sei più legato?

Senza dubbio Lucia. È l’unico personaggio nel quale non mi son dovuto immedesimare, perché è stata lei ad immedesimarsi in me. È un po’ complicato da spiegare, ma è come se esistesse già. E poi tutte le sue fragilità sono identiche alle mie e questo basta a renderla importante per me.

6 – Sei al secondo libro: com’è nata la tua passione per la scrittura e quando?

È nata molto tempo fa. Ero bambino ed avevo già questo sogno, perché vedevo nell’oggetto libro qualcosa di affascinante. Crescendo ho sperimentato tanti tipi di scrittura, poesie, canzoni fino ad arrivare alla prosa dove ho trovato quello che sento appartenermi totalmente. Poi ho sempre una terribile paura che mi spinge a creare qualcosa che lasci una traccia tangibile di me. Pensare che per natura prima o poi tutti andremo via mi fa pura, e vedo nella scrittura l’unico modo per lasciare una parte di me a chi poi rimarrà.

7 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?

Un po’ noioso. Sincero quanto basta, che trovo più delicato di una sincerità totale. E generoso con chi lo merita.

8 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?

Non ci sono particolari aneddoti. Tranne del momento in cui ho iniziato a scriverlo. Ero un tirocinante in uno studio di architettura e come si dice “l’ispirazione quando arriva arriva e va colta”. Così mi nascondevo per potermene stare per fatti miei e scrivere. Inutile dire che mi si accumulò tutto il lavoro per il mio supervisore. Me ne pento? Assolutamente no.

9 – Quali sono le tue passioni e hobby?

Ovviamente scrivere. Subito dopo leggere, soprattutto in estate. E poi mi piacciono i dolci, dedicarmi a cucinare delle torte, anche in questo trovo ci sia un modo per trasmettere qualcosa.

10 – Infine una curiosità: qual è stato l’ultimo libro che hai comprato e/o letto?

L’ultimo libro che ho letto è stato “La canzone di Achille”, di Madeline Miller. Terribilmente vero. Uno di quei libri che fanno bene al cuore. Combatte una battaglia che è anche la mia, ovvero la stereotipizzazione dell’omosessualità. Perché giudicare qualcuno per chi decide di amare e non per la persona che è? Il mondo per me si divide solo in brave o cattive persone, in persone valorose o codarde. Ed è quello che secondo me questo libro ci insegna, a giudicare dalle azioni valorose o meno e non dalla vita privata che una persona sceglie di avere.

Biografia:

Matteo Lezzi (1997, San Cesario di Lecce – LE) è uno studente di Architettura presso il Politecnico di Torino.

Ha pubblicato nel settembre del 2018 il suo primo libro dal titolo Ci vuole tempo per essere se stessi.

Ti ringrazio di aver risposto alle mie domande

A presto!

Gabrio

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